Olocausto e Musica - Musica nei Ghetti e nei Lager

00:24:17
https://www.youtube.com/watch?v=ACwMar--mAA

الملخص

TLDRIl video analizza il ruolo cruciale della musica durante l'Olocausto, evidenziando come, nonostante l'orrore dei ghetti e dei campi di sterminio, la musica favorisca la speranza e la resistenza tra le vittime. Attraverso esempi specifici di opere e musicisti, il video racconta come la musica servisse come forma di espressione e unione in un tempo di grande sofferenza. Non solo venivano eseguite opere classiche e canzoni popolari, ma la musica diventava anche un mezzo per testimoniare l'atrocità della condizione umana. L'importanza della memoria è centrale nel messaggio del video, che invita a non dimenticare l'Olocausto e a riflettere su come la musica possa fungere da catalizzatore di speranza.

الوجبات الجاهزة

  • 🎶 La musica era una forma di speranza durante l'Olocausto.
  • 🏙️ I ghetti avevano orchestre e eventi musicali nonostante il terrore.
  • 👦 "Brundibar" è un'opera dedicata ai bambini del ghetto.
  • 🕊️ La musica è un potente strumento di memoria e resistenza.
  • 🎼 Molti compositori, come Ullmann e Messiaen, crearono opere nel dolore.
  • 🗣️ La musica clandestina rappresentava una vera e propria ribellione.
  • 📜 Ci sono oltre 4000 composizioni documentate dell'Olocausto.
  • 🕰️ La musica era usata anche in modo strumentale dai nazisti.
  • 🌍 La musica unisce, trascende confini e divisioni.
  • 🧠ricordare l'Olocausto è fondamentale per non ripetere gli errori del passato.

الجدول الزمني

  • 00:00:00 - 00:05:00

    Nel video si esplora l'Olocausto, evidenziando il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati, che ha portato alla morte di milioni di innocenti. Si fa riferimento ai ghetti e ai campi di concentramento, menzionando luoghi tristemente noti come Auschwitz e Dachau. Nonostante l'orrendo contesto, la musica emerge come un simbolo di resistenza e speranza per molti prigionieri, offrendo una connessione umana e un ancoraggio a un passato di libertà e dignità.

  • 00:05:00 - 00:10:00

    Il jazz, considerato una forma di musica degenerata dai nazisti, rappresenta la risposta culturale alla loro oppressione. Musicisti, indipendentemente dalla loro origine, si opposero al regime attraverso la loro arte. Nonostante la repressione, la musica rimase una forma di espressione vitale, con compositori e musicisti che cercarono di trasmettere il loro dolore e la loro resistenza attraverso opere di grande significato.

  • 00:10:00 - 00:15:00

    La musica nei lager era utilizzata sia come strumento di propaganda che come mezzo per coprire atrocità. Testimonianze di musicisti deportati rivelano la tragedia di suonare per gli stessi aguzzini, evidenziando la perversione della musica che diventò un simbolo di crudeltà e terrore. Mentre la musica ufficiale serviva il regime, i canti dei prigionieri rimasero una forma di resistenza e speranza in mezzo all'orrore.

  • 00:15:00 - 00:24:17

    Al termine della guerra, la memoria musicale dell'Olocausto emerge come testimone di sofferenza e resilienza, con la necessità di preservare e onorare le opere perdute. Progetti come quelli di Francesco Lotoro testimoniano l'importanza della ricerca musicale, che funge da memoriale per le vittime e un monito affinché tali atrocità non accadano mai più. Il video sottolinea l'importanza di ricordare per onorare la memoria e promuovere la pace.

اعرض المزيد

الخريطة الذهنية

فيديو أسئلة وأجوبة

  • Qual è il tema principale del video?

    Il tema principale è l'importanza della musica durante l'Olocausto come forma di resistenza e speranza.

  • Quali ghetti e campi di sterminio vengono menzionati?

    Vengono menzionati Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Theresienstadt e la Risiera di San Sabba.

  • Che ruolo aveva la musica nei ghetti?

    La musica nei ghetti serviva a mantenere viva l'umanità e a dare speranza ai prigionieri.

  • Chi era Hans Krása?

    Hans Krása era un compositore che scrisse l'opera "Brundibar" messa in scena nel ghetto di Theresienstadt.

  • Che tipo di musica veniva suonata nei campi di concentramento?

    Nei campi veniva suonata sia musica ufficiale di propaganda, sia musica clandestina di resistenza.

  • Cosa rappresenta la musica composta durante l'Olocausto?

    Rappresenta testimonianze delle sofferenze e delle esperienze delle vittime.

  • Che significato ha la musica secondo il video?

    La musica è vista come un veicolo di emozioni umane, speranza e memoria.

  • Quali sono alcuni dei compositori menzionati?

    Vengono menzionati Victor Ullmann, Olivier Messiaen e Esther Béjarano.

  • Cosa è emerso dalla ricerca sulla musica dell'Olocausto?

    La ricerca ha prodotto oltre 4000 composizioni e 12000 documenti da deportati di tutto il mondo.

  • Qual è l'obiettivo della musica nell'Olocausto secondo il video?

    L'obiettivo è preservare la memoria e riflettere sulle atrocità passate.

عرض المزيد من ملخصات الفيديو

احصل على وصول فوري إلى ملخصات فيديو YouTube المجانية المدعومة بالذكاء الاصطناعي!
الترجمات
it
التمرير التلقائي:
  • 00:00:05
    Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo video di “Uno sguardo al passato”.
  • 00:00:10
    Questa volta il nostro sguardo si rivolge all’Olocausto,
  • 00:00:14
    il genocidio di cui fu responsabile la Germania nazista e i suoi alleati,
  • 00:00:19
    pagine della storia intrise del sangue di molti, troppi innocenti.
  • 00:00:25
    Ci addentriamo nell’orrore dei ghetti e dei campi di sterminio, in luoghi di terrore e di morte come Auschwitz - Birkenau,
  • 00:00:34
    Dachau, Mauthausen, Flossemburg, Dora-Mittelbau, Neuengamme, Ravensbruck, Buchenwald, Theresienstadt
  • 00:00:44
    ed anche l’italiana Risiera di San Sabba,
  • 00:00:48
    luoghi dove milioni di ebrei, polacchi, rom, omosessuali, nemici politici tra cui partigiani ed antifascisti,
  • 00:00:57
    prigionieri di guerra classificati come internati militari, in modo che fosse possibile renderli prigionieri schiavi senza alcun controllo,
  • 00:01:07
    trovarono la morte nelle camere a gas, o per fame, o a causa dei lavori massacranti, o per malattia
  • 00:01:15
    o, forse ancor peggio, come cavie di esperimenti medici.
  • 00:01:20
    In questi luoghi di orrore, c’era la luce della speranza, della speranza di poter continuare a vivere,
  • 00:01:27
    nella speranza di poter rivedere i propri cari e la speranza trovava spesso come via quella della musica.
  • 00:01:35
    La musica che fu scritta in questo periodo dalle vittime di questa tragedia fu una via appunto di speranza, di resistenza,
  • 00:01:44
    di opposizione all’orrore ed è oggi un potente strumento di memoria.
  • 00:01:50
    Per quanto possa sembrare difficile immaginare musica in quelle situazioni, la musica c’era,
  • 00:01:57
    veniva eseguita e veniva anche composta, sempre e comunque, nonostante tutto.
  • 00:02:03
    A volte per scelta, altre volte però per costrizione.
  • 00:02:08
    Sono moltissime le testimonianze in merito dei sopravvissuti.
  • 00:02:12
    Se vi state chiedendo quale genere di musica fosse eseguita.. beh, ogni genere,
  • 00:02:18
    dalla musica classica, alle canzonette da cabaret, dalla musica sacra a quelle di tradizione popolare.
  • 00:02:25
    Nei ghetti la musica composta ed eseguita volontariamente era un modo di rimanere ancorati all’umanità,
  • 00:02:32
    al ricordo di un passato in cui esistevano ancora dei principi morali, un’àncora per non cadere nella totale disperazione e rimanere aggrappati alla speranza.
  • 00:02:44
    Nel ghetto di Theresienstadt, ovvero l’anticamera di Auschwitz, i bambini potevano frequentare delle lezioni,
  • 00:02:51
    al fine di ricreare per loro un ambiente che richiamasse il più possibile una sorta di normalità,
  • 00:02:58
    e a questi bambini fu dedicata l’opera “Brundibar” del compositore Hans Krása,
  • 00:03:04
    opera che fu composta a Praga nel 1938 ma che ebbe la sua prima rappresentazione a Terezìn il 23 settembre del 1943 sotto la direzione di Rafael Schächter.
  • 00:03:19
    Quest’opera prevedeva la partecipazione attiva di molti bambini del ghetto.
  • 00:03:24
    L’opera fu replicata molte volte, in diversi luoghi del ghetto, ma questo non salvò purtroppo il compositore,
  • 00:03:32
    che fu prima internato a Terezìn nell’agosto del ’42 e trasferito poi ad Auschwitz, dove venne ucciso il 18 ottobre del ’44.
  • 00:03:42
    Anche ai bambini non toccò purtroppo sorte migliore, visto che degli oltre 15000 bambini nel ghetto a guerra conclusa ne rimanevano ancora in vita 1800.
  • 00:03:55
    In questo ghetto era in funzione la Freizeitgestaltung, ovvero l’organizzazione per il tempo libero,
  • 00:04:03
    che promuoveva concerti, spettacoli teatrali e di cabaret con tanto di scenografie.
  • 00:04:08
    Venivano rappresentati balletti e opere liriche, tra cui “La sposa venduta”, “Il matrimonio segreto”, “Il pipistrello”.
  • 00:04:16
    Un episodio tra i più agghiaccianti fu l’esecuzione del “Requiem” di Verdi.
  • 00:04:22
    Questo Requiem era particolarmente apprezzato dai carcerieri del ghetto e ne ordinarono l’esecuzione per il 6 settembre del 1943.
  • 00:04:30
    Il coro di 150 persone all’indomani dell’esecuzione venne deportato ad Auschwitz.
  • 00:04:37
    Venne formato un altro coro per un’altra esecuzione ed anche questo coro fu deportato poi ad Auschwitz.
  • 00:04:44
    Con somma fatica si riunì un terzo coro, composto solamente da una sessantina di coristi che riuscì ad esibirsi 15 volte.
  • 00:04:54
    A Terezìn vi era addirittura una band di musica jazz che veniva chiamata “The Ghetto Swingers”.
  • 00:05:02
    Il jazz era considerato un genere degenerato per il reich per la sua tendenza anticonformista,
  • 00:05:09
    il fatto che in questo genere vi fossero delle dissonanze lo etichettava come un genere ribelle.
  • 00:05:16
    Queste teorie erano state avvallate da un saggio di Richard Wagner: “Il giudaismo nella musica”, pubblicato molto prima,
  • 00:05:24
    nel 1850, e che già nella sua epoca voleva contrappore la musica “tedesca” alla musica “ebraica”.
  • 00:05:32
    Wagner fu un convinto antisemita, un precursore del nazismo che in questo testo inneggiava alla superiorità della razza ariana anche nella musica.
  • 00:05:43
    Un libro che fu usato ben presto dalla propaganda nazista.
  • 00:05:47
    Ma la musica non conosce confini, nazionalità, limitazioni o presunte superiorità, neanche se ideate da Richard Wagner.
  • 00:05:56
    Molti musicisti si ribellarono, reagirono all’oppressione, non solo musicisti ebrei, ma di ogni nazionalità,
  • 00:06:04
    tra cui anche musicisti tedeschi, come Hanns Eisler e Kurt Weill.
  • 00:06:09
    Molti i nomi che vi si affiancano, Schönberg, Hindemith, Křenek, Haas, Ulmann,
  • 00:06:16
    musicisti che vennero fortemente attaccati per la loro opposizione, con il rischio di finire imprigionati anch’essi quali oppositori del regime.
  • 00:06:25
    Molti altri emigrarono negli Stati Uniti nella speranza di riuscire a scappare alla persecuzione, come Rubinstein e Castelnuovo-Tedesco,
  • 00:06:35
    continuando però a dar voce con la loro arte alle sofferenze delle vittime dell’Olocausto.
  • 00:06:41
    Ma c’era chi quell’orrore non lo viveva a distanza, bensì sulla propria pelle.
  • 00:06:47
    Nei ghetti veniva eseguita una musica “ufficiale”, che nulla aveva a che fare con la libertà di espressione,
  • 00:06:54
    era musica “a comando” che orchestre e bande eseguivano per le autorità naziste.
  • 00:06:59
    Ma a questa musica “forzata” si opponeva la musica clandestina, la musica di resistenza,
  • 00:07:07
    i canti dei deportati, i canti dei ghetti.
  • 00:07:11
    Queste opere erano una sorta di testamento dei compositori e musicisti per le generazioni future.
  • 00:07:18
    Capivano l’enorme importanza del trasmettere le loro testimonianze e nascondevano in ogni modo possibile le loro opere,
  • 00:07:26
    in modo che non andassero distrutte durante la deportazione.
  • 00:07:30
    Opere che narrano l’orrore che stavano vivendo, opere messe in nascondigli di fortuna o affidate alla memoria di chi è sopravvissuto e che potè ancora diffonderle.
  • 00:07:41
    Tra i milioni di deportati vi erano moltissimi musicisti e compositori.
  • 00:07:47
    Molti di loro erano costretti ad eseguire musica nelle orchestre dei vari campi, per intrattenere i nazisti.
  • 00:07:54
    I musicisti internati nei lager nazisti furono più di 1600.
  • 00:07:59
    ...e così dalla musica nei ghetti passiamo ora alla musica nei lager.
  • 00:08:05
    Qui è doveroso fare una piccola premessa.
  • 00:08:08
    La propaganda nazista fece largo, anzi, larghissimo uso della musica, usata come mezzo di diffusione del manifesto nazista.
  • 00:08:18
    Lo stesso percorso di formazione militare tedesco includeva canzoni di propaganda che inneggiavano alla tradizione tedesca e all’identità ariana.
  • 00:08:29
    I soldati tedeschi erano abituati ad ascoltare continuamente musica e continuarono questa abitudine anche quando assegnati ai lager.
  • 00:08:37
    La musica scandiva così i vari momenti della giornata: la partenza al lavoro, il ritorno al campo, le chiamate per l’appello, le punizioni e.. anche le esecuzioni.
  • 00:08:51
    Ecco una testimonianza di Simon Laks, compositore e violinista, nel suo libro "Mélodies d’Auschwitz":
  • 00:08:59
    “Per i musicisti hanno sistemato delle panche nell’area dei crematori. Non ci sono leggii, dovremo suonare a memoria […].
  • 00:09:07
    Suoneremo per persone che ben presto saranno bruciate; ma da chi? È un mistero. Forse proprio da noi?
  • 00:09:15
    Le autorità impongono ai musicisti tanti lavori che non hanno nulla a che fare con la musica […].
  • 00:09:22
    Il concerto durerà all’incirca due ore. Il programma prevede anche delle melodie ebraiche.”
  • 00:09:28
    Possono gli uomini che sono in grado di piangere ascoltando la musica essere in grado di commettere così tanta crudeltà verso il resto dell'umanità?
  • 00:09:41
    Strumenti musicali sottratti ai deportati vennero così recuperati e talvolta riparati al fine di formare nei lager delle vere e proprie orchestre,
  • 00:09:51
    esistenza che è stata accertata in almeno 21 dei campi principali.
  • 00:09:57
    Musicisti spesso costretti a suonare ogni giorno, per intrattenere i loro stessi aguzzini,
  • 00:10:03
    oppure detenuti che non erano nemmeno dei musicisti ma che erano costretti ad imparare marce da cantare ad alta voce,
  • 00:10:11
    a cantare canti popolari tedeschi durante i lavori forzati.. cantati da prigionieri stremati e debilitati dalla fame.
  • 00:10:20
    Ma non vi era scelta.
  • 00:10:22
    Chi non conosceva la canzone veniva picchiato.
  • 00:10:25
    Chi cantava troppo piano veniva picchiato.
  • 00:10:29
    Chi cantava troppo forte veniva picchiato.
  • 00:10:33
    Ogni lager ha una sua terribile storia a riguardo.
  • 00:10:36
    A Buchenwald un gruppo di prigionieri vennero costretti a cantare in coro per coprire con le loro voci una fucilazione di massa di prigionieri russi.
  • 00:10:47
    A Mauthausen un condannato a morte venne accompagnato al patibolo da una piccola orchestra.
  • 00:10:53
    Anche un altro prigioniero, Hans Bonarewitz fu condannato a morte e accompagnato durante la sua esecuzione dal brano “Aspetterò sempre il tuo ritorno”.
  • 00:11:04
    Qui anche Joseph Drexel fu costretto a cantare l’inno sacro ”O Haupt voll Blut und Wunden”, ovvero “Sangue e ferite di Gesù”,
  • 00:11:15
    mentre veniva frustato fino a perdere i sensi.
  • 00:11:18
    Nel campo di concentramento di Esterwegen, dove c'era anche un coro del campo, fu fondata l'orchestra del campo, nel 1935.
  • 00:11:28
    Un gruppo musicale di sedici membri, che provava nella capanna numero 12.
  • 00:11:34
    Tenevano molti concerti che servivano però a coprire esecuzioni e pestaggi, ma fu anche utilizzata come propaganda.
  • 00:11:42
    Se circolavano foto di concerti nei lager forse nessuno si sarebbe accorto delle atrocità che invece vi venivano commesse.
  • 00:11:51
    Così vi erano concerti in occasione del compleanno di Hitler, o per capodanno o per qualsiasi momento di festa nazista.
  • 00:12:00
    Ad Auschwitz per gli stessi scopi era presente un’orchestra sinfonica di 80 elementi,
  • 00:12:07
    a Treblinka era invece di 3 elementi: mandolino, violino e uno strumento a fiato,
  • 00:12:12
    a Birkenau avevano invece un’orchestra femminile.
  • 00:12:16
    I musicisti di queste orchestre e cori potevano avere talvolta delle condizioni meno dure,
  • 00:12:22
    o perlomeno potevano sperare divivere più a lungo, ma non per rispetto o altro, solo per la loro utilità.
  • 00:12:31
    Terminata l’utilità… terminava tutto.
  • 00:12:34
    Qui, la musica, che è un veicolo di sentimenti e di emozioni umane, venne stravolta nella sua stessa essenza,
  • 00:12:43
    trasformata in una disarmonia sconvolgente, divenne un mezzo grottesco di disumanità, una strumentalizzazione diabolica per infondere regole e terrore.
  • 00:12:55
    Canti tedeschi ripetuti ancora e ancora, fino allo sfinimento.
  • 00:13:00
    Terrore, in cui i detenuti comunisti erano costretti a cantare l’inno nazionale mentre scavavano la loro stessa fossa
  • 00:13:09
    o prigionieri ebrei che erano costretti a cantare salmi mentre venivano crudelmente picchiati.
  • 00:13:16
    Questo oltre a l’inno nazionale tedesco che riecheggiava da radio e grammofoni agli altoparlanti dei campi,
  • 00:13:24
    al volume più alto possibile, quale simbolo della supremazia ariana e per stremare corpo e spirito dei prigionieri.
  • 00:13:33
    Sì, anche il corpo, poiché non si disdegnava di diffonderla anche la notte,
  • 00:13:38
    così oltre che stremati dalla fame e dai lavori forzati, i prigionieri non potessero trovare conforto nemmeno nel sonno.
  • 00:13:46
    Anche i compositori imprigionati venivano costretti a scrivere musica che spesso denigrasse la loro stessa origine,
  • 00:13:54
    come il “Judenlied”, canzone composta appunto da un prigioniero a Buchenwald,
  • 00:13:59
    canzone che narra di come gli ebrei abbiano ingannato, mentito, imbrogliato per denaro.
  • 00:14:06
    Ma anche qui, alla musica forzata, si oppose il canto libero.
  • 00:14:11
    Si, il canto come unico strumento musicale che non poteva essere tolto, dove ninne nanne per bimbi, inni religiosi,
  • 00:14:20
    canti yiddish e canti derisori al nazismo dimostrano quanto la musica non avesse perso per gli imprigionati il suo valore di speranza e di aggregazione.
  • 00:14:32
    Inizialmente non era proibito cantare, erano proibiti però determinati canti tra cui molti nazionalistici non tedeschi.
  • 00:14:40
    Ma la musica e il canto spontaneo vennero via via sempre più osteggiati,
  • 00:14:46
    però… continuavano, seppur flebili, ad esserci, presenti perfino nell’ultimo momento nelle camere a gas
  • 00:14:55
    ed ognuno si esprimeva con i suoi canti, i canti della propria terra, a ricordo di un’umanità che si disgregava giorno dopo giorno.
  • 00:15:04
    Ecco alcuni dei musicisti:
  • 00:15:08
    “Quatuor pour la fin du temps”, "Quartetto per la fine dei tempi", è una struggente composizione di Olivier Messiaen,
  • 00:15:17
    ed evoca tutto il dolore e lo strazio vissuti dal musicista francese nel campo di concentramento di Görlitz, in Polonia.
  • 00:15:26
    Questa composizione è valutata oggi come una delle più rilevanti composizioni cameristiche del ‘900
  • 00:15:33
    e considerando dov’è stata composta e che lì ebbe anche la sua prima esecuzione, trasmette ancor di più il forte valore emozionale e simbolico.
  • 00:15:45
    Gregor Schwake compose nel settembre del ’44 la "Dachauer Messe" e un "Ostertrio" ovvero "Trio pasquale" nel marzo del ‘45
  • 00:15:56
    per violino, viola e violoncello.
  • 00:15:58
    Era un "privilegio" il poter comporre ed eseguire ufficialmente della musica, che veniva concesso solo molto raramente a membri di altri gruppi religiosi come ebrei o testimoni di Geova.
  • 00:16:13
    Un’altra musicista giunse giovanissima ad Auschwitz: Esther Béjarano.
  • 00:16:18
    La giovane, proveniva da una famiglia ebrea di musicisti, famiglia che fu sterminata dai nazisti: padre, madre e sorella.
  • 00:16:28
    Lei fu deportata ad Auschwitz.
  • 00:16:30
    Musicista e cantante, fu assegnata all’orchestra del campo di sterminio, un’orchestra che aveva il compito di suonare in momenti particolari,
  • 00:16:39
    e fu poi trasferita a Ravensbrück e assegnata a lavori manuali.
  • 00:16:44
    Dopo la liberazione andò in Palestina e lì proseguì il suo cammino musicale come cantante e insegnante di musica.
  • 00:16:52
    Desiderando perpetrare il ricordo, fondò negli anni ’60 ad Amburgo l’Auschwitz Komitee Deutschland,
  • 00:17:00
    proponendo musica che comprendeva canti yiddish della tradizione e canti della Resistenza.
  • 00:17:07
    Tra questi canti vi era un famoso canto dei Sinti e Rom che intonava:
  • 00:17:12
    “Non mi svegliare, non voglio capire il mondo.
  • 00:17:17
    Non voglio vedere i tormenti del mio popolo.
  • 00:17:20
    Ragazza mia pensa solo ai bei tempi
  • 00:17:23
    e non guardare come veniamo trattati”
  • 00:17:28
    Victor Ullmann
  • 00:17:30
    Compositore, pianista e direttore d’opera, allievo di Schönberg.
  • 00:17:34
    Deportato a Terezìn potè continuare a comporre e scrisse in quel periodo “L’imperatore di Atlantide”.
  • 00:17:41
    I nazisti però non gli permisero di mettere in scena l'opera, per evitare possibili accostamenti con l’imperatore rappresentato nell’opera e Adolph Hitler.
  • 00:17:52
    Morì nella camera a gas di Birkenau.
  • 00:17:56
    Julius Rosenbaum detto anche Willy Rosen, nato in Germania fu deportato ad Auschwitz nel ’44, dove morì.
  • 00:18:05
    Lui era un cantante che aveva ottenuto un buon successo popolare
  • 00:18:09
    e durante la detenzione nel campo creò assieme ad altri amici musicisti quello che definì “Il miglior cabaret in Olanda”.
  • 00:18:19
    Germaine Tillion che nel campo femminile di Ravensbrück scrisse un poema musicale, con versi e melodie.
  • 00:18:29
    Carlo Sigmund Taube era un compositore, allievo di Busoni. Fu deportato a Terezìn nel ’41 assieme alla sua famiglia.
  • 00:18:38
    Continuò a scrivere musica e ad esibirsi, scrisse la “Terezìn Symphony” ma fu poi deportato ad Auschwitz assieme alla moglie e al figlio,
  • 00:18:47
    dove purtroppo nessuno di loro si salvò.
  • 00:18:50
    Ilse Weber, cecoslovacca, amava la poesia e le fiabe che era riuscita a pubblicare nel ’33.
  • 00:18:58
    Deportata a Terezìn a 39 anni diventò infermiera nel campo, dove con le sue storie e con i suoi canti alleviava le sofferenze dei bambini e degli ammalati,
  • 00:19:09
    melodie che intonava solo con la sua voce o accompagnandosi delle volte con una chitarra.
  • 00:19:16
    Un giorno, i bambini di cui Ilse si era presa cura, furono messi sul treno per Auschwitz.
  • 00:19:21
    Lei decise di salire su quel treno volontariamente. Non voleva lasciare da soli i suoi bambini.
  • 00:19:28
    Chiese così ad un altro detenuto del campo se era vero che all’arrivo fosse possibile fare la doccia.
  • 00:19:35
    Il detenuto non riuscì a mentirle, e le disse che non erano docce, bensì camere a gas.
  • 00:19:41
    Le disse di tenere per mano i suoi bambini ed entrare con loro cantando.
  • 00:19:45
    Di sedersi a terra e continuare a cantare, in modo da inalare il gas più velocemente e morire subito.
  • 00:19:53
    Altrimenti sarebbero stati forse schiacciati dagli altri, che quando accortisi di essere in una camera a gas sarebbero stati colti dal panico.
  • 00:20:03
    I bambini ed Ilse scesero dal treno e cantarono quella ninna nanna che Ilse gli aveva insegnato, quella che cantavano sempre…
  • 00:20:12
    e morirono così, cantando.
  • 00:20:15
    Il marito di Ilse, raccolse i suoi canti e li seppellì, nella speranza di poterli conservare prima di essere trasferito anche lui. Lui però sopravvisse e li pubblicò nel ’91.
  • 00:20:29
    Liebeskind aveva 24 anni e trasportava cadaveri a Treblinka dove vennero uccisi e cremati
  • 00:20:36
    anche la moglie Edith e il loro piccolo bimbo di 3 anni.
  • 00:20:39
    Impazzito dal dolore, assieme a Alexander Wertynski scrisse nel ’42 la “Ninna nanna del crematorio”.
  • 00:20:48
    ed assieme a questi musicisti ce ne furono molti, molti, molti altri.
  • 00:20:54
    Terminata la guerra, vi fu chi, come David Botwinik e Aleksander Kulisievicz, cercò di raccogliere e ricostruire i brani perduti.
  • 00:21:04
    Ci sono degli istituti di ricerca, tra cui lo “Yad Vashem” e lo “United States Holocaust Memorial Museum” che conservano ampie raccolte musicali riguardanti l'Olocausto.
  • 00:21:17
    Molti compositori nel dopoguerra dedicarono le loro opere alle vittime dell’olocausto,
  • 00:21:23
    al fine di promuovere la memoria di quanto accaduto e inneggiare alla pace dei popoli.
  • 00:21:29
    Molti musicisti che riuscirono a salvarsi ebbero però dei traumi psicologici così grandi,
  • 00:21:36
    dopo la continua associazione della musica a torture, esecuzioni e pestaggi che abbandonarono per sempre la musica.
  • 00:21:44
    Il ricordo di una musica che erano costretti a suonare anche durante gli omicidi di massa nelle camere a gas… era insopportabile.
  • 00:21:54
    Francesco Lotoro, pianista e compositore italiano che da oltre trent’anni prosegue la ricerca della musica che fu composta nei campi di prigionia e nei campi di concentramento,
  • 00:22:06
    ha eseguito un enorme lavoro di analisi e di archiviazione di questa musica, nella speranza che possa ritrovare voce
  • 00:22:14
    anche solo una volta, quella volta che gli permetta di uscire dal lager in cui è nata e narrare la sua storia.
  • 00:22:21
    Parliamo di musica composta tra il 1933, anno di costruzione dei lager, e il 1953, anno di liberazione degli ultimi prigionieri di guerra che si trovavano nei campi sovietici.
  • 00:22:35
    Questo lavoro di archiviazione è un lavoro senz’altro immenso, in quanto l’archiviazione riguarda ogni pezzo musicale scritto in quel periodo da qualsiasi deportato al mondo,
  • 00:22:48
    si parla di oltre 4000 composizioni dai lager e 12000 documenti provenienti da i deportati in tutto il mondo, da compositori di ogni nazionalità.
  • 00:23:00
    La musica composta ed eseguita durante l’olocausto ci porta il dolore, la tragedia e la speranza di quanti vissero quell’orrore.
  • 00:23:11
    Sono testimonianza di una produzione musicale e allo stesso tempo di una musica mancata, quella che sarebbe potuta essere, ma che è stata interrotta da tante morti precoci,
  • 00:23:24
    musica che è stata costretta a tacere e che mai si potrà ascoltare.
  • 00:23:30
    Non possiamo riscrivere la storia, non possiamo riavvolgere il filo del tempo e modificare quanto è accaduto.
  • 00:23:37
    Però possiamo ricordare, anzi, dobbiamo ricordare, ricordare perché non accada ancora.
  • 00:23:45
    Un grazie Phoenix mirko, iscritto al canale che mi ha suggerito questo video.
  • 00:23:50
    Se ti è piaciuto lascia un like o un commento!
  • 00:23:53
    .. e attiva la campanella delle notifiche per non perdere i prossimi!
الوسوم
  • Olocausto
  • musica
  • storia
  • resistenza
  • memoria
  • ghetti
  • campi di sterminio
  • testimonianze
  • speranza
  • compositori