La fotografia come interpretazione della realtà | Andrea Facco | TEDxGenova

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https://www.youtube.com/watch?v=yAK2XFHpe94

Ringkasan

TLDRIl video presenta un fotografo che esplora la sua passione per l'astrofotografia, discutendo se la fotografia sia una riproduzione della realtà o un'interpretazione. Utilizza la lunga esposizione per catturare dettagli invisibili, come la Via Lattea, e affronta le sfide dell'inquinamento luminoso. Condivide esperienze personali, tecniche innovative e l'importanza della pianificazione e delle condizioni meteorologiche per ottenere scatti di qualità. La sua passione per l'astronomia si riflette nel suo lavoro, e sperimenta anche con tecniche artistiche come la creazione di abiti di sabbia.

Takeaways

  • 📸 La fotografia può essere un'interpretazione della realtà.
  • 🌌 La lunga esposizione rivela dettagli invisibili ad occhio nudo.
  • 🌙 L'inquinamento luminoso è una sfida per gli astrofotografi.
  • 🗓️ Pianificare è fondamentale per ottenere buoni scatti notturni.
  • 🌠 La Via Lattea è visibile tutto l'anno, ma in diverse forme.
  • 🔭 La modifica della macchina fotografica può migliorare i risultati.
  • 🌧️ Le condizioni meteorologiche influenzano la qualità delle foto.
  • 🌈 La fotografia può catturare colori invisibili all'occhio umano.
  • 🧪 Sperimentare con materiali diversi può portare a risultati unici.
  • 🎨 La creatività nella fotografia può trasformare l'ordinario in straordinario.

Garis waktu

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    L'autore esplora il concetto di fotografia come interpretazione della realtà, utilizzando la tecnica della lunga esposizione per rivelare dettagli invisibili ad occhio nudo, come la luminosità del cielo e della Via Lattea. La sua passione per l'astronomia si riflette nel suo lavoro, dove utilizza attrezzature fotografiche specializzate per catturare immagini notturne, affrontando sfide come l'inquinamento luminoso e la pianificazione degli scatti.

  • 00:05:00 - 00:10:00

    L'inquinamento luminoso rappresenta una sfida significativa per la fotografia notturna, oscurando i dettagli del cielo. L'autore discute l'importanza di scattare in notti senza luna e in luoghi bui, come il Parco delle Cinque Terre. Condivide esperienze personali, come la cattura di un'immagine unica della Via Lattea e di una tempesta di fulmini, evidenziando la necessità di pianificazione e preparazione per ottenere risultati soddisfacenti.

  • 00:10:00 - 00:18:39

    L'autore descrive la sua evoluzione nella fotografia, inclusa la modifica della sua reflex per migliorare la cattura di colori invisibili. Condivide esperienze di scatti notturni in luoghi remoti, l'importanza della pianificazione e l'uso di tecniche innovative come il 'star trail'. Infine, esplora la creazione di immagini artistiche attraverso l'uso di materiali diversi, come sabbia e vernice, per realizzare abiti liquidi, combinando fotografia e grafica 3D per creare opere uniche.

Peta Pikiran

Video Tanya Jawab

  • Cos'è la lunga esposizione?

    È una tecnica fotografica in cui l'otturatore rimane aperto per un periodo prolungato, permettendo di catturare più luce.

  • Quali sono le sfide dell'astrofotografia?

    L'inquinamento luminoso e le condizioni meteorologiche sono le principali sfide.

  • Come si può migliorare nella fotografia notturna?

    Studiare l'attrezzatura, il fotoritocco e pianificare il momento giusto per scattare.

  • Qual è la differenza tra Via Lattea estiva e invernale?

    La Via Lattea estiva è più colorata e visibile in ore notturne, mentre quella invernale è meno interessante.

  • Cosa sono le star trails?

    Tecnica fotografica che mostra la rotazione delle stelle nel cielo, creando strisce di luce.

  • Come influisce l'inquinamento luminoso sulla fotografia?

    Crea un effetto offuscato e una dominante gialla, rendendo difficile catturare il cielo.

  • Quali attrezzature sono necessarie per l'astrofotografia?

    Macchine fotografiche adatte al buio e obiettivi luminosi.

  • Cosa ha fatto il fotografo per migliorare la sua macchina fotografica?

    Ha modificato la sua reflex per permettere la lettura dell'infrarosso.

  • Qual è l'importanza della pianificazione nella fotografia notturna?

    Aiuta a scegliere il momento giusto e le condizioni ideali per scattare.

  • Cosa ha ispirato il fotografo a sperimentare con la sabbia e altri materiali?

    Un noto fotografo, Aurum Light, ha ispirato la sua tecnica di abiti di sabbia.

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Gulir Otomatis:
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    Traduttore: Viviana Quarto Revisore: Michele Gianella
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    Vi voglio porre una domanda.
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    Secondo voi la fotografia è una riproduzione della realtà,
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    o in qualche maniera ne è un'interpretazione?
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    Possiamo, con la fotografia,
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    vedere qualcosa che vada oltre i nostri occhi?
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    Ve lo siete mai chiesto?
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    Io ho trovato la risposta a tutto ciò
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    realizzando degli scatti che sono andati oltre la mia visione.
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    In questo scatto in notturna di Manarola si possono notare dei dettagli
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    che di norma il nostro occhio potrebbe non cogliere appieno:
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    vediamo la trasparenza del mare;
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    vediamo la scogliera particolarmente luminosa;
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    ma soprattutto, vediamo il cielo.
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    Il cielo appare molto più luminoso
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    di come appare normalmente ai nostri occhi.
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    Ciò avviene grazie a una tecnica chiamata "lunga esposizione".
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    È una tecnica di scatto in cui la durata della nostra foto
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    non è di pochi secondi, ma dura diversi secondi:
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    magari otto o dieci secondi o più,
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    alcuni minuti, o talvolta anche diverse ore.
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    Con questa tecnica, quindi,
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    noi riusciamo ad avere uno scatto molto più luminoso
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    rispetto a ciò che potremmo vedere normalmente.
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    Questa tecnica, quindi, ci aiuta a vedere
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    qualcosa che il nostro occhio non potrebbe mai cogliere.
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    Ma proviamo ad andare ancora un po’ oltre.
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    Questo è lo scatto completo.
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    Sulla destra abbiamo una chiara e distinta visione della Via Lattea.
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    Sono diversi anni che mi sto occupando di questa tipologia di foto
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    e da alcuni luoghi particolarmente bui
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    si riescono ad ottenere degli scatti di questo genere.
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    La Via Lattea è la nostra galassia, dove si trova il nostro sistema solare,
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    e con le opportune tecniche di scatto è possibile riprenderla al meglio.
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    È possibile coglierne forme e colori
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    che di norma sarebbero quasi invisibili per noi.
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    Per quale ragione?
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    Di notte, i nostri occhi non vedono così bene questi colori nel buio.
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    Al contrario, con la macchina fotografica possiamo ottenere questi risultati.
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    In realtà questa mia passione per il cielo notturno
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    è nata ben prima della fotografia, e del mio lavoro da fotografo.
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    È nata da bambino,
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    quando da bambino ero appassionato di astronomia
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    e per un qualche periodo ho voluto fare l'astronomo.
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    Poi crescendo, ovviamente, ho cambiato interesse e ho cambiato lavoro
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    e l'astronomia però è tornata
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    nel momento in cui ho avuto a disposizione degli strumenti fotografici
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    particolarmente adatti a questa tipologia di scatti.
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    Macchine fotografiche che lavorano molto bene al buio,
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    obiettivi luminosi che mi hanno aiutato a realizzare queste foto.
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    E quindi, in qualche maniera,
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    ho assegnato questa sorta di sfida a me stesso,
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    questa ricerca continua di vedere questi cieli notturni
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    da diversi luoghi, ma soprattutto da luoghi
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    in cui l'inquinamento luminoso, spesso e volentieri, ne copre la visione.
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    Come si può immaginare,
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    i primi risultati non sono stati eccezionali.
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    Devo dire che, all'inizio, i risultati non erano per niente belli.
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    Però nel tempo sono migliorato.
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    Come ho fatto a migliorare?
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    Studiando molto, prima di tutto,
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    come sfruttare al meglio la mia attrezzatura.
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    Ho studiato il fotoritocco,
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    perché comunque un po’ di fotoritocco è necessario
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    per estrapolare al meglio i dettagli e il colore del cielo;
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    ma soprattutto ho studiato
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    il momento giusto per realizzare queste foto,
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    che è, diciamo, il fattore fondamentale.
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    La Via Lattea, infatti, è visibile, praticamente, tutto l'anno.
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    Però bisogna inquadrare nella giusta direzione,
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    e nel giusto periodo dell'anno in realtà.
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    Questa che vedete è la Via Lattea detta “estiva”.
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    È una Via Lattea, una zona della Via Lattea,
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    che si vede per lo più nei mesi estivi.
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    In realtà già in questa stagione è visibile,
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    solo che è visibile in ore non particolarmente comode per scattare,
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    poco prima dell'alba, quindi già con la presenza del Sole.
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    Più si va verso l'estate, più diventa visibile in ore notturne,
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    e quindi è più semplice realizzare gli scatti di questo genere.
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    Al contrario, in inverno, si vede la Via Lattea “invernale”
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    che è molto meno interessante rispetto a quella precedente.
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    Presenta meno colori, meno forme
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    e soprattutto ha una colorazione meno intensa
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    che è quella che, quindi, rende un po’ particolari gli scatti.
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    In inverno, al contrario, però,
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    si possono realizzare scatti differenti, sempre astronomici,
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    più relativi alle galassie e alle nebulose.
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    Infatti, in questo scatto si può notare sul lato
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    quella piccola linea chiara che è una galassia.
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    È la Galassia di Andromeda,
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    che è facilmente fotografabile
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    e in questo scatto, pur molto grandangolare,
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    già si riesce a vedere chiaramente.
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    Un fattore importantissimo quando si scatta, poi,
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    è tenere conto di tutte quelle variabili,
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    e soprattutto del meteo.
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    Il meteo è uno dei fattori fondamentali per ottenere una buona foto.
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    Quindi, una buona foto astronomica si basa soprattutto sull'organizzarsi
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    e trovare, al di là del giusto punto di scatto,
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    la giusta nottata dove realizzare gli scatti.
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    Una nottata completamente tersa
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    aiuta particolarmente la realizzazione delle foto,
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    ma teniamo anche in conto
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    che la presenza della Luna va a offuscare la visione del cielo
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    e di conseguenza una notte senza Luna, o con la Luna nuova,
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    è perfetta per realizzare questi scatti.
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    Uno dei problemi maggiori della fotografia notturna
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    è l'inquinamento luminoso.
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    Purtroppo, l'inquinamento luminoso va a coprire in qualche maniera il cielo,
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    creando questo effetto offuscato su di esso
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    e creando questa forte dominante gialla.
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    Di conseguenza, la parte più importante successiva allo scatto, del fotoritocco,
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    è proprio togliere questo effetto visivo.
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    L'effetto visivo, quindi, va a coprire la visione del cielo.
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    La copre nella macchina fotografica, ma la copre anche per i nostri occhi.
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    Di conseguenza, buona parte del lavoro
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    è relativo proprio a togliere questo effetto visivo fastidioso.
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    Come avete visto in questo breve video,
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    l'inquinamento luminoso è un fattore molto importante
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    che copre fisicamente la visione del cielo.
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    Avete visto che, durante il video,
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    quasi i colori cambiavano di volta in volta
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    proprio perché le luci artificiali andavano, in qualche maniera,
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    a cambiare la tonalità del cielo su cui si riflettono esse stesse.
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    L'Italia, purtroppo, ha un fortissimo inquinamento luminoso,
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    quindi trovare zone in cui riuscire a realizzare questi scatti
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    è quasi una sfida.
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    In Liguria, abbiamo la fortuna
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    di avere la zona del Parco delle Cinque Terre
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    in cui è particolarmente buio, quindi è fattibile realizzare queste foto.
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    Ma si possono trovare anche tante altre zone interessanti.
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    Personalmente, sono rimasto stupito scoprendo di trovare una zona così idonea
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    tra Genova Voltri e Arenzano.
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    Stranamente, in questa zona c'è una serie di spiagge
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    in cui è particolarmente buio,
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    e dove spesso vado a realizzare queste foto.
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    Diciamo che è il primo punto in cui vado a scattare,
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    quando voglio provare dei nuovi scatti.
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    Poco tempo fa, alla fine dell'estate scorsa,
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    ho realizzato proprio questa foto.
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    Una foto, diciamo, unica, credo che sarà impossibile ripeterla,
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    in cui ho avuto, in contemporanea: la visione dalla Via Lattea, da un lato;
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    e dall'altra parte, una tempesta di fulmini sopra Genova.
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    Credo che sia stata totalmente la fortuna
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    che mi ha provato quella sera in quel luogo,
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    però sono stato ripagato.
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    Con la continua voglia di migliorare i miei scatti,
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    tempo fa ho fatto un po’ una pazzia,
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    quella che, sicuramente, molti fotografi non farebbero mai.
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    Ho smontato la mia reflex, e l'ho modificata
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    per migliorarla per l’astrofotografia.
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    È stata una modifica un po’ azzardata, devo dire,
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    che non si dovrebbe fare.
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    E che però mi ha ampliato le capacità di lettura del cielo notturno.
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    Fondamentalmente, come funzionano tutte le macchine fotografiche,
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    ma anche i nostri cellulari?
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    Funzionano attraverso un sensore che legge la luce che li colpisce.
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    Sul sensore è posto un filtro che va a filtrare la luce
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    affinché la macchina possa vedere
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    dei colori simili a quelli del nostro occhio.
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    Infatti, ciò che vede l'occhio umano
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    è una zona molto ridotta dello spettro di emissione.
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    Esistono ad esempio gli infrarossi, gli ultravioletti
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    che l'occhio umano non percepisce.
  • 00:08:31
    Al contrario, ci sono degli animali, quali i rettili oppure gli insetti,
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    che invece possono vedere queste lunghezze d'onda.
  • 00:08:37
    Io cosa ho fatto?
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    Fondamentalmente ho messo, al posto del filtro originale della macchina,
  • 00:08:41
    che va a bloccare l'infrarosso,
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    un filtro che invece ne consente la lettura.
  • 00:08:45
    Cosa ha fatto questa modifica?
  • 00:08:47
    Ha consentito alla mia macchina
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    di iniziare a leggere dei colori che prima non poteva vedere.
  • 00:08:51
    Ha iniziato a vedere sfumature di colore nei gas interstellari
  • 00:08:54
    che la macchina proprio non poteva percepire assolutamente.
  • 00:08:57
    Con questa modifica, invece, ha iniziato a vederli
  • 00:09:00
    e i miei cieli notturni sono stati molto più colorati rispetto a prima.
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    La fotografia poi non è solo lato tecnico, come ho parlato fino ad ora.
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    A volte è anche tanta, tanta pianificazione.
  • 00:09:13
    Vi racconterò questo.
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    L'estate scorsa, a giugno,
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    ho raggiunto il rifugio Monzino, in Valle d'Aosta,
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    sulle pareti del Monte Bianco.
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    Ho raggiunto questo rifugio perché, l'estate precedente,
  • 00:09:23
    avevo visitato questo luogo con alcuni miei amici
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    e avevo deciso, mi ero proposto l'idea,
  • 00:09:28
    di ritornarci una seconda volta per realizzare gli scatti in notturna.
  • 00:09:31
    Avevo notato che il posto
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    era particolarmente adatto a realizzare degli scatti
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    per la veduta che avevo sul panorama,
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    ma soprattutto perché immaginavo che sarebbe stato particolarmente buio.
  • 00:09:41
    Di conseguenza, per diversi mesi ho pianificato questa mia scalata.
  • 00:09:45
    È stata una scalata, anche abbastanza difficile,
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    perché abbiamo trovato - eravamo in due fotografi -
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    dei tratti innevati e dei tratti di scalata,
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    quindi non era semplice scalare già in queste condizioni,
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    oltretutto portando tutta questa attrezzatura,
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    quindi oltre l'attrezzatura da scalata anche quella fotografica.
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    L'esperienza vissuta è stata indubbiamente bellissima,
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    perché vedere un luogo del genere, in queste condizioni, era spettacolare.
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    Il problema qual è stato?
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    Verso il tramonto, notai che il cielo non era perfettamente terso, come speravo,
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    ma trovai diverse nuvole.
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    Ero un po’ sconfortato di cosa stava accadendo
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    e di conseguenza,
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    pensavo già di non ottenere nessun risultato interessante.
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    Durante la nottata, però, mi accorsi per caso
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    che nel cielo vi erano delle strane forme,
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    delle forme che non riuscivo a interpretare.
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    Domandandomi cosa fossero, provai a fare una foto,
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    e scoprii che in realtà stavo vedendo, a occhio nudo, la Via Lattea.
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    È stato questo
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    lo scatto forse più riuscito di tutti i miei mai realizzati.
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    Per quale ragione?
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    Perché offre la visione dell'intero arco della Via Lattea.
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    E soprattutto,
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    la visione è particolarmente distinta rispetto ad altri scatti.
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    Lo scatto è stato molto difficile da realizzare,
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    non tanto tecnicamente,
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    ma per l'attenzione che ho dovuto dare a tutte le fasi di scatto.
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    Per quale ragione?
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    Perché ogni errore fatto in quel momento lo avrei ripagato a casa,
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    non avendo magari lo scatto necessario.
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    Lo scatto è, infatti, una panoramica di sette foto verticali
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    e per ognuna di esse ho dovuto realizzare più di una foto.
  • 00:11:11
    Alcune più chiare, per esporre bene l'ambiente;
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    e alcune più scure,
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    per esporre quelle zone troppo luminose, quali il centro abitato,
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    oppure il rifugio stesso che vedete poco in basso.
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    È interessante anche notare tutti gli oggetti celesti
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    che erano visibili in quella nottata
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    e che quasi si potevano percepire a occhio nudo,
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    da quanto era terso il cielo.
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    Come dicevo prima,
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    il lato organizzativo è fondamentale per realizzare queste foto.
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    E come potete vedere ho utilizzato, prima della partenza, alcune applicazioni
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    che mi hanno aiutato a capire la direzione dello scatto.
  • 00:11:47
    Per quale ragione?
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    Il rifugio, purtroppo, rimane aperto tre mesi all'anno,
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    quindi in un periodo tra giugno e settembre,
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    ho dovuto tenere in conto delle fasi lunari,
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    ho dovuto tenere un po' in conto anche il meteo.
  • 00:11:57
    In poche parole avevo identificato, in un'estate,
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    tre o quattro occasioni per scattare.
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    Di conseguenza, ho dovuto
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    pianificare molto bene quello che dovevo fare
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    e soprattutto scegliere l'inquadratura.
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    In qualche maniera, sono arrivato sul posto
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    già sapendo quello che volevo ottenere
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    perché è l'unico modo per ottimizzare la mia fase di scatto.
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    Questo è un altro scatto in cui si notano ancora più dettagli.
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    Uno scatto più zoomato, rispetto a prima.
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    E anche in questo si possono notare
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    le diverse sfumature e colori che compongono la Via Lattea.
  • 00:12:24
    E anche tante piccole nebulose,
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    che sono quelle macchie, tendenzialmente più rosse,
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    che sono visibili nel cielo.
  • 00:12:33
    Tra i tanti scatti, ho realizzato anche questo,
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    che è una tecnica completamente diversa,
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    questa è detta star trail.
  • 00:12:38
    È una tecnica di scatto
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    in cui la durata della nostra foto non dura 8, 10 secondi,
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    come avviene normalmente per il cielo notturno,
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    ma dura 25 minuti.
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    È un tempo molto lungo.
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    E cosa accade in questi 25 minuti?
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    Vediamo la rotazione della volta celeste:
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    l'unica stella che rimane fissa è la stella polare.
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    Le altre stelle, invece,
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    lasciano queste strisce che è la loro rotazione.
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    È quindi interessante pensare
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    che con la fotografia riusciamo a fotografare il tempo,
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    che è qualcosa che noi non possiamo vedere,
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    lo possiamo solamente percepire.
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    Quindi, grazie alla fotografia lo trasportiamo nella realtà.
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    È anche interessante pensare a un'altra cosa:
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    le stelle che stiamo vedendo noi sono stelle che arrivano dal passato.
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    Il tempo che la luce impiega
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    tra l'essere emessa da una stella e l'arrivare a noi,
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    può essere molto lungo.
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    Ad esempio, la luce del Sole
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    impiega otto minuti per giungere fino a noi.
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    Quindi, le stelle che sono distanti miliardi di anni luce
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    impiegano miliardi di anni per arrivare a noi,
  • 00:13:31
    di conseguenza noi stiamo vedendo un cielo del passato.
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    Quindi con la fotografia
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    noi possiamo ottenere qualcosa che va oltre il nostro sguardo,
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    che va oltre quello che è per noi la normalità.
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    Possiamo anche creare qualcosa che non possiamo percepire,
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    come il passaggio del tempo.
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    A tal proposito, vi starete domandando
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    cosa abbia fatto all'inizio, con quei lanci di sabbia.
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    In quel caso ho realizzato una tecnica particolare,
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    in cui ho realizzato qualcosa che in realtà non esiste,
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    ma lo realizzo e lo rendo reale grazie alla fotografia.
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    Ho realizzato una tecnica come questa, un abito di sabbia.
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    Questo non è lo scatto realizzato prima, è un altro realizzato precedentemente.
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    Questa tecnica è una sorta di mia piccola sfida
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    che ho avuto in questi anni.
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    Sono anni che sto sperimentando questa tipologia di foto
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    in cui realizzo questi abiti con diversi materiali.
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    Ho usato la sabbia, ho usato della vernice e tanto altro.
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    Fondamentalmente, come avete visto,
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    realizzo diversi lanci di materiale sul corpo della modella
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    e poi vado a riassemblare tutti gli scatti assieme in Photoshop,
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    per riunire e ricreare l'abito intero.
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    È quindi una tecnica un po’ particolare.
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    Ma da dove nasce?
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    In realtà mi sono ispirato
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    a un noto fotografo che si chiama Aurum Light,
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    che è stato il primo a sperimentare questa tecnica.
  • 00:14:43
    Interessato dal suo risultato, ho deciso di crearne una mia versione
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    e quindi ho iniziato a sperimentare
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    provando diverse tecniche di scatto e tantissimi materiali.
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    Come potete immaginare, quando si usa la vernice
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    è molto più caotico che lanciare la sabbia,
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    come ho fatto prima.
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    Nel tempo, poi,
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    provando a discostarmi completamente dai risultati iniziali,
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    ho deciso di passare ad altri materiali, altri elementi:
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    in questo caso, del caffè e della verdura.
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    Ovviamente ho sempre usato dei cibi scaduti, per non sprecare nulla,
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    e questo non va detto assolutamente alle modelle.
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    (Risate)
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    Ho provato anche a realizzare scatti più simpatici, alcuni pubblicitari,
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    anche per dare un aspetto molto diverso al mio lavoro,
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    in qualche maniera variarlo sempre.
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    Successivamente,
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    ho deciso di uscire dalla sala pose, in qualche maniera,
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    quindi non stare più in ambiente chiuso, ma ambientare tutto in esterno.
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    E quindi ho scelto diversi luoghi dove ambientare questi scatti.
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    È stato più difficile farlo,
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    perché quando sono in studio ho molta più attrezzatura disponibile,
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    in esterno meno.
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    Però ho ottenuto comunque dei risultati interessanti,
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    in qualche maniera ambientando la figura, il materiale dell'abito,
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    con l'ambiente stesso.
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    Ad esempio, questo è uno dei miei scatti preferiti,
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    per quanto sia stato uno dei più difficili da realizzare.
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    Per quale ragione?
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    Perché le foglie, quando le lanciavo, volavano via, ovviamente,
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    quindi ogni volta che facevamo un lancio
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    dovevamo, per forza, recuperare moltissime foglie.
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    Come avete visto è un lavoro di squadra.
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    Lavoro sempre con una o due persone che mi aiutano nei lanci,
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    perché una persona deve lanciare, l'altra deve scattare.
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    Quindi è sempre un lavoro di team questo.
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    Recentemente, poi, ho deciso di tornare in sala posa.
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    Ho deciso di fare un lavoro
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    completamente diverso da quello precedente.
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    Ho realizzato i dodici segni zodiacali con questa tecnica dell'abito liquido.
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    È una tecnica, in questo caso, mixata con altre realtà:
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    ho mixato con la grafica 3D.
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    Sono andato a inserire la grafica 3D per realizzare alcune parti dell'abito
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    che non potevo realizzare lanciando semplicemente la vernice
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    e per realizzare poi i piedistalli, quindi avevo bisogno di qualcosa in più.
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    La cosa interessante, nella realizzazione di queste foto, qual è stata?
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    Cercare quel piccolo dettaglio
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    che fosse rappresentativo del singolo segno
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    provando a mantenere, comunque,
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    una continuità stilistica tra tutte le foto,
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    che era il fattore principale per creare una serie intera.
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    Giustamente, adesso vi faccio vedere quello che abbiamo fatto prima.
  • 00:17:13
    Mentre stavate vedendo i primi speaker, io ero giù a "montare" l'abito.
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    E questa è una versione molto velocizzata,
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    giusto per farvi capire quello che ho fatto.
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    Fondamentalmente sono andato a sovrapporre i vari scatti
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    cercando di fonderli al meglio.
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    Non è uno dei risultati migliori, devo ammetterlo,
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    perché ho lavorato molto di fretta in uno spazio non completamente idoneo.
  • 00:17:32
    Però vi dà un'idea
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    di come il risultato si possa ottenere
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    e quale sia la magia che sta dietro a questa tipologia di foto.
  • 00:17:48
    (Applausi)
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    Per me, questa è la magia.
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    Da un lato riuscire a trasportare chiunque in luoghi che ho fotografato,
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    in qualche maniera farli rivivere agli altri.
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    Dall'altra parte, creare qualcosa che non esiste,
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    e che con la fotografia, invece, diventa reale.
  • 00:18:21
    Grazie a tutti.
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    (Applausi)
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