Peste suina africana: com'è arrivata in Italia e quali sono i rischi per gli animali e per l'uomo

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https://www.youtube.com/watch?v=9YNJlEwJcjE

Résumé

TLDRIl video esplora l'arrivo e la diffusione della peste suina africana in Italia, iniziata nel 1978 in Sardegna e recentemente intensificata nel Nord Italia. Viene descritto un ceppo più aggressivo del virus, con casi in diverse regioni. Si discutono le modalità di trasmissione, le misure di contenimento adottate, e l'abbattimento di suini in allevamenti infetti. La questione dell'abbattimento di massa nel rifugio 'Cuori Liberi' solleva dibattiti etici, con attivisti che chiedono alternative più umane. Il video conclude con una riflessione sul valore intrinseco di ogni vita animale e l'importanza di un approccio empatico verso tutte le creature.

A retenir

  • 🦠 La peste suina africana è arrivata in Italia nel 1978.
  • ✈️ Si ipotizza che il virus sia stato portato da aerei.
  • 📈 Un nuovo ceppo più aggressivo circola dal 2022.
  • 🚫 L'abbattimento di suini è una misura adottata per contenere il virus.
  • 🐗 I cinghiali sono considerati vettori importanti del contagio.
  • ⚠️ Il virus non è pericoloso per l'uomo, ma può essere trasmesso indirettamente.
  • 📊 La sorveglianza passiva è fondamentale per monitorare la diffusione.
  • 💔 Gli attivisti contestano l'abbattimento di massa nel rifugio 'Cuori Liberi'.
  • 🤝 Ogni vita animale ha un valore intrinseco e merita rispetto.
  • 🌍 È importante un approccio empatico verso tutte le creature.

Chronologie

  • 00:00:00 - 00:05:00

    La peste suina africana è stata introdotta in Italia nel 1978, con i primi casi registrati in Sardegna, vicino all'aeroporto militare di Decimomannu. Negli ultimi anni, un ceppo più aggressivo del virus ha iniziato a diffondersi nel Nord Italia, con focolai segnalati in diverse province. Le autorità sanitarie hanno avviato misure drastiche, come l'abbattimento di suini e cinghiali, per contenere la malattia, che non è pericolosa per l'uomo ma altamente contagiosa tra i suini. La situazione è complicata dalla resistenza del virus e dalla sua capacità di sopravvivere in vari ambienti, rendendo difficile il controllo della diffusione.

  • 00:05:00 - 00:12:05

    La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso il contatto diretto tra animali infetti e sani, ma anche tramite l'uomo, che può veicolare il virus involontariamente. Sono state adottate misure di biosicurezza, come il divieto di attività all'aperto nelle aree a rischio e l'obbligo di segnalare morti sospette di maiali. Tuttavia, ci sono stati casi di mancata segnalazione, che hanno portato a focolai. Il 20 settembre 2023, tutti i suini del rifugio “Cuori Liberi” sono stati abbattuti, suscitando proteste per la mancanza di alternative e per la violenza dell'intervento. La questione solleva interrogativi sul valore della vita animale e sulla necessità di un approccio più empatico e rispettoso verso tutte le creature.

Carte mentale

Vidéo Q&R

  • Cos'è la peste suina africana?

    È una malattia virale altamente contagiosa e letale che colpisce suini domestici e selvatici.

  • La peste suina africana è pericolosa per gli esseri umani?

    No, non è pericolosa per l'uomo.

  • Come si trasmette il virus della peste suina africana?

    Il virus si trasmette tra suini e cinghiali, attraverso secrezioni infette e contatti con oggetti contaminati.

  • Quali misure sono state adottate per contenere la diffusione?

    Sono stati abbattuti suini in allevamenti infetti e sono state imposte restrizioni su attività all'aperto nelle aree a rischio.

  • Cosa è successo al rifugio 'Cuori Liberi'?

    Tutti i suini del rifugio sono stati abbattuti, suscitando proteste da parte degli attivisti.

  • Qual è la differenza tra santuari e allevamenti?

    I santuari accolgono animali non destinati alla produzione alimentare, mentre gli allevamenti sono per la produzione.

  • Qual è il tasso di mortalità della peste suina africana?

    Il tasso di mortalità può raggiungere quasi il 100%.

  • Cosa si può fare se si trova un cinghiale morto?

    È importante segnalare il ritrovamento all'ASL o alla polizia per monitorare la diffusione del virus.

  • Perché è difficile sviluppare un vaccino contro la peste suina africana?

    Il virus non stimola la formazione di anticorpi neutralizzanti, complicando la preparazione di un vaccino.

  • Qual è l'importanza della sorveglianza passiva?

    Aiuta a monitorare e contenere la diffusione del virus.

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    E se vi dicessimo che la peste suina africana
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    è arrivata per la prima volta in Italia
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    viaggiando in aereo?
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    Proprio in Sardegna nel 1978
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    si erano verificati i primi casi
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    nelle zone vicine all'aeroporto militare di Decimomannu,
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    dove si ipotizza che il virus abbia iniziato a circolare
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    Perché per tutti questi anni è rimasto confinato alla Sardegna?
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    E in che modo l'abbiamo portato a noi?
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    20mila persone sono scese in piazza a Milano per l'abbattimento
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    di tutti i suini del rifugio “Cuori Liberi”
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    E in questi mesi tribolati
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    il Nord Italia è alle prese con la peste suina africana
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    Ma prima di raccontarvi come è iniziata questa storia
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    io ci tengo a ricordarvi che noi di Kodami
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    rispettiamo il punto di vista di ognuno di voi
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    e che proveremo, davvero,
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    ad affrontare nel modo più oggettivo possibile un tema
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    che è estremamente delicato
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    Iniziamo col dire che un nuovo ceppo,
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    molto più aggressivo del virus della peste suina africana
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    circola ormai da più di un anno sul nostro territorio
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    dalle autorità sanitarie
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    in 8 allevamenti raggiunti dal contagio,
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    tutti in provincia di Pavia
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    I primi casi di questa nuova diffusione di peste suina africana
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    in Italia, risalgono a gennaio 2022
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    quando furono trovati in Piemonte e in Liguria
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    i primi cadaveri di cinghiali
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    positivi al virus
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    Questa è la mappa del contagio
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    Osservate:
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    le zone colorate in azzurro sono quelle considerate ad alto rischio,
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    in cui non ci sono casi né focolai di peste suina africana
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    Le zone in rosa, invece,
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    sono zone in cui la peste suina è stata riscontrata,
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    ma solo nei cinghiali, rappresentati dai triangoli rossi
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    In viola, le aree sottoposte a sorveglianza
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    E qui come vedete, sono stati individuati maiali positivi al virus
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    individuati dai pallini blu
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    Ma suini positivi al virus
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    sono stati trovati anche nel Lazio, in Campania
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    e in Calabria
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    Cosa potrebbe accadere se il virus si diffondesse ulteriormente?
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    Quali sono i pericoli della peste suina africana
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    per gli uomini e gli animali?
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    Cosa stiamo facendo per fermare la diffusione?
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    Non si conosce ancora tutto sulla peste suina africana
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    Quello che noi sappiamo è che si tratta di una malattia virale
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    altamente contagiosa
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    e letale
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    che colpisce suini domestici e suini selvatici
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    Chiariamo subito
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    non è pericolosa per l'uomo
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    Il primo focolaio fu documentato in Kenya nel 1921
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    In Europa per la prima volta
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    numerosi focolai vennero registrati, invece, nel 1957
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    vicino all'aeroporto di Lisbona, in Portogallo,
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    ed erano causati dall'utilizzo di scarti alimentari
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    di aerei provenienti dall'Africa
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    Verosimilmente specifica l'Asl di Cagliari
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    Allo stesso modo
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    e cioè a causa di scarti alimentari provenienti
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    dall’aeroporto militare,
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    si sarebbe diffusa in Sardegna nel 1978,
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    dove è diventata endemica,
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    ovvero costantemente presente sul territorio
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    Tornando infatti alla nostra mappa del contagio,
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    ci avete fatto caso che il virus è presente anche in Sardegna
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    C'è una differenza però con la diffusione più recente,
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    perché nelle zone dove è divenuto endemico
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    il virus si manifesta con forme meno gravi
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    e con un tasso di mortalità più bassa,
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    il che permette di avere maggior controllo della situazione
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    Dal 2007 un genotipo diverso e più aggressivo del virus
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    rispetto a quello divenuto endemico in Sardegna,
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    partito dalla Georgia,
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    ha iniziato a diffondersi in tutta l'Europa,
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    minacciando anche il Nord Italia
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    I suidi colpiti da questo genotipo del virus
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    presentano sintomi come febbre,
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    perdita di appetito, debolezza,
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    emorragie interne ed emorragie su orecchie e fianchi
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    È altamente contagioso
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    e ha un tasso di mortalità che può raggiungere
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    pressoché il 100%
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    Il decesso avviene pochi giorni dopo la comparsa dei sintomi
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    Però, chiariamo ancora una volta,
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    al momento, le conoscenze scientifiche che abbiamo
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    ci rassicurano che questa malattia non è trasmissibile all'uomo
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    e che non è pericolosa per noi
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    L'uomo, però, può essere un veicolo di trasmissione
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    Ma questo lo vediamo meglio dopo
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    Quindi, cosa è stato fatto sino ad ora
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    per limitare la diffusione di questa malattia?
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    Sin da subito le indicazioni erano:
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    abbattere tutti i suini presenti in allevamenti
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    dove si era sviluppato un focolaio
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    per poi ristorare economicamente gli allevatori
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    Teniamo presente che in Lombardia
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    secondo l'Anagrafe nazionale zootecnica
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    Da poco anche la Regione Piemonte,
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    la prima interessata dal contagio,
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    ha fatto sapere di averne uccisi più di 10mila
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    Ma ad essere oggetto di questa pratica sono anche i cinghiali
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    Nel nostro Paese sono stati stimati
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    oggetto di un serrato piano di abbattimento
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    perché considerati
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    un importante vettore del contagio
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    Il virus trova infatti una facile via di trasmissione
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    proprio nel contatto tra questi selvatici
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    e i maiali degli allevamenti
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    Ma vediamo come si trasmette il virus della PSA
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    e quali sono gli accorgimenti da prendere
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    per limitare la sua circolazione
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    Premessa importante da fare
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    che è un fattore della diffusione del virus
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    è la sua capacità di resistere a lungo
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    e a lungo vuol dire mesi e mesi,
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    in qualsiasi ambiente
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    Ma vediamo un po’ di storia
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    Il serbatoio d'origine, ovvero il vettore
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    che ha portato originariamente il virus ai vertebrati
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    è una specie di zecca molle
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    molto diffusa in Africa
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    In questa zecca il virus può sopravvivere anche quattro mesi
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    dall’ultimo pasto di sangue
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    Sono state accertate però altre due modalità di trasmissione,
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    le più accreditate per la diffusione in Europa,
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    dove è presente, ma in misura minore,
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    la zecca Ornithodoros
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    La trasmissione può avvenire tra cinghiale e suino
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    ma anche suino e suino
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    Attenzione qui!
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    altro elemento decisivo
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    per la sua alta contagiosità
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    il virus sopravvive a lungo
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    nelle secrezioni degli animali:
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    saliva, feci, eccetera, oltre che nel sangue
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    ingerendo carne infetta
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    come scarti da cucina e rifiuti alimentari
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    ma anche entrando in contatto con qualsiasi oggetto
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    contaminato dal virus
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    come abbigliamento, veicoli o attrezzature
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    Il cosiddetto fattore umano
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    è un po l'ago della bilancia sulla diffusione qui da noi
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    Involontariamente l'uomo può far viaggiare il virus
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    per centinaia di chilometri con i mezzi di trasporto,
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    facendo poca attenzione alle modalità di trasmissione indiretta
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    Pensate se uno va con i piedi
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    sul corpo di un animale morto, infetto,
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    e poi entra all'interno di un allevamento
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    Beh, sarebbe una strage
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    Quali sono le misure prese
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    per arginare la diffusione del virus?
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    Subito è stato adottato
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    così definito perché sono state vietate
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    una serie di attività all'aria aperta come:
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    trekking e raccolta di funghi nelle aree a rischio
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    La ratio dell'ordinanza ministeriale era cercare di evitare
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    che il contagio si spostasse sul territorio
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    a portata dei cinghiali
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    È scientificamente dimostrato che qualsiasi attività umana
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    rischia di disperdere la popolazione di cinghiali
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    e questo potrebbe allargare l'infezione
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    a zone sempre più ampie
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    Misure di biosicurezza sono state adottate anche negli allevamenti,
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    dove l'effetto del virus è particolarmente drammatico
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    Per questo i proprietari degli allevamenti
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    sono tenuti a denunciare
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    le morti sospette di maiali
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    Questo però non è sempre avvenuto
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    Un allevatore di Zinasco, in provincia di Pavia,
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    molto vicino al rifugio “Cuori Liberi”
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    non ha segnalato la morte di decine di suoi maiali
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    e provocato così un focolaio
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    che ha portato alla morte di altre centinaia di animali
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    Almeno, questa è l'ipotesi al vaglio della Procura di Pavia
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    Per fare scoppiare un focolaio
  • 00:07:41
    Basta davvero poco
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    Il virus può annidarsi persino sulle ruote dei trattori
  • 00:07:46
    o dei mezzi che trasportano gli animali
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    E anche i suidi selvatici, cioè i cinghiali,
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    giocano un ruolo nella diffusione
  • 00:07:53
    In alcuni casi dalle aree naturali si spostano fino ai parchi urbani
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    Lo abbiamo visto a Genova, a Roma e in altre città italiane
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    Quindi...
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    che si fa?
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    Se ci si trova davanti a un cinghiale senza vita
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    anche se potrebbe non essere la prima cosa a cui pensiamo,
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    dovremmo prendere il telefono
  • 00:08:10
    e chiamare l’Asl competente per territorio,
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    oppure la Polizia provinciale o municipale
  • 00:08:14
    per segnalare il ritrovamento
  • 00:08:17
    Il segnalare e mappare i ritrovamenti
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    può aiutare a capire la dinamica
  • 00:08:21
    della diffusione del virus
  • 00:08:23
    Per riuscire a trovare dei metodi efficaci
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    di contenimento della malattia
  • 00:08:27
    Ognuno di noi, infatti, può contribuire
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    attraverso una sorveglianza passiva
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    che rappresenta una misura importante
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    contro la diffusione del virus
  • 00:08:35
    Perché questo virus fa così tanta paura?
  • 00:08:40
    Perché è incapace
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    di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti
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    e questo rende molto complicata la preparazione di un vaccino
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    Ecco perché l'Organizzazione mondiale per la sanità animale
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    e il nuovo regolamento
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    di sanità animale della Commissione europea
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    inseriscono la PSA nella lista delle malattie di categoria A
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    per le quali vengono messe in atto misure di eradicazione immediate
  • 00:09:02
    In parole povere, l'abbattimento dei suini positivi e di tutti gli altri
  • 00:09:05
    suini presenti all'interno di un allevamento infetto
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    Arriviamo quindi a quello che è accaduto
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    lo scorso 20 settembre 2023,
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    quando sono stati abbattuti tutti i suini del rifugio “Cuori Liberi”
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    La vicenda ha attirato l'attenzione di migliaia di persone in tutta Italia
  • 00:09:21
    come vi abbiamo raccontato proprio su Kodami
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    gli attivisti che hanno difeso il rifugio
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    lamentano due cose
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    La prima è la violenza con cui lo Stato è entrato nel santuario
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    La seconda, invece, è la mancanza di alternative all'abbattimento
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    e i modi con cui questo è stato condotto
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    I santuari si occupano di accogliere animali sfruttati
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    dall'industria alimentare
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    Per i volontari quelli non erano prodotti
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    ma individui
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    non potevano quindi accettare
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    un abbattimento di massa,
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    a maggior ragione alla luce del riconoscimento
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    arrivato dal ministero della Salute
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    che ha distinto i rifugi permanenti,
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    cioè i cosiddetti santuari,
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    dagli allevamenti di animali da consumo
  • 00:10:00
    In sostanza, gli ospiti dei santuari sono considerati a tutti gli effetti
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    animali da compagnia
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    e non DPA, cioè non destinati alla produzione alimentare
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    Esiste quindi una differenza pratica e concettuale
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    tra queste due realtà
  • 00:10:14
    Eppure i provvedimenti emanati sino ad ora
  • 00:10:17
    non hanno mai tenuto in considerazione
  • 00:10:19
    la possibilità di mettere in atto
  • 00:10:21
    azioni meno o addirittura non cruente
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    per gestire l'emergenza
  • 00:10:27
    Prima di concludere desidero però condividere con voi
  • 00:10:30
    un concetto cruciale
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    per il nostro rapporto con il mondo animale
  • 00:10:35
    Tutte le vite hanno un valore intrinseco e questo valore
  • 00:10:39
    non dovrebbe essere determinato dal contesto
  • 00:10:43
    in cui un animale vive
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    Se noi vogliamo lottare veramente
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    per il diritto delle altre specie animali,
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    dobbiamo riconoscere che ogni creatura
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    ha il diritto alla vita e al benessere,
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    sia essa un animale selvatico
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    un suino allevato in un intensivo, o anche allevato in un rifugio
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    Molte volte ci siamo mobilitati
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    per salvare una specie o un individuo
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    che ci toccava emotivamente,
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    ma spesso invece trascuriamo le innumerevoli vite
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    che sorreggono il nostro ecosistema
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    e che in questo caso vanno incontro
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    alla stessa sorte
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    Noi non possiamo arrogarci il diritto di affermare quale vita
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    sia più rilevante
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    solo perché siamo sentimentalmente più coinvolti,
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    altrimenti mostreremmo solo un'altra faccia dello specismo
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    Ringraziamo ciascuno di voi
  • 00:11:29
    per aver dedicato del tempo prezioso a questa discussione
  • 00:11:32
    e spero che insieme
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    possiamo compiere una differenza significativa
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    per un mondo più equo, empatico,
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    in cui tutte le creature
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    grandi, piccole, selvatiche e domestiche,
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    siano rispettate e protette
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    Grazie
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