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Leonardo, genio poliedrico del Rinascimento,
artista e scienziato costantemente alla
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ricerca del sapere, nasce a Vinci nel 1452 e si
forma a Firenze nella bottega del Verrocchio,
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apprendendo pittura, scultura e progettazione.
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Già nel suo primo lavoro firmato,
un paesaggio del 1473, emerge la
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sua innovativa capacità di suggerire
forma, materia e distanza con tratti
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rapidi e vibranti, usando il disegno
come strumento di pensiero e invenzione.
00:00:54
Nel Codice Atlantico, una raccolta di oltre 1700
fogli, Leonardo riversa un universo di idee,
00:01:00
calcoli, esperimenti e progetti, rivelando la
mente di un autentico discepolo dell'esperienza.
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Nel 1472 Leonardo si iscrive alla
Compagnia dei Pittori di Firenze e,
00:01:23
proprio in questi anni, realizza
la splendida Annunciazione,
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un grande olio in cui la scena sacra si svolge
all’aperto, in un giardino rinascimentale,
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permettendogli per la prima volta di unire le
sue due grandi passioni: la pittura e la natura.
00:01:37
Nel dipingere l’Annunciazione, Leonardo cura
ogni dettaglio: in primo piano un prato fiorito,
00:01:43
reso con precisione quasi scientifica
grazie ai suoi studi di botanica;
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sullo sfondo, oltre il parapetto,
una fila di alberi in controluce;
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in lontananza, invece, c’è una città
portuale incorniciata da montagne azzurrine.
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Leonardo riesce a dare profondità al
paesaggio usando la prospettiva aerea:
00:02:01
ha capito che l’aria, tra l’occhio e gli oggetti,
altera i colori, li rende più chiari e freddi,
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e così le montagne in lontananza sfumano
nel cielo con un realismo sorprendente.
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Anche i personaggi hanno ormai lo stile
tipico di Leonardo: visi sfumati con dolcezza,
00:02:16
panneggi morbidi, gesti eleganti e naturali;
Maria si ritrae con grazia dal suo leggio,
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mentre l’angelo si inginocchia davanti
a lei, con in mano dei gigli bianchi.
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Ma se guardiamo bene, ci accorgiamo
che le ali dell’angelo sono quelle
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di un rapace vero, e il braccio di
Maria è allungato in modo innaturale:
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probabilmente lo ha fatto per
correggere l’effetto ottico,
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visto che il dipinto doveva essere collocato
su un altare laterale e osservato di lato.
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Nel 1481, Leonardo riceve l'importante
commissione di una pala d'altare per la
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chiesa di San Donato a Scopeto, dedicata
all'Adorazione dei Magi, per la quale ha
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trenta mesi di tempo; tuttavia, nel 1482 parte
per Milano, lasciando il dipinto incompiuto,
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ma lo stato in cui ci è giunto è sufficiente
per comprenderne la rivoluzionarietà.
00:03:20
La scena, in parte solo abbozzata, si presenta
molto più complessa delle solite adorazioni,
00:03:25
con Maria e il Bambino al centro che ricevono
l'omaggio dei tre Magi, mentre attorno a loro si
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muovono decine di figure, ognuna caratterizzata
dalla propria espressione e dal proprio gesto.
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A sinistra si nota un edificio
in rovina o in costruzione,
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mentre a destra un gruppo di cavalieri combatte,
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rappresentando il caos del mondo agitato che
non ha ancora conosciuto la luce di Cristo.
00:03:52
La struttura della composizione è elaborata, con
una piramide centrale occupata dalla Madonna,
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un semicerchio di figure che la circonda
e una serie di elementi verticali,
00:04:01
ovvero personaggi e alberi, che
conferiscono equilibrio alla scena.
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Per realizzare tutto ciò, Leonardo esegue
studi prospettici di grande raffinatezza,
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e in uno di questi l'edificio sullo sfondo
somiglia al presbiterio della chiesa di
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San Miniato al Monte, forse simbolo di un
tempio pagano abbandonato o di una chiesa
00:04:20
in costruzione, ma in entrambi i casi
rappresentativo di un mondo che cambia.
00:04:29
Infine, l'aspetto forse più toccante risiede
nelle espressioni: i visi, i gesti, i movimenti
00:04:35
del corpo, poiché Leonardo non dipinge una scena
solenne e ordinata, bensì stupore, meraviglia,
00:04:41
emozione, e ogni figura reagisce all'apparizione
del Bambino con una verità nuova e più umana,
00:04:46
perché per Leonardo anche l'anima ha un
corpo, e la pittura deve saperlo raccontare.
00:05:07
Fino ad allora, gli artisti studiavano
il corpo umano tramite copie di statue
00:05:10
antiche o osservazione di modelli viventi,
ma Leonardo adotta un approccio diverso,
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volendo comprendere a fondo l'anatomia interna.
00:05:19
Inizia così a sezionare
cadaveri, quasi una trentina,
00:05:22
analizzandoli con una precisione inedita per
un artista: muscoli, nervi, organi e vasi
00:05:27
sanguigni vengono dettagliatamente illustrati,
inventando di fatto l'illustrazione anatomica.
00:05:34
In questa impresa è affiancato da Marco Antonio
della Torre, professore di anatomia a Pavia,
00:05:39
che gli procura i corpi permettendogli di operare
liberamente in un ambito altrimenti proibito.
00:05:45
Grazie a questo sostegno, Leonardo
studia la bellezza perfetta del corpo
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umano e anche ciò che la allontana da
essa, come la vecchiaia e le deformità.
00:05:59
Disegna quindi visi con molti dettagli,
00:06:01
cercando di capire cosa li rende espressivi e
unici, anche quando sono strani o inquietanti.
00:06:07
Leonardo chiama questi studi "caricature",
ma non li fa per prendere in giro,
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bensì per capire meglio quanto
è complesso l'essere umano.
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Nel 1482, Leonardo si trasferisce da Firenze alla
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stimolante corte milanese di Ludovico il
Moro, dedicandosi a molteplici discipline.
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È qui che incontra Francesco di Giorgio
Martini, architetto e studioso, e legge il
00:06:41
libro "De Architectura" di Vitruvio: due
eventi che segnano una svolta decisiva.
00:06:46
Vitruvio descriveva le proporzioni ideali del
00:06:49
corpo umano, inscrivibile in cerchio e
quadrato, figure care al Rinascimento.
00:06:54
Leonardo si immerge nello studio
del testo e nel 1490 realizza la
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sua interpretazione: l'Uomo Vitruviano.
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Questo disegno risolve una sfida
rappresentativa mai superata,
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mostrando un corpo inscritto perfettamente
in entrambe le figure geometriche grazie a
00:07:11
due figure sovrapposte: una nel quadrato
con braccia orizzontali e gambe unite,
00:07:16
l'altra nel cerchio con braccia e gambe
divaricate e l'ombelico come centro.
00:07:21
Leonardo traccia linee per misurare
e stabilire proporzioni precise,
00:07:25
riprendendo le regole antiche ma aggiungendone
di proprie frutto dell'osservazione diretta,
00:07:30
come le divisioni dell'altezza e del viso.
00:07:33
In alto trascrive Vitruvio,
in basso le sue spiegazioni,
00:07:37
correggendo imprecisioni con la sua
caratteristica scrittura speculare,
00:07:40
forse per riservatezza o per
via della sua manualità mancina.
00:08:07
Nel 1483, Leonardo realizza a Milano
la Vergine delle Rocce, sua prima opera
00:08:12
milanese e pala d'altare commissionata dalla
Confraternita dell'Immacolata Concezione,
00:08:17
raffigurante l'incontro in un luogo roccioso tra
Giovanni Battista bambino, la Madonna e Gesù.
00:08:24
Questo episodio è narrato nei Vangeli apocrifi in
cui Giovanni, portato lì dalla madre Elisabetta,
00:08:30
cugina di Maria, per sfuggire
alla strage degli innocenti,
00:08:33
sarebbe rimasto solo tra la natura
selvaggia dopo la morte della madre,
00:08:36
ma viene rassicurato da Maria e posto sotto la
protezione di Cristo e dell'Arcangelo Gabriele.
00:08:43
I quattro personaggi si dispongono
in una composizione piramidale
00:08:46
animata da movimenti e sguardi incrociati, ma
l'innovazione principale è lo sfondo roccioso,
00:08:51
una grotta immaginaria aperta su un profondo
paesaggio montuoso reso con la prospettiva aerea.
00:08:59
Consegnato nel 1486, il dipinto viene
rivenduto al re di Francia Luigi XII
00:09:04
per controversie sui pagamenti, inducendo
Leonardo a iniziare una seconda versione
00:09:08
nel 1491, completata nel 1508, quasi
identica ma con personaggi più grandi,
00:09:14
variazioni nel paesaggio e una cromia più
fredda, con le aureole e il crocifisso sul
00:09:19
Battista che sarebbero invece delle aggiunte
posteriori, mantenendo l'atmosfera delicata
00:09:23
dello sfumato e la profondità spaziale
data dalla mano protesa di Maria.
00:09:46
Nel 1495, su incarico di Ludovico il Moro,
Leonardo inizia a dipingere l'Ultima Cena
00:09:52
nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a
Milano, riprendendo la tradizionale iconografia
00:09:56
quattrocentesca del cenacolo con un lungo tavolo
frontale, già utilizzata da artisti precedenti.
00:10:03
Tuttavia, a differenza di queste opere
che mostravano il momento dell'eucaristia,
00:10:07
qui Leonardo raffigura l'istante in cui Cristo
rivela il tradimento di uno degli apostoli,
00:10:12
rinnovando lo schema distributivo, ponendo
tutti i personaggi dallo stesso lato del
00:10:16
tavolo, senza isolare Giuda, e creando una
straordinaria animazione tra i commensali.
00:10:22
Gli apostoli manifestano il
loro stupore attraverso pose,
00:10:25
gesti e atteggiamenti del viso,
con la notevole eccezione di Giuda,
00:10:29
il quinto da sinistra, mostrato di spalle
verso Cristo; questa intensa espressività
00:10:34
deriva dalla poetica leonardesca che impone al
corpo di manifestare visivamente le emozioni.
00:10:40
Nell'esternare la loro incredulità, gli apostoli
si raggruppano in formazioni triangolari,
00:10:44
eco della posa triangolare assunta da Cristo,
00:10:47
isolato ma sereno al centro della scena,
avendo già accettato il suo destino.
00:10:53
L'isolamento di Cristo è enfatizzato dalla
prospettiva del soffitto e degli arazzi,
00:10:57
le cui linee convergenti hanno il punto di
fuga precisamente sulla sua testa, punto
00:11:01
in cui si individua il foro del chiodo usato da
Leonardo per tracciare la complessa prospettiva.
00:11:09
Sebbene appaia un prolungamento illusionistico
dello spazio, la collocazione alta del punto
00:11:14
di fuga non permette un vero inganno
ottico come nella Trinità di Masaccio.
00:11:20
Per accrescere la profondità, Leonardo
dipinge sulla parete di fondo un varco
00:11:24
con due finestre, inserendo un paesaggio
realizzato con la prospettiva aerea;
00:11:28
le tre aperture potrebbero alludere alla Trinità.
00:11:33
Per il Cenacolo, Leonardo non sceglie
l'affresco per la sua rapidità esecutiva,
00:11:37
ma preferisce una tecnica a secco con
tempera e olio sull'intonaco asciutto
00:11:41
per permettere velature e ripensamenti, scelta
che si rivela infelice con un precoce degrado.
00:12:06
Già nel 1556 Vasari descrive il
murale come una "macchia abbagliata";
00:12:12
nel 1652 l'apertura sconsiderata di una porta
ne comporta la perdita dei piedi di Cristo.
00:12:21
Il Cenacolo rischia la distruzione nel
1943 durante il bombardamento del convento,
00:12:27
ma la parete viene salvata da
protezioni approntate già dal 1940.
00:12:34
L'Ultima Cena visibile oggi è frutto
di un lungo restauro dal 1977 al 1999.
00:12:41
Nonostante il degrado, il
Cenacolo diviene un'icona
00:12:43
celebrata e reinterpretata nell'arte e nel cinema.
00:13:06
Nel 1498, Leonardo da Vinci dipinge sul soffitto
della Sala delle Asse del Castello Sforzesco a
00:13:11
Milano un pergolato di gelsi con rami intrecciati
che partono dal basso, omaggiando così la
00:13:16
ricchezza degli Sforza, legata alla seta prodotta
dai bachi che si nutrono di questa pianta, e il
00:13:20
duca Ludovico il Moro, il cui soprannome deriva
dal frutto del gelso; simbolicamente, compaiono i
00:13:28
nodi di Leonardo, disegni geometrici che ricordano
il matrimonio tra gli Sforza e gli Este nel 1491.
00:13:36
Contemporaneamente, Leonardo illustra il libro del
matematico Luca Pacioli sulla sezione aurea, una
00:13:42
proporzione armonica, realizzando sessanta disegni
di figure solide basate su questa proporzione,
00:13:47
colorate e tridimensionali, con i nomi scritti
in latino e greco su cartelli; tra queste
00:13:54
figure si trovano i cinque solidi platonici,
forme speciali descritte dal filosofo greco
00:13:59
Platone – il tetraedro, il cubo, l'ottaedro, il
dodecaedro e l'icosaedro – i quali erano associati
00:14:05
agli elementi (fuoco, terra, aria e acqua),
con il dodecaedro rappresentante l’universo.
00:14:15
Firenze, 1503.
00:14:19
Leonardo da Vinci riceve un incarico
grandioso: dipingere la battaglia di
00:14:23
Anghiari nel Palazzo Vecchio, un'opera
celebrativa della vittoria sui Milanesi.
00:14:29
Sulla parete opposta, Michelangelo avrebbe
dovuto raffigurare un'altra gloriosa
00:14:33
battaglia fiorentina, quella di Cascina:
un confronto artistico di grande attesa.
00:14:39
Leonardo si dedica con fervore
al progetto, realizzando disegni
00:14:43
preparatori di notevole intensità, popolati
da guerrieri in lotta e cavalli impetuosi.
00:14:50
L'artista sembra pronto a creare un
capolavoro, ma accade un imprevisto:
00:14:53
Leonardo opta per sperimentare
l'antica tecnica dell'encausto,
00:14:57
in uso presso i Romani, con l'intento di fissare
i colori tramite il calore applicato al muro.
00:15:03
L'esito è disastroso: il
calore scioglie i pigmenti,
00:15:07
compromettendo irrimediabilmente
l'opera, che viene abbandonata.
00:15:13
Nonostante la rovina, quel
tentativo affascina gli artisti:
00:15:16
molti giungono a Firenze per ammirare
i resti di quel dinamismo potente.
00:15:20
Rubens, un altro maestro, ne esegue persino
una copia, derivata da un'altra copia.
00:15:28
Sorprendentemente, alcuni studi
suggeriscono che Leonardo non abbia
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mai dipinto direttamente sul muro,
limitandosi ai disegni preparatori.
00:15:37
Anche Michelangelo non completa la sua battaglia,
00:15:40
lasciando unicamente il cartone, apprezzato
per la forza espressiva dei corpi nudi.
00:15:44
Il confronto pittorico tra i due maestri non si
concretizza sulle pareti del Palazzo Vecchio;
00:15:49
tuttavia, quei disegni preparatori, densi di
energia e innovazione, diventano leggendari,
00:15:55
tanto che Benvenuto Cellini, celebre scultore,
li definisce «la scuola del mondo», poiché
00:15:59
illustrano l'essenza del movimento
e della rappresentazione bellica.
00:16:24
Nel 1499, Leonardo riceve l'incarico per una
pala d'altare fiorentina, opera incompiuta per
00:16:30
la sua partenza nel 1505, ma lascia un dettagliato
cartone, noto come Cartone di Burlington House.
00:16:38
Il disegno mostra la Madonna seduta su Sant'Anna
con Gesù benedicente Giovanni Battista.
00:16:44
Nonostante alcune parti abbozzate, il
cartone rivela lo stile di Leonardo:
00:16:48
il delicato sfumato che modella i corpi
e l'ambientazione nel paesaggio naturale.
00:16:53
Le pose complesse ma naturali derivano dalla sua
conoscenza anatomica, evidenziando come Leonardo
00:16:59
dipinga con occhio scientifico, mantenendo
l'approccio artistico anche nella scienza.
00:17:05
Tutto questo è più visibile nel
dipinto raffigurante Sant'Anna,
00:17:08
la Vergine e il Bambino,
realizzato tra il 1503 e il 1519.
00:17:15
Nella tavola, le quattro figure formano
un'unica composizione piramidale grazie a
00:17:19
una diversa disposizione dei
corpi rispetto al cartone.
00:17:23
Questa composizione comunica un significato
religioso: le tre generazioni sovrapposte
00:17:28
sottolineano l'incarnazione di Cristo, mentre
l'agnellino allude al suo sacrificio finale.
00:17:33
I corpi sembrano fondersi nell'atmosfera
grazie all'abolizione della linea di contorno.
00:17:38
Anche questa scelta, apparentemente artistica,
nasce dall'osservazione della realtà:
00:17:43
nessun oggetto ha un contorno netto; la forma si
distingue per colore, luminosità e chiaroscuro.
00:17:49
Il gruppo è posto davanti a un vasto paesaggio
montuoso la cui profondità è resa attraverso
00:17:54
la prospettiva aerea, con le montagne più
lontane chiare e indistinguibili dal cielo.
00:18:12
Durante il suo primo soggiorno milanese,
tra il 1482 e il 1500, Leonardo rinnova il
00:18:17
genere del ritratto con importanti novità,
come si nota nella Dama con l'ermellino.
00:18:25
Invece del tradizionale mezzo
busto, include il busto intero,
00:18:29
permettendo alle mani di animare la composizione.
00:18:33
La dama ritratta potrebbe essere Cecilia
Gallerani, amante di Ludovico il Moro;
00:18:38
l'ermellino, simile a un furetto,
potrebbe alludere al nome di famiglia,
00:18:42
o al titolo di Cavaliere dell'Ordine
dell'Ermellino conferito a Ludovico.
00:18:47
La posa dinamica, con busto ruotato a
sinistra e sguardo diretto alla luce,
00:18:51
contrasta con l'attenzione all'abito semplice
ma elegante e all'ovale delicato del viso,
00:18:56
posto su un fondo nero ottocentesco.
00:19:02
Nello stesso periodo, Leonardo
dipinge La Belle Ferronière,
00:19:05
ritratto di un'altra donna milanese,
forse Lucrezia Crivelli o Beatrice d'Este.
00:19:12
Il nome deriva da un'amante del re di Francia con
00:19:15
cui fu confusa per il gioiello
frontale detto "ferronière".
00:19:20
La donna, dietro un parapetto con mani
nascoste, cattura per l'intenso sguardo
00:19:24
a destra, mentre il realismo delle vesti
ricche enfatizza lo sfumato del viso.
00:19:31
Leonardo sa anche rimanere nella tradizione,
come nel Ritratto di Isabella d'Este,
00:19:35
dove la marchesa di Mantova è raffigurata
di profilo e a mezzo busto, ma con il
00:19:39
tipico effetto di tridimensionalità
ottenuto con lo sfumato del viso.
00:20:07
La Gioconda, o Monna Lisa, è il dipinto più
noto dell'intera produzione di Leonardo.
00:20:12
Forse, è il più celebre dipinto di ogni epoca,
con il suo titolo che deriva dalla presunta
00:20:16
identità della donna ritratta, Monna Lisa
Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo.
00:20:23
Leonardo realizza questo ritratto tra il 1503
e il 1506, durante il suo soggiorno fiorentino,
00:20:29
ma non lo consegna, continuando anzi a
modificarlo negli anni successivi, tanto che
00:20:34
le radiografie hanno rivelato tre precedenti
versioni celate sotto l'immagine attuale.
00:20:40
Quando, nel 1517, il re francese Francesco
I invita Leonardo a lavorare per lui,
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l'artista si porta dietro il dipinto,
00:20:48
che viene acquistato dal sovrano per una
somma considerevole, quattromila scudi d'oro.
00:20:54
Questa circostanza spiega perché La Gioconda si
trovi oggi al Louvre, la cui straordinaria fama
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è stata paradossalmente accresciuta dal clamoroso
furto subito nel 1911, quando Vincenzo Perugia,
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un ex impiegato del museo, la sottrasse asserendo
la sua appartenenza all'Italia, con l'intento di
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rivenderla clandestinamente; tuttavia, il
suo tentativo di autenticazione da parte di
00:21:15
un esperto ne causò la scoperta e l'arresto, e
dopo due anni il dipinto fece ritorno al Louvre.
00:21:25
Come in altri suoi ritratti, Leonardo presenta
la donna di tre quarti, con il busto rivolto a
00:21:29
sinistra e il viso ruotato in senso opposto;
in questo caso, Monna Lisa è seduta su una
00:21:34
poltroncina posta davanti a un parapetto, oltre
il quale si dispiega un profondo panorama,
00:21:39
elegantemente vestita e con il capo coperto
dal velo trasparente tipico delle puerpere.
00:21:44
L'ampio ricorso allo sfumato e l'assenza di
una linea di contorno definita conferiscono
00:21:49
una straordinaria morbidezza ad ogni passaggio,
tendendo a fondere la figura con lo sfondo;
00:21:54
le sopracciglia depilate, lo sguardo leggermente
spostato a destra rispetto all'osservatore e gli
00:21:59
angoli sfumati della bocca contribuiscono
a rendere incerta l'espressione del viso.
00:22:03
Il celebre mistero del sorriso della
Gioconda trova una sua spiegazione nel
00:22:07
sottile accenno di elevazione solo
dell'angolo destro delle labbra,
00:22:10
lasciando la bocca sorridere solo a metà,
poiché un sollevamento di entrambi gli
00:22:14
angoli avrebbe prodotto un sorriso più
esplicito, ma forse meno enigmatico.
00:22:18
Indeterminato rimane anche il paesaggio sullo
sfondo, che pur evocando le terre intorno ad
00:22:23
Arezzo, ipotesi suggerita dalla presenza
di un ponte simile a quello di Buriano,
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dietro la spalla destra della donna, è con
ogni probabilità un luogo frutto della fantasia
00:22:31
dell'artista, reso con la prospettiva aerea
che lo fa apparire infinitamente profondo.
00:22:37
Negli ultimi anni della intensa vita,
trascorsi in Francia al servizio del re,
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Leonardo continua la sua fervida attività
come ingegnere e artista di corte,
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ideando scenografie e progetti architettonici,
monumenti e studi scientifici, fino alla sua
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morte avvenuta il 2 maggio 1519.
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Egli lascia i suoi preziosi disegni
al fedele allievo Francesco Melzi,
00:22:57
ma la sua eredità artistica, intrisa di
mistero e di una visione che trascende il
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tempo, continua a illuminare il cammino
dell'ingegno umano attraverso i secoli.