La Peste Nera: Antichità e Medioevo

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https://www.youtube.com/watch?v=0rqklB_klmU

Résumé

TLDRIl video esplora la storia del batterio Y.Pestis, responsabile di tre devastanti epidemie di peste: la Peste di Giustiniano, la Peste Nera e la peste del XIX secolo. Si discute delle origini del batterio, delle testimonianze storiche di Procopio e Boccaccio, delle pratiche mediche dell'epoca, come l'uso della Teriaca e il ruolo dei Medici della Peste. Inoltre, si analizza l'impatto della peste sull'evoluzione umana e si ipotizza perché il ceppo medievale di Y.Pestis sia scomparso. Il video conclude con la promessa di esplorare come l'umanità ha finalmente imparato a combattere la peste nel XIX secolo.

A retenir

  • 🦠 Y.Pestis ha causato tre epidemie storiche di peste.
  • 📜 La Peste di Giustiniano ha ucciso circa 25 milioni di persone.
  • 📚 Procopio di Cesarea ha documentato la peste a Bisanzio.
  • ⚰️ La Peste Nera ha decimato un terzo della popolazione europea.
  • 👨‍⚕️ I Medici della Peste usavano la Teriaca come rimedio.
  • 🧪 La Teriaca era composta da oltre sessanta ingredienti.
  • ⏳ Il termine 'quarantena' deriva dal tempo di isolamento di 40 giorni.
  • 🧬 La peste ha influenzato l'evoluzione umana, favorendo alcune mutazioni.
  • 🔬 Il ceppo medievale di Y.Pestis era più letale e si è estinto con le sue vittime.
  • 📅 La peste è riapparsa nel XIX secolo, portando a nuove scoperte mediche.

Chronologie

  • 00:00:00 - 00:05:00

    Y.Pestis è un batterio responsabile di tre epidemie di peste che hanno avuto un impatto devastante sull'umanità. La prima epidemia, la Peste di Giustiniano nel 541 DC, causò circa 25 milioni di morti, seguita dalla Peste Nera nel XIV secolo, che uccise un terzo della popolazione europea. La peste riapparve nel XIX secolo, causando oltre 12 milioni di morti in India e Cina. Le testimonianze storiche, come quelle di Procopio di Cesarea e Giovanni Boccaccio, descrivono gli effetti terribili della malattia e le reazioni della popolazione, che passò dall'esorcismo alla barricata in casa per evitare il contagio.

  • 00:05:00 - 00:12:57

    Durante la Peste Nera, emerse la figura del Medico della Peste, che cercò di gestire i sintomi con rimedi dell'epoca, come la Teriaca, un antico antidoto. I medici indossavano costumi protettivi e utilizzavano metodi di somministrazione dei farmaci che anticipavano pratiche moderne. Nonostante le loro conoscenze, i medici erano spesso accusati di diffondere la malattia. La quarantena, un metodo di isolamento, si rivelò efficace nel contenere il contagio. La peste influenzò anche l'evoluzione umana, favorendo mutazioni genetiche che potrebbero aver aumentato la resistenza a malattie future, come l'HIV. Tuttavia, la scomparsa della peste nel Medioevo è attribuita all'evoluzione del batterio, che divenne meno letale nel tempo.

Carte mentale

Vidéo Q&R

  • Cos'è Y.Pestis?

    Y.Pestis è un batterio responsabile di tre epidemie di peste che hanno colpito l'umanità nel corso della storia.

  • Quando è avvenuto il primo contatto tra l'uomo e Y.Pestis?

    Il primo contatto è avvenuto nel Neolitico.

  • Quali sono le tre epidemie di peste principali?

    Le tre epidemie principali sono la Peste di Giustiniano, la Peste Nera e la peste del XIX secolo.

  • Cosa descrisse Procopio di Cesarea sulla Peste di Giustiniano?

    Procopio descrisse la peste come un disastro che causò migliaia di morti al giorno e la reazione della popolazione.

  • Qual era il ruolo dei Medici della Peste?

    I Medici della Peste cercavano di gestire i sintomi e curare i pazienti, oltre a monitorare il numero di morti.

  • Cosa era la Teriaca?

    La Teriaca era un antico medicinale considerato un antidoto, composto da vari ingredienti, tra cui carne di vipera.

  • Come si diffuse la Peste Nera in Europa?

    La Peste Nera si diffuse in Europa nel 1348, importata dall'Asia.

  • Qual è l'impatto della Peste sull'evoluzione umana?

    Alcuni studi suggeriscono che la Peste abbia favorito tratti genetici che aumentano la resistenza a malattie come l'HIV.

  • Perché la Peste è scomparsa nel Medioevo?

    Si pensa che il ceppo di Y.Pestis che infettò le persone nel Medioevo fosse molto più letale e si sia estinto con le sue vittime.

  • Quando è riapparsa la peste nel XIX secolo?

    La peste riapparve nel XIX secolo, momento in cui l'umanità iniziò a combattere efficacemente la malattia.

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    Y.Pestis è un batterio che nel corso della storia ha provocato tre epidemie di peste che hanno avuto un
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    impatto così drammatico sull’umanità da modellare il mondo come lo conosciamo oggi.
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    Ma perché questo batterio era così letale e come ha fatto l'uomo a sconfiggerlo?
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    Scopriamolo assieme in questo episodio di Videograms!
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    INTRO
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    Uno studio recente ha dimostrato che il primo contatto tra l’uomo e Y.Pestis è avvenuto
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    nel Neolitico e che esso fosse alla base del cosiddetto “Declino del Neolitico”, ossia
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    un rapido collasso delle popolazioni che è avvenuto tra cinquemila e semila anni fa circa.
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    La prima epidemia di Peste conosciuta, però, è stata la Peste di Giustiniano nel 541 DC,
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    che causò circa 25 milioni di morti. Essa fu seguita, nel Basso Medioevo dall’illustre
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    Peste Nera che uccise un terzo della popolazione Europea e che è stata descritta nelle opere
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    iconiche di Chaucer, Boccaccio e Petrarca. La Peste riapparì per una terza volta a metà
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    del XIX secolo e portò a più di 12 milioni di morti solo in India e in Cina e, secondo
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    l’OMS è rimasta attiva fino al 1960.
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    Il passato ci ha restituito diverse testimonianze della Peste e dei suoi effetti terribili sull'umanità.
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    Procopio di Cesarea, uno storico Bizantino, ci ha lasciato un resoconto meticoloso della
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    Peste di Giustiniano. Si pensa che la Peste ebbe origine in Asia
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    Centrale e che essa arrivò arrivò in Egitto nel 541 DC e, poi, dal porto di Alessandria,
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    essa arrivò a Costantinopoli, diffondendosi in tutta Bisanzio.
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    Procopio scrisse che la peste durò a Bisanzio per quattro mesi e fu al suo picco per circa
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    tre mesi. All’inizio non morirono molte persone in più del normale, ma, poi, il disastro
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    divampò e, alla fine, si raggiunsero 5000 vittime al giorno e, in seguito, oltre 10000
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    mila. Procopio descrisse coloro avevano contratto
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    la Peste come “esseri sovrannaturali travestiti da esseri umani” che diffondevano la malattia.
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    Inizialmente, le persone sane cercarono di esorcizzarli, ma non appena la malattia raggiunse
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    anche i luoghi sacri, le persone iniziarono a barricarsi in casa, rifiutandosi di aiutare
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    coloro che bussavano alla propria porta in cerca di aiuto.
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    Secondo lo storico, la diagnosi della malattia era difficile: infatti,
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    le persone venivano colte dalla peste mentre erano occupate in altre attività, senza avere
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    il minimo sospetto di essersi infettate. Purtroppo, però, non appena i bubboni iniziavano a diffondersi
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    per tutto il loro corpo, essi sviluppavano sintomi gravi come il coma o delle forti allucinazioni.
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    Un’altra testimonianza degli effetti terribili della Peste, fu scritta, secoli dopo, da Giovanni
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    Boccaccio, autore del Decamerone. Egli scrisse che i bubboni che si presentavano sul corpo degli infermi erano grandi come delle mele
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    o delle uova e che sangue e pus fuoriusciva da questi rigonfiamenti. Coloro che erano
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    infetti, descrivevano sintomi come febbre, brividi, vomito e dolori lancinanti. Sembrerebbe
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    anche che in alcuni casi, i vestiti dei malati potessero fungere da veicolo per la malattia.
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    Il termine Morte Nera con cui viene denominata l’epidemia di peste del XIV secolo fu coniato
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    dall’astronomo Belga Simon de Covino nel 1350, dopo che egli osservò un allineamento
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    poco propizio tra Saturno e Giove. La Peste fu importata in Italia dall’Asia
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    e, da qui, essa si diffuse in tutta l’Europa nel 1348. Durante la Peste Nera emerse per
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    la prima volta la figura del Medico della Peste. Nonostante dovremmo avanzare di circa
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    tre secoli per avere una prima formalizzazione del metodo scientifico, i Medici della Peste
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    cercarono di gestire i sintomi dei pazienti con i medicamenti che erano conosciuti all’epoca.
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    Il loro iconico costume, associato poi alle maschere della “Commedia dell’Arte”,
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    consisteva di occhiali e guanti protettivi, un bastone in legno che presentava una clessidra
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    alata al suo apice e una maschera a forma di becco di uccello. Gli occhiali e i guanti
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    proteggevano il Medico della peste quando toccava o incideva i bubboni dei pazienti,
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    mentre il bastone gli permetteva di consultare i pazienti a una distanza di sicurezza e di
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    misurare il loro polso. La maschera aveva non solo il compito di proteggerli fisicamente,
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    ma era anche riempita con erbe aromatiche che avevano un duplice scopo: il primo era
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    quello di ridurre il forte maleodore che proveniva dai pazienti e il secondo di prevenire il
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    contagio attraverso un medicamento chiamato Teriaca.
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    Infatti, all’epoca, si credeva che la Peste si diffondesse attraverso il miasma che proveniva
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    dai bubboni in decomposizione, dal momento che, all’epoca, ancora non si fosse a conoscenza
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    dell’esistenza dei germi.
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    Ma cos’era la Teriaca? La Teriaca era un medicamento antico il cui nome derivava dal
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    greco e significava “antidoto”. Essa era ottenuta fermentando più di sessanta ingredienti
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    segreti che includevano come elemento primario la carne essiccata di vipera, e altri come
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    valeriana, pepe e oppio. Gli ingredienti venivano polverizzati e ridotti ad un elettuario con
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    il miele. Un elettuario era un medicamento che veniva mescolato col miele o un’altra
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    sostanza dal sapore dolce per renderlo più gradevole.
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    La Teriaca fu inizialmente utilizzata come un antidoto contro il veleno di vipera, ma
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    essa veniva pure utilizzata come una panacea. Si pensava, infatti, che essa potesse curare
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    qualsiasi cosa da una lieve febbricciola fino
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    alla depressione. Sembrerebbe che i medici del tempo sapessero che gli effetti miracolosi
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    della Teriaca fossero dovuti all’effetto sinergico di tutti i suoi componenti e, per
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    tale motivo, essa veniva lasciata a fermentare e invecchiare per anni. Veniva, poi, generalmente
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    somministrata col vino o con il succo di frutti acidi.
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    Nonostante nel tempo i Medici della Peste fossero stati definiti “untori” in quanto
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    si pensava che essi diffondessero la malattia e che i loro metodi fossero totalmente inefficaci,
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    essi possedevano una grande conoscenza dei principi attivi, dal momento che sapevano
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    bene che la Teriaca, e quindi il suo ingrediente principale, cioè l’oppio, dovessero essere
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    somministrati in piccole dosi perché potenzialmente tossici.
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    Inoltre, i Medici della peste conoscevano bene anche le diverse vie di somministrazione
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    dei farmaci. Infatti, la Teriaca, non veniva somministrata solo per via orale, ma anche
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    per via rettale o intradermica. Venivano utilizzati il grasso di anatra o lardo di porco per permettere
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    il veicolamento trasdermico, veicoli che sono stati utilizzati ampiamente dalla medicina
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    moderna fino al ventesimo secolo. Ma la Teriaca funzionava davvero? Bè, sicuramente
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    essa non era capace di curare la Peste dal momento che non fossero presenti antibiotici
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    al suo interno, ma essa era sicuramente un ottimo palliativo, in quanto l’oppio era
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    molto utile per gestire il dolore, fermare la tosse e la diarrea. Altri medicamenti palliativi
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    includevano il succo di melograno per ridurre i problemi gastrici, acqua calda e aceto per
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    prevenire il vomito, salassi e purghe. I Medici della Peste, oltre che occuparsi
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    degli infermi, avevano anche il compito di stilare una stima giornaliera del numero dei
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    morti e degli infetti ed essi avevano anche il permesso di eseguire autopsie. Essi, inoltre,
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    dovevano garantire le cure a tutti i pazienti, a prescindere dal loro ceto sociale.
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    All’epoca furono usate diverse misure per il contenimento del contagio. Il termine “quarantena”
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    che oggigiorno indica l’isolamento di persone infette per prevenire il diffondersi di una
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    malattia infettiva deriva dalla parola “quaranta” e indica il tempo che i marinai dovevano spendere
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    in isolamento sulle proprie navi prima di poter sbarcare a Venezia. Un documento del
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    1377 dichiarava che prima di poter entrare nella città-stato di Ragusa (l’attuale
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    Dubrovnik in Croazia), i nuovi arrivati dovevano passare 30 giorni (ossia una trentina) in
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    isolamento (originariamente nelle isole vicine) aspettando di verificare se si sviluppassero
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    sintomi della Peste. La quarantena si dimostrò efficace per controllare
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    i focolai di peste. Infatti, secondo le stime moderne, per coloro che erano infetti di peste
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    bubbonica trascorrevano circa 37 giorni dall’infezione alla morte e, pertanto, le quarantene erano
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    un ottimo metodo per verificare i potenziali infetti
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    Si pensa che la Peste non abbia avuto solo un impatto culturale, economico e sociale sull'umanità
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    ma che essa influenzò anche l'evoluzione.
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    Infatti, secondo alcuni studiosi essa esplicò una pressione selettiva che favorì alcuni tratti
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    a scapito di altri nell’uomo. Sembrerebbe che questa epidemia fosse stata capace di
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    aumentare la sopravvivenza di coloro che avessero una mutazione in una proteina chiamata CCR5.
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    Questa proteina si trova sulla superficie dei globuli bianchi e questa mutazione, oggigiorno,
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    a secoli di distanza, non permette all’HIV, che normalmente usa CCR5 come una chiave di
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    accesso per entrare nelle cellule del sistema immunitario, di entrare e quindi danneggiare
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    queste cellule. Questa mutazione è presente nel 10% della popolazione europea, una percentuale
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    molto più alta rispetto alle altre popolazioni del mondo e, questo sarebbe spiegato dall’epidemia
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    di peste che ha colpito principalmente l’Europa. Altri scienziati, però, non sono convinti
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    di questa ipotesi, dal momento che la protezione data da questa mutazione è contro un virus,
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    mentre Y.Pestis è un batterio, quindi serviranno ulteriori studi per confermare quest’ipotesi.
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    Ma se l’uomo non aveva una cura nel Medioevo, allora come ha fatto la Peste a scomparire?
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    Molti pensano che Y.Pestis si sia estinto con le sue vittime, dal momento che si è
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    scoperto che il ceppo di questo batterio che ha infettato le persone nel medioevo fosse
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    differente da quelli che sono riapparsi successivamente. Molto probabilmente questo ceppo era molto
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    più aggressivo e letale di quello comparso durante la Peste di Giustiniano e, successivamente,
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    nella peste del XIX secolo. Quando un patogeno è così letale da uccidere tutti i suoi ospiti
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    esso è generalmente condannato a morire con loro. Pertanto, sembrerebbe che il ceppo medievale
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    di Y.Pestis sia sia evoluto in qualcosa di meno letale.
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    Questo spiegherebbe non solo la presenza di epidemie successive di peste, ma anche la
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    loro minore letalità. Per esempio, la Peste continuò a mietere vittime a Londra nel 1603,
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    quando morirono circa 30000 persone, nel 1625, quando ne morirono 35000 e nel 1636 quando ne morirno
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    10000. Il più famoso di questi focolai successivi però è stata la Grande Peste di Londra nel
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    1665 che causò 75000 morti. In questo caso la patologia fu endemica, ossia circoscritta
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    a Londra.
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    Nonostante la Peste si placò nel tempo, una terza epidemia è ricomparsa nel XIX secolo
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    ed è stato allora che l’uomo ha finalmente imparato a combattere questa patologia.
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    Curiosi di sapere come? Allora guardate la seconda parte di questo video.
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