Il quadro più IMMORALE della storia dell'ARTE? L'Olympia di Manet [ANALISI]

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TLDR"Olympia" di Manet, realizzata nel 1863, è un'opera che provocò scandalo al Salon di Parigi per il suo realismo e apparente immoralità. Al contrario delle rappresentazioni idealizzate della bellezza femminile, la figura di Olympia, modello ispirato alla "Venere di Urbino" di Tiziano, mostra una nudità audace e un'espressione sicura, sfidando lo spettatore. I critici dell'epoca erano sconvolti non solo dalla rappresentazione diretta del corpo femminile ma anche dalla tecnica di Manet, meno elaborata rispetto agli standard dell'epoca. "Olympia" ha avuto un grande impatto sull'arte moderna, diventando fonte d'ispirazione per molti artisti successivi e segnando un cambiamento significativo nella rappresentazione del nudo nell'arte.

Takeaways

  • 🎨 "Olympia" è considerata una delle opere più provocatorie della storia dell'arte.
  • 🖼️ Manet sfida le convenzioni artistiche dell'800 con realismo e audacia.
  • 👩‍🎨 Victorine-Louise Meurent è la modella e musa di Manet per quest'opera.
  • 🛏️ Il nude di Olympia è un adattamento contemporaneo della mitologia classica.
  • 🖌️ La tecnica di Manet differisce per il minor dettaglio e per l'uso di forti contrasti di luci.
  • 👀 Lo sguardo diretto di Olympia rompe con le tradizioni passate, diventando simbolo di sfida.
  • 🧦 La scarpa mancante simboleggia l'innocenza perduta della figura.
  • 🐱 Il gatto in "Olympia" rappresenta un simbolo di ambiguità e difesa.
  • 🏛️ L'opera segna l'inizio di una nuova era nell'arte, influenzando generazioni future.
  • 🌍 "Olympia" ha stimolato il dibattito morale e artistico nel XIX secolo.

Garis waktu

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    Agli occhi della critica francese del XIX secolo, 'Olympia' di Manet è considerata un'opera troppo moderna e provocatoria, un affronto alla morale pubblica. Nonostante le critiche, il dipinto del 1863 segna una svolta nella carriera di Manet, contribuendo a farlo diventare uno degli artisti più influenti del suo tempo. 'Olympia' presenta un nudo femminile non idealizzato, in contrasto con le rappresentazioni tradizionali, e suscita una reazione ostile della critica per la sua sovversione delle norme accademiche e realiste.

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    Il dipinto mostra una figura femminile che sfida lo spettatore con uno sguardo diretto e sicuro di sé, contrariamente alla timida Venere di Tiziano. La rappresentazione del corpo è giudicata troppo realistica e quindi immorale per l'epoca. Dettagli simbolici, come la pantofola e il gatto, aggiungono significati sul tema della femminilità e dell'innocenza, mentre le tecniche pittoriche utilizzate da Manet rompono con la tradizione, creando ulteriore scandalo. 'Olympia' ha influenzato artisti successivi come Cezanne e Basquiat, diventando un capolavoro riconosciuto nel tempo.

Peta Pikiran

Video Tanya Jawab

  • Cosa rappresenta "Olympia" di Manet?

    Rappresenta una donna nuda che sfida le convenzioni artistiche e morali del suo tempo.

  • Perché "Olympia" è considerata provocatoria?

    Per il suo realismo, la mancanza di pudicizia e la rappresentazione diretta della figura femminile.

  • A quale opera si ispira "Olympia"?

    Si ispira alla "Venere di Urbino" di Tiziano.

  • Qual è la reazione della critica all'opera?

    La critica è stata ostile, considerando l'opera immorale e troppo moderna.

  • Chi è la modella di "Olympia"?

    La modella è Victorine-Louise Meurent, pittrice e musa di Manet.

  • Che simbolismo ha la scarpa di Olympia?

    Una scarpa mancante simboleggia l'innocenza perduta.

  • Quali tecniche utilizzò Manet in "Olympia"?

    Usò forti contrasti di luce e ombra e una modellazione meno dettagliata.

  • Cosa rappresenta il gatto in "Olympia"?

    Simboleggia una certa ambiguità e un atteggiamento difensivo.

  • Come è stata influenzata l'arte successiva da "Olympia"?

    È diventata una fonte d'ispirazione per artisti successivi come Cezanne e Basquiat.

  • Quale era l'atteggiamento di Manet verso l'Accademia?

    Era ribelle e sfidava le norme dell'arte accademica.

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    Agli occhi della critica francese del’800, un’opera troppo moderna, brutta e fin troppo reale.
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    Quindi, un affronto alla morale pubblica. Ma anche una delle opere più provocatorie dell’arte.
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    Un quadro del 1863 che ha contribuito a far diventare Manet uno degli artisti più
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    influenti del suo periodo. Io sono Clelia ed oggi scopriamo L’Olympia di Manet conservata
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    all’'Orsay di Parigi.
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    Il video è diviso in varie sezioni quindi se sei interessato ad una di queste nello
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    specifico ti consiglio di andare al minuto che ti interessa e trovi tutte le sezioni
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    anche in descrizione.
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    Per gran parte del diciannovesimo secolo, gli standard nell'arte francese sono controllati
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    rigidamente. Gli artisti che desiderano esporre le loro opere al Salon, la mostra pubblica
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    ufficiale di Parigi, devono presentare le loro candidature a una giuria. Ma intorno
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    al 1860 qualcosa cambia. Il risentimento verso questa procedura e verso l’Accademia stessa
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    cresce proprio perché gli artisti non accettano più questo controllo così forte.
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    E Manet è uno di loro. Introduce un modo nuovo di rappresentare i temi tradizionali
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    e lo fa attraverso numerose delle sue opere più famose. Nel 1863 visto questo suo atteggiamento
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    di sfida nei confronti dell’Accademia, gli viene concessa la possibilità di esporre
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    ma al Salon des Refusés, che letteralmente vuol dire il “Salone dei rifiutati”. E
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    così il suo Colazione sull'erba diventa la star dello spettacolo. I critici lo ridicolizzano,
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    ma l’opera porta in pochi giorni all'artista una fama mai vista.
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    Più o meno nello stesso periodo Manet dipinge anche un’altra opera: Olympia. Decide però
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    di non presentare il quadro fino al 1865. Non c'era nulla di insolito nella nudità
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    stessa: scene leggermente erotiche di ninfe e dee erano comuni nelle sale espositive
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    francesi. Però, Olympia non rientra in questa categoria. Il modello nel dipinto imita la
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    posa della Venere di Urbino di Tiziano, ma con un fare molto meno rispettabile.
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    Comunque, anche questa volta il quadro viene accettato al Salon des Refusés ma, la reazione
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    della critica è ostile. Questo è dovuto in gran parte alla sovversione del processo
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    accademico da parte di Manet. Cosa vuol dire? Entrambe le immagini sono vagamente basate
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    su famosi dipinti rinascimentali. Ma Manet viene anche influenzato dalle tendenze realiste
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    introdotte per la prima volta intorno al 1850 da Gustave Courbet. Courbet sostiene infatti
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    che l'arte può rappresentare solo "oggetti reali ed esistenti".
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    Manet, quindi, riprende i suoi modelli rinascimentali e li traduce in scene di vita moderna. Per
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    Olympia, non poteva rappresentare una dea nuda e distesa, quindi trasforma il suo nudo
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    nel più vicino equivalente attuale. La fonte di ispirazione è come vi dicevo senza dubbio
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    la Venere di Urbino di Tiziano. E Manet tra l’altro l’aveva vista con i suoi occhi
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    e ne aveva fatto uno schizzo durante la sua visita nel 1857 a Firenze.
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    E parliamo solo per un attimo della Venere di Tiziano. Non è affatto certo che l’artista
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    intendesse rappresentare Venere, la figura infatti non è accompagnata da nessuno dei
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    suoi attributi tradizionali e mitologici. Però, il sorriso timido della donna indica
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    una relazione con lo spettatore. Non troviamo lo stesso sorriso in Olympia. Non c'è nessuna
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    traccia di empatia nell'espressione della modella. Invece, il suo sguardo è freddo
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    e diretto, come se stesse fissando un estraneo.
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    E per quest’opera così importante e rappresentativa della sua arte, Manet fa posare la sua modella
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    preferita, Victorine-Louise Meurent. Non e’ la prima volta che Manet la rappresenta nuda
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    in una sua opera. Victorine è infatti diventata famosa per essere la protagonista di Colazione
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    sull'erba.
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    Non si tratta di una bellezza convenzionale, ma la sua personalità ha creato l'effetto
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    desiderato dall’artista. Il suo sguardo sicuro di sé ha infatti scioccato per anni
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    il pubblico parigino, creando l'impressione che il soggetto di Manet fosse una prostituta.
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    In realtà la stessa Meurent era una pittrice e molte delle sue opere sono state esposte
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    al Salon.
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    Oggi la cosa più sconvolgente è che una delle critiche più forti è legata al corpo
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    della donna. Gli amanti dell’arte del tempo sono abituati a vedere nelle opere, delle
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    figure di donna arrotondate e idealizzate. Così non è per Olympia, il suo corpo infatti
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    viene giudicato al tempo troppo realistico.
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    Inoltre, alcuni critici dell’epoca disprezzano il colore con il quale il corpo della ragazza
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    viene rappresentato. Troppo giallo, quasi arancione e considerato “sporco” per il
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    gusto del tempo.
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    Una delle scarpe di seta che la ragazza indossa è scivolata via dal suo piede. Fin qui nulla
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    di strano a nostri occhi. Ma nulla e’ casuale in quest’opera. Infatti, indossare una singola
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    pantofola è un simbolo convenzionale di innocenza perduta. Manet quindi con questo dettaglio
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    apparentemente insignificante vuole in realtà raccontarci una storia. E proprio con questo
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    particolare soddisfa i critici dell’epoca che insinuano quanto questa rappresentazione
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    sia immorale.
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    Il gesto femminile della Venere che copre le sue nudità era molto diffuso nell’arte
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    accademica classica. Infatti, che fosse in piedi o distesa nel nudo femminile questo
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    gesto timido è una caratteristica tipica della Venera pudica. Ma anche se la posa e’
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    estremamente comune, il suo effetto nella Olympia di Manet rimane sconcertante. La donna
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    infatti non ha affatto uno sguardo intimidito, al contrario è sicura di sé e delle sue
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    azioni, per nulla pudica.
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    Un'altra caratteristica comune delle opere di nudo femminile è la rappresentazione nella
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    scena di allusioni sessuali. E, la rappresentazione di tessuti costosi e fiori esotici ha sempre
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    evocato nell’arte i sensi del tatto e dell'olfatto. Per i contemporanei di Manet, però, il mazzo
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    di fiori di Olympia ha un significato particolare, più sgradevole. I critici infatti lo hanno
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    interpretato come il dono di un ammiratore o addirittura di un potenziale cliente.
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    E le viene portato da una sua serva. Come nella Venere di Tiziano troviamo sullo sfondo
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    due donne che stanno rovistando in un cassone forse per scegliere i vestiti da far indossare
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    alla dea, qui invece la donna che accompagna Olympia le porge il mazzo di fiori forse dell’ammiratore.
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    Inoltre, nella Venere di Urbino di Tiziano la donna è accompagnata da un cane. Il cane
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    che dorme ai piedi del suo letto, simbolo tradizionale della fedeltà coniugale, tra
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    moglie e marito. Il gatto nero protagonista dell’Olympia di Manet invece ha sempre avuto
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    sfumature più sinistre. Ciò che ha fatto più parlare la critica è la posizione di
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    questo animale, che non è affatto tranquillo. Ha piuttosto la schiena arcuata. Questo per
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    simboleggiare che non ha timore dello spettatore, al contrario e’ pronto sulla difensiva.
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    Infine, un altro particolare che richiama la Venere di Urbino di Tiziano sono sicuramente
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    la tende nell’angolo in alto a sinistra dell'opera. Entrambe di un forte colore verde
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    bottiglia. Nella Venere di Urbino di Tiziano la donna si trova in una grande camera ben
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    arredata. Al contrario, Olympia è come compressa nello spazio. Le tende scure e lo schermo
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    bloccano qualsiasi dettaglio dello sfondo, e ci costringono a concentrarci sulla modella,
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    sul gatto, sul letto con le lenzuola disfatte. Non c’è un vero sfondo, un secondo piano,
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    e la nostra attenzione si concentra anche grazie alla cornice creata dalla tenda sulla
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    protagonista dell’opera.
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    Il pubblico parigino e’ principalmente indignato dalle implicazioni morali del lavoro di Manet.
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    Ma molti critici sono anche sconvolti dalla tecnica dell'artista. I visitatori del Salon
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    erano abituati infatti a vedere un alto grado di finitura nei dipinti. I toni della carne,
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    in particolare, dovevano mostrare una sorta di levigatezza simile allo smalto, anche se
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    visti da molto vicino. Manet, invece, presta relativamente poca attenzione a queste caratteristiche
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    della modellizzazione e della gradazione tonale. Invece, tende ad appiattire le sue figure
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    e il loro spazio circostante.
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    E ama anche strutturare le sue composizioni intorno a forti contrasti di luci e ombre,
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    un modo di rappresentare preso in prestito dall'arte spagnola del Seicento. I critici
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    del periodo quindi riconosco la sua abilità in questo senso, ma si lamentano della mancanza
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    di dettagli nei suoi sfondi cupi.
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    Nonostante tutte questa lamentele e critiche Manet e’ senza ombra di dubbio una delle
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    figure chiave dell'arte del diciannovesimo secolo. E i suoi lavori lo hanno avvicinato
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    ad uno dei movimenti più amati dell’arte: gli impressionisti, anche non è mai stato
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    un membro ufficiale del gruppo.
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    Manet proviene da una famiglia benestante e fin da ragazzo riceve un’educazione artistica.
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    In particolare, lavora con un artista accademico di grande successo Thomas Couture. Couture
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    aveva studiato a fondo i vecchi maestri e desiderato ardentemente il riconoscimento
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    al Salon di Francia..
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    Nonostante queste esperienze legate alla tradizione artistica più radicale, Manet però realizza
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    opere controverse e originali. Agli inizi degli anni ‘60 dell’800, acquista una
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    notevole notorietà proprio grazie alle critiche di immoralità di Colazione sull’erba e
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    Olympia.
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    Se sei arrivato fin qui benvenuto nel #arteclub per tutti gli appassionati d’arte che hanno
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    voglia di scoprire qualcosa in più sull’opera o l’artista del giorno. Lascia un commento
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    qui sotto con l'hashtag #arteclub e preparati per scoprire la chicca del video di oggi.
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    Esistono due precedenti se così li possiamo chiamare di quest’opera nella storia dell’arte
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    dell’800. Uno e’ un grande capolavoro francese del 1839: L’Odalisca con schiavo
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    di Ingres che come nella Olympia di Manet rappresenta una donna nuda in primo piano
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    accompagnata da una schiavo. E poi poco successiva un’opera spagnola che sicuramente Manet
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    ha visto con i suoi occhi al Prado e dalla quale è stato influenzato: la Maya desnuda
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    di Goya. Uno dei capolavori dell’arte spagnola, che vi suggerisco di andare a vedere con i
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    vostri occhi non appena sarà possibile ricominciare a viaggiare.
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    Inoltre, una curiosità sull’opera di Manet e’ che oltre ad avere dei precedenti nella
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    storia ha fatto lei stessa da modello di ispirazione per due grandi artisti successivi: Cezanne
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    con l’opera del 1873 Una moderna Olympia e in pieno ‘900 Basquiat che dedica diverse
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    opere a Olympia, fra cui quella dal titolo “Tre quarti di Olympia meno la serva”.
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    E’ straordinario vedere come un’opera che agli occhi dei suoi contempornaei risulta
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    scandalosa e oscena sia dal punto di vista della rappresentazione che della tecnica sia
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    poco dopo considerata un grande capolavoro che arriva fino ad oggi. E se come questa
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    ti incuriosiscono altre opere che hanno fatto la storia dell’arte iscriviti al canale
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    e dai un’occhiata al video sul 3 maggio di Goya o a quello su Una domenica pomeriggio
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    sull’isola della Grande Jatte.
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    Grazie e alla prossima!
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