Ha ancora senso mettere le persone in carcere?

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https://www.youtube.com/watch?v=dNuyzeY4X1A

Ringkasan

TLDRIl video analizza le carceri italiane, evidenziando come siano diventate istituzioni totali, caratterizzate da sovraffollamento e condizioni disumane. Si discute l'importanza di un approccio rieducativo rispetto a uno punitivo, sottolineando che le carceri ospitano principalmente individui vulnerabili, come tossicodipendenti e persone in povertà. Viene messo in luce il fallimento del sistema carcerario nel ridurre la recidiva, con un tasso del 60% per i detenuti, che scende al 2% per coloro che hanno accesso a opportunità lavorative. Si evidenziano anche le difficoltà specifiche delle donne in carcere e la mancanza di risorse per il trattamento e la riabilitazione.

Takeaways

  • 🏛️ Le carceri italiane sono istituzioni totali con gravi problemi di sovraffollamento.
  • 📜 La Costituzione italiana richiede che le pene tendano alla rieducazione.
  • 🔄 Il 60% dei detenuti torna a delinquere, ma solo il 2% per chi ha opportunità lavorative.
  • 👩‍⚕️ Le donne in carcere affrontano condizioni più difficili e sono in netta minoranza.
  • 🆘 Antigone monitora i diritti dei detenuti e denuncia le violazioni.
  • 🚨 Le condizioni di vita nelle carceri sono disumane e spesso inadeguate.
  • 💊 La salute mentale è gestita con un abuso di psicofarmaci.
  • 💰 La povertà è un fattore chiave nella criminalità e nel sovraffollamento carcerario.
  • 🔄 Le misure alternative alla detenzione non riducono il numero di detenuti.
  • 🧠 La mancanza di risorse per il trattamento è un problema sistemico.

Garis waktu

  • 00:00:00 - 00:05:00

    Un'intervista con una guardia carceraria rivela che il benessere dei detenuti influisce anche sullo stato d'animo delle guardie. I detenuti, in quanto più vicini alla realtà carceraria, comprendono meglio le dinamiche interne. Si esplora la connessione tra diverse istituzioni totali, come conventi e carceri, che condividono caratteristiche di isolamento e controllo, portando a una deumanizzazione degli individui.

  • 00:05:00 - 00:10:00

    Il video si concentra sul significato delle carceri nella società moderna, interrogandosi se abbiano un senso. Si discute l'importanza della Costituzione italiana, che richiede che le pene siano umane e mirate alla riabilitazione, piuttosto che alla vendetta. Si evidenzia la necessità di un cambiamento di paradigma nel trattamento dei detenuti.

  • 00:10:00 - 00:15:00

    Si sottolinea l'importanza dei trattamenti e delle attività all'interno delle carceri per favorire il reinserimento dei detenuti. Tuttavia, si evidenzia la scarsità di risorse e personale, con pochi educatori e psicologi disponibili per supportare i detenuti nel loro percorso di riabilitazione.

  • 00:15:00 - 00:20:00

    Il carcere è descritto come un compromesso sociale, un luogo dove la società accetta l'uso della forza per mantenere l'ordine. Si discute come il carcere rappresenti un'espressione della violenza legittima dello Stato, con un controllo che cambia radicalmente l'identità dei detenuti, trasformandoli in 'carcerati'.

  • 00:20:00 - 00:25:00

    Le condizioni di vita nelle carceri italiane sono criticate, con un sovraffollamento allarmante e una mancanza di risorse. Si evidenziano le rivolte e le proteste dei detenuti, che denunciano condizioni disumane e la necessità di una maggiore attenzione da parte dell'opinione pubblica.

  • 00:25:00 - 00:30:00

    Si analizzano i dati sul sovraffollamento carcerario, evidenziando che il numero di detenuti supera di gran lunga la capacità delle strutture. Si discute come la custodia cautelare e l'aumento della durata delle pene contribuiscano a questo problema, con un focus sui reati che portano alla detenzione.

  • 00:30:00 - 00:35:00

    Si evidenzia la mancanza di opportunità lavorative e formative per i detenuti, con solo una piccola percentuale che ha accesso a programmi di lavoro esterni. Si sottolinea l'importanza dell'istruzione e della formazione professionale per ridurre la recidiva, ma i dati mostrano che le opportunità sono limitate.

  • 00:35:00 - 00:41:12

    Il video conclude con una riflessione sulla recidiva e sull'inefficacia del sistema carcerario attuale. Si evidenzia che il 60% dei detenuti torna a delinquere, mentre solo il 2% di quelli che hanno avuto accesso a opportunità lavorative ricade nel crimine, suggerendo che il problema risiede nel sistema e non nei detenuti stessi.

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Video Tanya Jawab

  • Quali sono le principali problematiche delle carceri italiane?

    Sovraffollamento, condizioni di vita disumane, mancanza di opportunità di riabilitazione.

  • Cosa dice la Costituzione italiana riguardo al carcere?

    L'articolo 27 afferma che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato.

  • Qual è il tasso di recidiva tra i detenuti?

    Il 60% dei detenuti torna a delinquere, ma scende al 2% per quelli che hanno avuto opportunità di reinserimento lavorativo.

  • Come sono trattate le donne in carcere?

    Le donne rappresentano una minoranza e affrontano condizioni più difficili rispetto agli uomini, con meno opportunità di trattamento.

  • Qual è il ruolo di Antigone nel sistema penitenziario?

    Antigone è un'associazione che garantisce i diritti delle persone detenute e monitora il sistema penitenziario.

  • Quali sono le condizioni di vita nelle carceri italiane?

    Le condizioni sono spesso disumane, con celle sovraffollate e mancanza di servizi basilari.

  • Cosa si intende per 'welfare carcerario'?

    Riferito all'assistenza e ai servizi forniti ai detenuti, spesso inadeguati.

  • Qual è l'impatto della povertà sulla criminalità?

    La povertà è un fattore significativo che contribuisce alla criminalità e al sovraffollamento carcerario.

  • Quali sono le misure alternative alla detenzione?

    Misure come gli affidamenti ai servizi sociali e la semilibertà, ma spesso non riducono il numero di detenuti.

  • Come viene gestita la salute mentale nei carceri?

    Spesso con un abuso di psicofarmaci, senza un adeguato supporto terapeutico.

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    In un passaggio del libro tu intervisti
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    una guardia carceraria, eh questa ti
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    dice che quando i detenuti stanno male,
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    anche le guardie stanno male. Me l'ha
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    detto un detenuto. Un detenuto te l'ha
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    detto che è ancora più importante. Me
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    l'ha detto un detenuto. Il detenuto che
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    in qualche modo difendeva le
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    giustificava. Succede continuamente. Le
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    persone che meglio capiscono gli agenti
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    sono i detenuti. Pensate a una serie di
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    istituzioni all'apparenza molto diverse
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    tra loro, come possono esserlo i
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    conventi, le caserme militari, le
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    scuole, gli ospedali psichiatrici. Cosa
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    li accomuna? Se percepite anche solo a
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    intuito una qualche affinità tra queste
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    strutture, ma non sapete individuare
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    cosa sia questa affinità, provo a darvi
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    una mano io. Sono tutti apparati che
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    presentano le caratteristiche di quelle
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    che il sociologo Ervin Goffman definisce
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    nel 57 istituzioni totali, cioè
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    organizzazioni sociali che condividono
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    alcune caratteristiche. Quali sono?
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    Innanzitutto una separazione più o meno
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    rigida dal mondo esterno in senso fisico
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    ma anche sociale, un controllo
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    totalizzante esercitato dall'autorità su
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    chi ne è ospite che si traduce in una
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    vita regolata da orari rigidi, attività
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    imposte e una brutale soppressione della
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    privacy e dell'individualità. Questo
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    tipo di contesti risulta spesso essere
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    deumanizzante per la persona,
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    un'esperienza che trasforma in maniera
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    radicale il comportamento e anche la
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    visione di sé. Ci si riferisce in questa
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    maniera anche alle strutture
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    psichiatriche, ad esempio, come dice lo
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    stesso Franco Basaglia, il noto
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    psichiatra da cui ha preso le mosse e
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    anche il nome la legge sulla riforma del
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    sistema di cura psichiatrica in Italia e
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    la chiusura dei cosiddetti manicomi,
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    strutture che appunto erano istituzioni
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    totali. Ecco, non parliamo di manicomi
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    oggi, ma parliamo di quella stessa
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    volontà di isolare, allontanare,
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    separare gli individui indesiderati dal
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    resto della società in un altro tipo di
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    istituzione che storicamente ha avuto
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    esattamente la stessa funzione dei
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    manicomi, le
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    carceri. Questo sarà un viaggio nel tema
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    delle carceri che ci permetterà di avere
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    un quadro completo del fenomeno nel
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    nostro paese, un fenomeno di cui si
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    parla moltissimo per sentito dire. Per
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    realizzarlo ci sono volute molte ore di
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    approfondimento, ci siamo affidati a
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    esperti e testi specifici e tutto questo
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    lavoro, come sempre, è reso possibile
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    dai vostri abbonamenti al Breaking Italy
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    Club e anche da Nord VPN che ha
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    finanziato questa serie di video
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    monotematici che prendono il nome di
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    Focus. Noro VPN è un servizio di
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    crittografia online che vi mette nelle
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    condizioni di navigare su internet in
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    tutta sicurezza, proteggendo i vostri
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    dati e la vostra connessione per 10
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    dispositivi in un unico abbonamento. In
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    questo modo, grazie alla possibilità di
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    mascherare il vostro indirizzo IP, non
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    solo, la vostra privacy sarà al sicuro,
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    perché i vostri dati sono appunto
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    intercettati, letti da nessuno, ma
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    potete anche usufruire del vantaggio di
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    convenienti e concorrenziali. Detto
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    questo, torniamo a noi e alla
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    istituzione totale preferita da opinione
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    pubblica, politici, racconti, film,
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    musica, cultura pop, così presente che è
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    un classico che anche i bambini sappiano
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    da subito di cosa si tratta. Il luogo
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    dove si mandano i cattivi, il
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    [Musica]
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    carcere. Partiamo dall'inizio. Alla base
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    della nostra analisi c'è una singola
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    domanda. Le carceri, per come sono
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    concepite oggi, hanno un senso? La
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    domanda è posta in maniera un po'
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    pragmatica perché uno dei modi più
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    diretti di osservare un fenomeno è
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    guardare al risultato pratico dello
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    sforzo che si sta facendo. Detto in
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    altre parole, noi come società cosa
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    vogliamo dalle carceri? Se la risposta è
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    un'istituzione in grado di punire chi ha
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    commesso un reato, un luogo insomma dove
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    operare una sorta di contrappasso
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    dantesco che imponga una sofferenza come
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    castigo per una colpa, al contempo
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    allontanando un indesiderato dalla
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    società e spesso anche dalla sua
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    umanità, allora non serve fare niente,
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    va tutto bene così com'è, non dobbiamo
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    fare assolutamente nessuna modifica. Se
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    invece vogliamo dare piena attuazione
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    alla Costituzione italiana, e in quel
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    caso abbiamo un problema perché
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    l'articolo 27 recita: "Le pene non
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    possono consistere in trattamenti
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    contrari al senso di umanità e devono
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    tendere alla rieducazione del
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    condannato."
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    È un cambio di paradigma importante che
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    sposta l'attenzione dalla pena alla
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    persona che viene allontanata dalla
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    società non per vendetta, ma come
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    necessità volta alla riabilitazione per
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    un tempo che noi come stato riteniamo
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    opportuno per correggere un
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    comportamento e reinsedire
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    quell'individuo in società. Ecco, questa
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    attuazione al momento è lontanissima
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    dalla realtà e scopriremo insieme
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    perché.
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    Tu sai che la Costituzione, l'articolo
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    27 dice, tra le altre cose, che la
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    Costituzione dice che il carcere deve
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    tendere al
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    reinserimento. Allora, per farlo,
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    eh la cosa più importante è che il
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    carcere sia aperto ai trattamenti. I
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    trattamenti sono tante cose, ma sono
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    soprattutto eh l'apertura dell'istituto
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    al fuori, c'è tanto più un carcere
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    aperto che vuol dire eh progetti di
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    lavoro, progetti di studio, progetti di
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    trattamento, che può voler dire fare il
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    giornale, fare teatro, eh psicologi,
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    educatori. Allora, ci sono delle figure
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    che lavorano in carcere dipendenti dal
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    dal da dal DAP, che sono gli educatori,
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    gli psicologi, ma sono pochi, sono
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    pochissimi. Questo è un problema di
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    risorse. Il problema più grosso sono i
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    soldi, come per tutto. Partiamo da un
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    presupposto fondamentale.
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    Il carcere come concetto, come
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    istituzione è un compromesso, è una
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    violenza pubblica alla quale decidiamo
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    di arrenderci, delegando allo Stato
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    l'uso della forza nella necessità
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    imprescindibile di mantenere l'ordine
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    sociale. A spiegarcelo è Valeria
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    Verdolini, ricercatrice all'Università
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    di Milano e presidente di Antigone
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    Lombardia. Antigone è una delle realtà
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    più attive in Italia nella garanzia dei
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    diritti delle persone detenute e nel
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    monitoraggio del sistema penitenziario,
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    ma è anche molto di più perché ha
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    un'esperienza ormai trentennale come
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    associazione nel interpretare i dati
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    della realtà carceraria.
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    Quando dico che il carcere è appunto più
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    vicino allo Stato, perché diciamo il
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    carcere è lo spazio in cui
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    quotidianamente la società accetta
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    esercizio di un
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    quantum di violenza legittima. Insomma,
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    noi sappiamo che gli stati sono dotati,
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    gli stati moderni sono dotati del
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    monopolio dell'esercizio l'uso della
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    forza. Certo. La prigione è uno spazio
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    in cui si usa la forza, nel senso che
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    viene usato il potere di controllo, c'è
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    la restrezione libertà, c'è la presenza
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    diretta indiretta della forza eh anche
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    delle forze dell'ordine, insomma, che
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    che regano la vita quotidiana, per cui
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    eh più di altri, in modo più costante
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    rispetto, immaginiamo presidio sul
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    territorio, il carcere è la
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    rappresentazione plastica di
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    quell'esercizio dell'uso della forza e
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    quindi è anche il, cioè io la vedo,
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    diciamo, in maniera un po' astratta come
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    il principale nodo di vicinanza con le
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    strutture della sovranità dello Stato.
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    La violenza e il controllo che si
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    esercita sui detenuti nelle strutture
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    penitenziarie di cui parla Verdolini è
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    un controllo particolare che cambia le
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    persone e lo fa in maniera tanto
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    semplice quanto brutale perché affibbia
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    all'individuo una nuova identità, cioè
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    quella di carcerato, di delinquente,
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    un'identità talmente forte che
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    sovrascrive quella precedente
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    allontanando la persona da ciò che era
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    prima, dalla società del fuori e
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    omologandola invece, a volte per sempre
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    alla società del dentro, cioè alla
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    realtà penitenziaria. Il carcere è
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    infatti un mondo a sé, una società
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    dentro la società il cui bilancio è
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    spesso tragico. Nella sola estate del
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    2024 abbiamo assistito a un gran numero
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    di rivolte e proteste in molti
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    penitenziari italiani a fronte di
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    condizioni di vita terribili al limite
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    della sopravvivenza e della dignità
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    umana. assenza cronica di
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    climatizzazione di acqua, un
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    affollamento delle celle contrario alle
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    più basilari norme di civiltà e di
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    igiene, il tutto in un sostanziale
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    disinteresse dell'opinione pubblica.
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    Perché? Perché di nuovo queste non sono
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    cose che accadono nella nostra società,
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    sono cose che accadono lì, in
  • 00:09:21
    quell'altra dove è pacifico, vigano
  • 00:09:24
    metri e regole diverse. È infatti molto
  • 00:09:26
    interessante che queste situazioni le
  • 00:09:27
    abbiamo apprese anche grazie ai video
  • 00:09:30
    girati di nascosto da dentro alle
  • 00:09:31
    carceri, perché il punto era proprio
  • 00:09:33
    farsi vedere all'esterno da noi, aprire
  • 00:09:36
    una comunicazione tra questi due mondi
  • 00:09:38
    che sono altrimenti completamente
  • 00:09:40
    disconnessi. Le rivolte in questione
  • 00:09:42
    attengono a problemi che sono talmente
  • 00:09:45
    normalizzati da rendere strano
  • 00:09:47
    chiamargli emergenze perché sono sempre
  • 00:09:49
    gli stessi, a partire da quella che
  • 00:09:51
    spesso viene inquadrata come la
  • 00:09:53
    problematica principale delle carceri,
  • 00:09:55
    ovvero il sovraffollamento. Guardate i
  • 00:09:57
    numeri parlano da soli. A fine febbraio
  • 00:10:00
    2025 secondo il Ministero della
  • 00:10:02
    Giustizia il numero totale di detenuti
  • 00:10:04
    era
  • 00:10:07
    62.165 a fronte di una capienza massima
  • 00:10:09
    di 51.300. 323, che significa che le
  • 00:10:13
    carceri sono occupate al 121%.
  • 00:10:16
    E questo, senza contare, come fa notare
  • 00:10:18
    il report di fine anno scorso di
  • 00:10:20
    Antigone, che ci sono migliaia di posti
  • 00:10:23
    che, pur venendo considerati disponibili
  • 00:10:26
    sono di fatto inagibili o non
  • 00:10:27
    utilizzati, aggravando ulteriormente il
  • 00:10:30
    dato e portandolo al
  • 00:10:33
    132% in peggioramento rispetto all'anno
  • 00:10:36
    precedente. Il tema qui è che non è
  • 00:10:38
    affatto scontato che si possa tracciare
  • 00:10:40
    una linea netta tra quello che nelle
  • 00:10:42
    carceri è il sintomo di un problema
  • 00:10:44
    strutturale e quella che è invece, per
  • 00:10:46
    così dire, la malattia vera e propria,
  • 00:10:48
    l'origine dei problemi. E il
  • 00:10:50
    sovraffollamento è l'esempio perfetto.
  • 00:10:53
    Sarebbe molto semplice imputarne la
  • 00:10:55
    causa a un aumento della criminalità per
  • 00:10:57
    reati gravi, quindi più reati, più gente
  • 00:11:00
    in carcere, sovraffollamento. Ma i dati
  • 00:11:02
    basati sulle denunce mostrano un trend
  • 00:11:04
    che si mantiene relativamente stabile e
  • 00:11:06
    seguendo i numeri sulle carcerazioni
  • 00:11:08
    forniti dallo stesso DAP, il
  • 00:11:10
    dipartimento dell'amministrazione
  • 00:11:12
    penitenziaria, si osserva una stabilità
  • 00:11:15
    anche per quanto riguarda le persone in
  • 00:11:17
    custodia cautelare, quindi in attesa di
  • 00:11:19
    primo giudizio, mentre salgono invece
  • 00:11:22
    sia i condannati in via definitiva che
  • 00:11:24
    le persone con molti anni residui da
  • 00:11:26
    scontare. tutti i fattori che puntano
  • 00:11:28
    all'evidenza che la causa, l'unico
  • 00:11:31
    elemento mobile in questo quadro
  • 00:11:33
    abbastanza statico sia l'innalzarsi
  • 00:11:36
    della durata delle pene. Le carcerazioni
  • 00:11:39
    sono il prodotto di quello che noi
  • 00:11:41
    riteniamo deviante. Se noi pensiamo a
  • 00:11:44
    agli ultimi ormai quasi 2 anni e mezzo
  • 00:11:47
    di governo Meloni, il governo Meloni ha
  • 00:11:50
    prodotto numero significativo di nuove
  • 00:11:52
    norme penali e questo incide su cosa
  • 00:11:56
    diventa reato e in qualche modo in
  • 00:11:58
    maniera indiretta, insomma, poi fattori
  • 00:12:00
    sono molteplici, però ha inciso anche
  • 00:12:02
    con l'accelerazione sul sui tassi di
  • 00:12:06
    incarcerazione in Italia. Noi abbiamo
  • 00:12:08
    visto un'impennata dei tassi
  • 00:12:10
    incarcerazione, cioè da una parte c'era
  • 00:12:13
    stata una spinta deflattiva con la
  • 00:12:15
    pandemia e con le misure speciali
  • 00:12:17
    adottate per motivi sanitari, diciamo,
  • 00:12:20
    nel nella primavera del 2020. Adesso la
  • 00:12:24
    spinta invece è di nuovo
  • 00:12:27
    all'incarcerazione, all'aumento di
  • 00:12:28
    incarcerazione rispetto all'andamento
  • 00:12:31
    abituale. Insomma, noi abbiamo avuto dei
  • 00:12:32
    cicli di sovraffollamento e poi
  • 00:12:34
    deflattivi. Si è ridotto il tempo di
  • 00:12:38
    riempimento. Non solo, parlando infatti
  • 00:12:40
    di numeri assoluti, emerge un'altra
  • 00:12:43
    causa del
  • 00:12:44
    sovraffollamento. Le persone in Italia
  • 00:12:46
    in attesa di condanna definitiva sono
  • 00:12:48
    infatti circa un quarto del totale dei
  • 00:12:50
    carcerati, mentre quelli in attesa anche
  • 00:12:52
    solo di primo giudizio sono un sesto,
  • 00:12:55
    che significa che la custodia cautelare
  • 00:12:57
    e quindi la detenzione preventiva è
  • 00:13:00
    spesso preferita alle alternative come i
  • 00:13:02
    domiciliari e altre misure come
  • 00:13:04
    l'obbligo di presentazione alla polizia,
  • 00:13:06
    andando quindi a intasare ulteriormente
  • 00:13:09
    le carceri già ingolfate
  • 00:13:11
    dall'inefficienza del sistema
  • 00:13:12
    giudiziario, sistema che allunga
  • 00:13:15
    moltissimo i tempi dei processi e quindi
  • 00:13:17
    va da sé qual è il risultato? che il
  • 00:13:19
    numero delle persone che semplicemente
  • 00:13:22
    attendono in carcere l'inizio del
  • 00:13:24
    procedimento è un numero elevatissimo.
  • 00:13:27
    Si può osservare molto anche dal tipo di
  • 00:13:29
    reato che viene punito. Ci sono, ad
  • 00:13:30
    esempio, percentuali molto elevate di
  • 00:13:32
    crimini ricollegabili a condizioni di
  • 00:13:34
    marginalità, sia economica che sociale.
  • 00:13:37
    Ai primi tre posti per numero di persone
  • 00:13:39
    punite con il carcere si trovano in
  • 00:13:41
    ordine reati contro il patrimonio,
  • 00:13:43
    contro la persona e in violazione delle
  • 00:13:46
    leggi sulle droghe, quindi insomma che
  • 00:13:48
    derivano molto spesso da situazioni di
  • 00:13:50
    degrado. Insomma non parliamo di reati
  • 00:13:52
    da colletti bianchi. Qui niente abuso
  • 00:13:53
    d'ufficio, niente riciclaggio, niente
  • 00:13:55
    insider trading. Parliamo di furti,
  • 00:13:57
    parliamo di rapine, crimini che insieme
  • 00:13:59
    a quelli legati, agli stupefacenti,
  • 00:14:01
    spesso compongono un quadro che mostra
  • 00:14:03
    come il carcere sia popolato in massima
  • 00:14:05
    parte dagli ultimi, dalle persone ormai
  • 00:14:07
    indesiderabili della società che
  • 00:14:09
    avrebbero invece più bisogno di venire
  • 00:14:11
    poi in questa reintrodotte, suggerendo
  • 00:14:14
    che l'approccio sia quello della
  • 00:14:16
    repressione più che della rieducazione,
  • 00:14:19
    dove i pilastri su cui si fonda il
  • 00:14:20
    risento in società, sanciti dalla legge
  • 00:14:24
    hanno un ruolo molto marginale. E
  • 00:14:26
    parliamo nello specifico dell'attività
  • 00:14:27
    lavorativa e dell'istruzione. A
  • 00:14:29
    raccontarcelo è stata Daria Bignardi che
  • 00:14:31
    avete visto anche prima, e che si occupa
  • 00:14:33
    di carceri da sempre. ha scritto un
  • 00:14:35
    libro in merito, si chiama Ogni prigione
  • 00:14:36
    un'isola e io di persona l'ho incontrata
  • 00:14:39
    nell'estate del 2024 proprio per parlare
  • 00:14:42
    di questi argomenti. Se siete iscritti
  • 00:14:44
    al club trovate il video integrale
  • 00:14:46
    dell'intervista su breakingtaly.it, sia
  • 00:14:48
    in formato podcast che in formato video.
  • 00:14:50
    tanto più una persona ha accesso a
  • 00:14:52
    programmi di lavoro, a studio, a
  • 00:14:55
    trattamenti, quanto più poi non
  • 00:14:57
    rientrerà in carcere o ci rientra meno,
  • 00:14:59
    ma c'è anche la recidiva zero, eh, ed è
  • 00:15:01
    provato che la recidiva zero eh
  • 00:15:04
    corrisponda a persone che, ad esempio,
  • 00:15:06
    come Abollate, hanno imparato un lavoro
  • 00:15:09
    qualificato in carcere, quindi poi
  • 00:15:10
    escono e vengono assunti dalle aziende
  • 00:15:12
    per le quali lavoravano e lì hai un
  • 00:15:15
    lavoro, ci pensi 100 volte prima di
  • 00:15:17
    tornare a delinquere Daia Bignardi ha
  • 00:15:21
    ragione. Stando ai dati di Antigone,
  • 00:15:23
    confermati anche dal Ministero della
  • 00:15:25
    Giustizia e aggiornati al 2024, emerge
  • 00:15:28
    come i detenuti che lavorano siano
  • 00:15:30
    neanche un terzo del totale. Tra questi
  • 00:15:33
    è solo il 15% che ha la disponibilità di
  • 00:15:35
    lavorare esternamente e la maggioranza,
  • 00:15:38
    infatti circa
  • 00:15:40
    l'85% è assunta dall'amministrazione
  • 00:15:43
    penitenziaria stessa e lavora quindi
  • 00:15:45
    dentro al carcere con le mansioni che i
  • 00:15:47
    detenuti svolgono che spesso sono di
  • 00:15:49
    tipo domestico, diciamo, fanno le
  • 00:15:51
    pulizie, distribuzione pasti, gestione
  • 00:15:54
    degli spazi del carcere, ruoli che sì
  • 00:15:56
    tengono occupata la persona ovviamente,
  • 00:15:58
    ma che sono poco professionalizzanti per
  • 00:16:00
    quanto ci siano eccezioni virtuose e in
  • 00:16:03
    generale sono meno utili una volta fuori
  • 00:16:05
    dal carcere nell'aiutare le persone a
  • 00:16:07
    cercare un'occupazione, oltre che
  • 00:16:09
    inefficaci nel supportare il detenuto
  • 00:16:11
    nella creazione di nuove reti sociali.
  • 00:16:13
    Anche l'istruzione svolge un ruolo
  • 00:16:15
    importante rispetto alla rieducazione e
  • 00:16:17
    all'emancipazione dei detenuti, spesso
  • 00:16:19
    attraverso l'accesso a corsi di
  • 00:16:20
    formazione professionale, come possono
  • 00:16:23
    essere, ad esempio, corsi di cucina,
  • 00:16:24
    ristorazione, agricoltura, edilizia,
  • 00:16:28
    cose che insegnano effettivamente un
  • 00:16:29
    mestiere o anche attraverso percorsi
  • 00:16:31
    scolastici passando dall'istruzione
  • 00:16:33
    primaria anche linguistica che è
  • 00:16:35
    importantissima per i detenuti
  • 00:16:37
    stranieri, sino a quella universitaria.
  • 00:16:40
    Ora, nonostante si registri un trend
  • 00:16:42
    relativamente positivo, i dati mostrano
  • 00:16:44
    che anche in questo caso le percentuali
  • 00:16:46
    sono bassissime. I numeri più recenti
  • 00:16:49
    resi disponibili dal Ministero della
  • 00:16:50
    Giustizia evidenziano, ad esempio, che i
  • 00:16:52
    corsi professionalizzanti sono arrivati
  • 00:16:54
    a coinvolgere a malapena il 6% della
  • 00:16:58
    popolazione carceraria e la percentuale
  • 00:17:00
    di chi arriva alla fine del corso è
  • 00:17:02
    addirittura inferiore. Un altro aiuto
  • 00:17:04
    ovviamente è l'accesso alle cosiddette
  • 00:17:05
    misure alternative, alla reclusione,
  • 00:17:07
    come possono essere, ad esempio, gli
  • 00:17:09
    affidamenti ai servizi sociali oppure la
  • 00:17:11
    semilibertà, i domiciliari. E qui i dati
  • 00:17:14
    si fanno interessanti perché perché in
  • 00:17:16
    contrasto con quanto dicevo prima, se
  • 00:17:18
    guardiamo i dati si evidenzia un netto
  • 00:17:21
    aumento delle persone che vengono
  • 00:17:24
    coinvolte in queste misure, ma è un dato
  • 00:17:26
    che va contestualizzato. L'evidenza
  • 00:17:28
    mostra infatti come a questo aumento non
  • 00:17:31
    corrisponda una riduzione dei numeri
  • 00:17:34
    delle persone detenute in carcere e il
  • 00:17:36
    motivo è che, come fa notare ancora una
  • 00:17:37
    volta Antigone, non si tratta di misure
  • 00:17:40
    alternative al carcere, ma alla libertà.
  • 00:17:42
    Cosa significa? Che ora la legge con
  • 00:17:45
    queste nuove misure non detentive
  • 00:17:47
    punisce reati che prima non prevedevano
  • 00:17:49
    un controllo penale, quindi quelle
  • 00:17:51
    persone comunque in carcere non ci
  • 00:17:52
    sarebbero mai entrate lo stesso. Quindi
  • 00:17:54
    gioco forza, sì, aumentano le misure
  • 00:17:57
    alternative, ma non applicate a chi in
  • 00:17:59
    carcere ci finisce davvero e quindi i
  • 00:18:02
    numeri non si riducono. Quindi, arrivati
  • 00:18:04
    a questo punto cominciamo ad avere un
  • 00:18:05
    quadro preciso. Numeri elevati di
  • 00:18:07
    persone che portano allo stremo la
  • 00:18:10
    capacità di gestione dei penitenziari.
  • 00:18:12
    estrema marginalità della riabilitazione
  • 00:18:15
    e infine la proverbiale ultima goccia
  • 00:18:17
    che fa traboccare il vaso di questo
  • 00:18:19
    disastro umanitario, cioè lo stato delle
  • 00:18:21
    carceri inteso come strutture. Io non
  • 00:18:25
    credo che costruendo nuove carcere il
  • 00:18:27
    problema si risolva perché sono state
  • 00:18:30
    costruite, nel senso che nel 2010 sono
  • 00:18:32
    state costruite strutture, sono stati
  • 00:18:34
    ampliati nuovi padiglioni a scapito
  • 00:18:36
    soprattutto le aree di trattamento e non
  • 00:18:39
    c'è mai stato un momento in cui non ci
  • 00:18:41
    fosse sovraffollamento in Italia. Quindi
  • 00:18:44
    in realtà eh la misura si riempie. Il
  • 00:18:47
    sovraffollamento, infatti, non accade
  • 00:18:49
    nel vuoto, ma in edifici veri, reali,
  • 00:18:51
    strutture che non solo non sono pensate
  • 00:18:54
    per questi numeri, ma sono anche molto
  • 00:18:55
    vecchi e molto fatiscenti. Più di un
  • 00:18:57
    quinto è stato costruito prima del 1900
  • 00:19:00
    e quasi la metà degli istituti ha al suo
  • 00:19:03
    interno celle che o non hanno
  • 00:19:04
    stabilmente l'acqua calda oppure sono
  • 00:19:06
    direttamente prive di doccia, mentre in
  • 00:19:08
    più del 10% degli istituti ci sono celle
  • 00:19:11
    senza condizionatori d'aria in
  • 00:19:13
    situazioni in cui le temperature possono
  • 00:19:16
    divenire veramente insostenibili. A
  • 00:19:18
    fronte del problema, la principale
  • 00:19:19
    risposta politica è sempre stata la
  • 00:19:22
    spinta alla costruzione o di nuove
  • 00:19:23
    carceri o di nuovi padiglioni per le
  • 00:19:26
    carceri esistenti. Eppure i numeri
  • 00:19:28
    dimostrano chiaramente che questa non è
  • 00:19:30
    una soluzione efficace, perlomeno su
  • 00:19:33
    questi volumi, perché estrapolando i
  • 00:19:35
    risultati dalle stesse relazioni del
  • 00:19:37
    Ministero della Giustizia, vediamo dati
  • 00:19:39
    desolanti. In 10 anni la capienza è
  • 00:19:41
    aumentata a malapena di 1500 posti. Ed è
  • 00:19:45
    per una ragione semplice. A fronte di
  • 00:19:47
    nuove costruzioni, le vecchie, ormai
  • 00:19:50
    inagibili, smettono di essere
  • 00:19:52
    funzionanti. I problemi sono poi acuiti
  • 00:19:54
    da una mancanza cronica di personale in
  • 00:19:56
    grado di gestire quelle stesse
  • 00:19:58
    strutture, sia a livello amministrativo
  • 00:20:00
    che di polizia penitenziaria. tutti i
  • 00:20:02
    fattori che vanno inseriti nel contesto
  • 00:20:04
    di un'osservazione che è anche molto
  • 00:20:06
    banale. Dato che le risorse per un
  • 00:20:08
    corretto funzionamento dei penitenziari
  • 00:20:10
    mancano di base, che significa il denaro
  • 00:20:12
    è poco, la coperta è corta, il
  • 00:20:14
    sovraffollamento va a ridurre una
  • 00:20:16
    disponibilità già insufficiente, a
  • 00:20:18
    partire dalla vivibilità degli spazi.
  • 00:20:21
    Proprio su questo l'Italia è stata
  • 00:20:22
    condannata nel 2013 dalla Corte Europea
  • 00:20:25
    per i Diritti dell'uomo, avendo violato
  • 00:20:28
    l'articolo 3 della CEDU, la Convenzione
  • 00:20:30
    Europea sui diritti umani che proibisce
  • 00:20:33
    la tortura e le peni inumane e
  • 00:20:34
    degradanti. Tra le decine di
  • 00:20:37
    procedimenti intentati contro l'Italia
  • 00:20:39
    per la violazione dell'articolo 3 ce n'è
  • 00:20:41
    uno in particolare che ha prodotto la
  • 00:20:42
    nota sentenza a Torregiani con cui la
  • 00:20:44
    Corte evidenziava che costringere più
  • 00:20:47
    persone in celle singole con uno spazio
  • 00:20:49
    vitale di a malapena 3 m² ulteriormente
  • 00:20:52
    ridotto dal mobilio, è in effetti un
  • 00:20:55
    trattamento inumano e degradante,
  • 00:20:56
    riconoscendo la mancanza di acqua calda,
  • 00:20:58
    di illuminazione e di ventilazione come
  • 00:21:01
    aggravanti e segnalando persino la
  • 00:21:03
    struttura sistemica in Italia.
  • 00:21:06
    del sovraffollamento.
  • 00:21:08
    Uno dei problemi principali non è
  • 00:21:09
    inventarsi nuovi modelli, sarebbe
  • 00:21:11
    avvicinare maggiormente la vita
  • 00:21:14
    penitenziaria anche semplicemente
  • 00:21:16
    all'applicazione delle regole che già
  • 00:21:17
    esistono. Cioè uno dei problemi non è
  • 00:21:19
    tanto un problema della previsione
  • 00:21:21
    normativa in questo momento. Il problema
  • 00:21:23
    principale è l'implementazione delle
  • 00:21:26
    norme in concreto e il ritardo
  • 00:21:28
    dell'implementazione delle norme
  • 00:21:29
    rispetto alla previsione. Dalla sentenza
  • 00:21:32
    Torreggiani sono passati 12 anni e la
  • 00:21:34
    giurisprudenza in merito si è molto
  • 00:21:36
    ampliata. Ma come avete sentito, se da
  • 00:21:37
    una parte si afferma che 3 m²
  • 00:21:39
    calpestabili a persona costituiscano il
  • 00:21:41
    parametro minimo del rispetto dei
  • 00:21:43
    diritti umani, si parla addirittura di
  • 00:21:45
    diritto all'affettività, nel concreto
  • 00:21:47
    siamo annuce da queste cose qui. La
  • 00:21:49
    stessa Antigone ha riscontrato metrature
  • 00:21:51
    inferiori in quasi 1 tero delle celle
  • 00:21:54
    visitate e ad oggi l'Italia viene
  • 00:21:56
    condannata, per violazioni dell'articolo
  • 00:21:57
    3 dai suoi stessi tribunali, peraltro
  • 00:22:01
    ancora di più che al tempo della
  • 00:22:02
    sentenza Torregiani. Parliamo di
  • 00:22:05
    migliaia di ricorsi ogni anno. Miglia.
  • 00:22:09
    Non solo. La cultura dell'abuso e della
  • 00:22:11
    sottomissione del detenuto si manifesta
  • 00:22:13
    anche in maniera più attiva, più
  • 00:22:15
    diretta. Nel 2017 l'Italia ha introdotto
  • 00:22:18
    nel codice penale gli articoli che
  • 00:22:20
    disciplinano le condotte di tortura e
  • 00:22:22
    istigazione alla tortura con particolare
  • 00:22:25
    attenzione a quelle commesse dai
  • 00:22:27
    pubblici ufficiali. E da allora le
  • 00:22:29
    condanne e le denunce a carico della
  • 00:22:31
    polizia penitenziaria si sono susseguite
  • 00:22:33
    a ritmo regolare, non perché prima non
  • 00:22:36
    ci fossero casi, ovviamente, ma perché
  • 00:22:38
    il fatto che siano ora punibili ha fatto
  • 00:22:40
    emergere il fenomeno e non è un caso che
  • 00:22:43
    la politica, quella più vicina alle
  • 00:22:45
    forze dell'ordine, potremmo dire, abbia
  • 00:22:47
    tentato di abrogare o modificare il
  • 00:22:49
    reato, adducendo la motivazione che
  • 00:22:52
    questo reato impedirebbe alle forze
  • 00:22:53
    dell'ordine di svolgere come si deve, il
  • 00:22:55
    loro lavoro nel timore di essere
  • 00:23:05
    denunciate. C'è poi il caso del 41 bis,
  • 00:23:08
    il cosiddetto regime di carcere duro
  • 00:23:10
    concepito per contrastare il terrorismo
  • 00:23:12
    e soprattutto la criminalità
  • 00:23:14
    organizzata, che è un fenomeno
  • 00:23:16
    particolare del nostro paese e 41 bisopo
  • 00:23:19
    quello di impedire ai detenuti di
  • 00:23:21
    mantenere contatti con l'esterno. Anche
  • 00:23:23
    in questo caso, ovviamente, siamo di
  • 00:23:25
    fronte in maniera estrema al dilema che
  • 00:23:27
    ci ha condotto in questo discorso, solo
  • 00:23:30
    applicato a persone estremamente
  • 00:23:31
    pericolose, indesiderabili, tra gli
  • 00:23:33
    indesiderabili, potremmo dire, per cui
  • 00:23:35
    la sospensione di quei diritti umani è
  • 00:23:38
    spesso giustificata e controbilanciata,
  • 00:23:40
    a seconda della sensibilità di ognuno,
  • 00:23:42
    dalla necessità di allontanare queste
  • 00:23:44
    figure della società, di isolarle, si
  • 00:23:46
    torna sempre lì. Il caso del 41 bis è
  • 00:23:48
    interessante su molti livelli,
  • 00:23:50
    meriterebbe un video a parte, ma quello
  • 00:23:52
    che ci serve sapere adesso è che le
  • 00:23:54
    analisi sul suo funzionamento sono
  • 00:23:56
    estreme. Da una parte ci sono figure
  • 00:23:58
    autorevoli come Nicola Gratteri,
  • 00:24:00
    procuratore della Repubblica a Napoli e
  • 00:24:02
    noto esperto internazionale di
  • 00:24:03
    criminalità organizzata che da tempo
  • 00:24:06
    lamenta l'inefficacia del regime di
  • 00:24:08
    carcere duro nell'impedire ai capi mafia
  • 00:24:10
    di comunicare con l'esterno e quindi di
  • 00:24:12
    continuare a essere pericolosi, pur
  • 00:24:14
    essendo stati allontanati dalla società
  • 00:24:15
    e chiede più carceri, più fondi,
  • 00:24:18
    maggiori aree dedicate al 41 bis. Da
  • 00:24:21
    completamente l'altra parte ci sono
  • 00:24:22
    invece realtà come Antigone che
  • 00:24:24
    lamentano l'esatto opposto. Ad oggi,
  • 00:24:26
    secondo loro, le oltre 700 persone che
  • 00:24:29
    si trovano costrette in questa
  • 00:24:31
    particolare condizione sarebbero troppe.
  • 00:24:33
    Un numero eccessivo e arbitrario, con
  • 00:24:36
    rinnovi della misura che spesso
  • 00:24:37
    avverrebbero in automatico anche per
  • 00:24:39
    decine d'anni, senza neanche valutare se
  • 00:24:42
    ancora sussistano condizioni di
  • 00:24:43
    pericolosità. L'isolamento ovviamente
  • 00:24:45
    non è solo tipico del 41 bis, viene
  • 00:24:48
    utilizzato anzi anche fuori dal 41 bisma
  • 00:24:50
    tramite cui vengono esercitati
  • 00:24:52
    l'autorità e il controllo all'interno
  • 00:24:54
    delle strutture penitenziarie.
  • 00:24:55
    L'isolamento è previsto di solito per
  • 00:24:58
    ragioni disciplinari, sanitarie o
  • 00:25:00
    giudiziarie, ma viene invece utilizzato
  • 00:25:02
    dall'amministrazione carceraria anche
  • 00:25:05
    per gestire i profili ritenuti
  • 00:25:07
    problematici come persone antisociali e
  • 00:25:09
    inadatte al carcere tradizionale, quindi
  • 00:25:11
    spesso con evidenti disagi psicologici e
  • 00:25:14
    comportamentali, oppure con un quadro di
  • 00:25:17
    tossicodipendenza.
  • 00:25:19
    Questa banalità che il carcere sia lo
  • 00:25:22
    specchio della società è una di quelle
  • 00:25:23
    banalità verissime, è il luogo comune
  • 00:25:26
    più vero che ci sia. Cioè, così come il
  • 00:25:28
    mondo fuori, così il mondo dentro, che è
  • 00:25:31
    una delle cose che rendono anche il
  • 00:25:32
    carcere interessante, eh, perché è come
  • 00:25:34
    se fosse una specie di di laboratorio
  • 00:25:37
    dove tu vedi da che parte va il mondo,
  • 00:25:40
    così come fuori ci sono sempre più
  • 00:25:42
    poveri, ci sono sempre più ingiustizia,
  • 00:25:44
    ci sono sempre più malati psichiatrici,
  • 00:25:46
    ci sono sempre più malati, sempre più
  • 00:25:48
    tossicodipendenti.
  • 00:25:50
    Ah, in questo senso, quindi è una spia,
  • 00:25:52
    diciamo. Sì. E e questo attorno a noi,
  • 00:25:55
    insomma, lo sappiamo, no? Cosa ha
  • 00:25:57
    prodotto il capitalismo selvaggio?
  • 00:26:00
    Questo eh non non così il carcere,
  • 00:26:04
    soprattutto ti ripeto, negli ultimi 10
  • 00:26:07
    anni 15 anni è diventato, mi dispiace
  • 00:26:09
    usare questo termine che è brutto e
  • 00:26:11
    violento, ma è vero, una discarica
  • 00:26:13
    sociale e quindi un posto di persone
  • 00:26:16
    disgraziate, povere, tossicodipendenti,
  • 00:26:19
    con problemi psichiatrici. È quasi un
  • 00:26:21
    welfare, esiste il welfare carcerario.
  • 00:26:24
    Welfare carcerario. Eh, assolutamente. E
  • 00:26:27
    parlando di welfare carcerario, come
  • 00:26:28
    dice Dal Bignardi, chi sono le persone
  • 00:26:30
    che più necessitano di questo tipo di
  • 00:26:32
    aiuto? In genere? Quelle che non hanno
  • 00:26:34
    solo difficoltà materiali, ma mediche. I
  • 00:26:36
    numeri dei detenuti che soffrono di
  • 00:26:38
    gravi disagi psichici sono da vera e
  • 00:26:40
    propria emergenza. Si parla del 12%
  • 00:26:42
    della popolazione carceraria, 6.000
  • 00:26:45
    persone e in questi casi, a fronte di
  • 00:26:46
    patologie mentali molto serie, con
  • 00:26:48
    persone in grado di intendere di volere,
  • 00:26:50
    l'opzione più battuta è in genere
  • 00:26:52
    gestire il problema all'interno del
  • 00:26:53
    carcere in reparti separati dedicati
  • 00:26:56
    alla gestione del problema. reparti che
  • 00:26:58
    però al momento sono pochissimi in
  • 00:27:00
    Italia, meno del 20% degli istituti ne
  • 00:27:03
    ha uno. E anche in quel caso, comunque,
  • 00:27:06
    il compito è molto arduo, perché si
  • 00:27:08
    tratta di curare un disagio psichico in
  • 00:27:10
    un istituto penale, un'istituzione che
  • 00:27:13
    per sua natura è patogena, nel senso di
  • 00:27:15
    qualcosa di tossico che nuoce alla
  • 00:27:16
    salute mentale e che ha realisticamente
  • 00:27:19
    le caratteristiche per slatentizzare
  • 00:27:20
    problemi che l'individuo già affronta e
  • 00:27:23
    che nella società di fuori magari
  • 00:27:25
    normalmente riesce a tenere sotto
  • 00:27:27
    controllo. Tutto il resto, ciò che è
  • 00:27:30
    difficilmente diagnosticabile o che
  • 00:27:32
    implica un disagio generalizzato, viene
  • 00:27:35
    curato con un massiccio abuso di
  • 00:27:36
    psicofarmaci usati non tanto come
  • 00:27:38
    terapia, ma come facile metodo di
  • 00:27:40
    pacificazione mentale, quindi una forma
  • 00:27:42
    di sedazione che renda gestibile la
  • 00:27:45
    carcerazione con stabilizzatori
  • 00:27:46
    dell'umore, antidepressivi,
  • 00:27:48
    antipsicotici,
  • 00:27:50
    ansiolitici. Prendete questi dati, oltre
  • 00:27:52
    un quinto dei detenuti ne fa uso e le
  • 00:27:54
    percentuali salgono a oltre il 40% nel
  • 00:27:57
    caso di sedativi ipnotici con tutti i
  • 00:28:00
    problemi di dipendenza che ne derivano
  • 00:28:02
    poi. Un altro enorme problema, infatti,
  • 00:28:04
    è che le tossicodipendenze e i reati
  • 00:28:07
    connessi come lo spaccio sono uno dei
  • 00:28:09
    motori principali del riempimento della
  • 00:28:11
    carceri, lo abbiamo visto prima, la
  • 00:28:13
    percentuale di persone detenute che ha
  • 00:28:15
    già al suo ingresso in carcere una forma
  • 00:28:17
    di tossicodipendenza o che la sviluppa
  • 00:28:19
    successivamente è altissima. I numeri
  • 00:28:21
    variano a seconda della fonte, sono
  • 00:28:23
    difficili da stimare, ma parliamo di
  • 00:28:25
    oltre il 20% di persone
  • 00:28:27
    tossicodipendenti con picchi di oltre il
  • 00:28:30
    50% in alcune strutture. Non so se è
  • 00:28:34
    chiaro, oltre il 50%.
  • 00:28:43
    Una zona d'ombra ancora più nascosta
  • 00:28:45
    nella narrazione che si fa di solito del
  • 00:28:47
    carcere poi è quella della detenzione
  • 00:28:50
    femminile e questo in larga parte è
  • 00:28:53
    dovuto al fatto che le donne
  • 00:28:54
    rappresentano una percentuale piccola
  • 00:28:56
    residuale dell'intera popolazione
  • 00:28:58
    carceraria e questo da sempre. Negli
  • 00:29:01
    ultimi 30 anni la presenza delle donne
  • 00:29:02
    nelle carceri italiane è oscillata tra
  • 00:29:05
    poco meno del 4% e poco più del 5%. E
  • 00:29:09
    qualora si volesse trarre una
  • 00:29:11
    conclusione da questa sproporzione nel
  • 00:29:13
    tasso di deluosità tra uomini e donne,
  • 00:29:15
    allora si potrebbe pensare che le donne
  • 00:29:17
    delinquono meno di quanto facciano gli
  • 00:29:19
    uomini e alcuni dati sembrano
  • 00:29:22
    confermarlo. Le denunce inoltrate dalle
  • 00:29:24
    forze di polizia all'autorità
  • 00:29:26
    giudiziaria mostrano in effetti una
  • 00:29:28
    forte sproporzione tra gli arrestati e
  • 00:29:30
    denunciati di sesso maschile e tra le
  • 00:29:33
    denunciate e arrestate di sesso
  • 00:29:34
    femminile con le seconde al di sotto del
  • 00:29:37
    20%. Questo ovviamente non costituisce
  • 00:29:40
    evidenza inequivocabile di una tendenza
  • 00:29:42
    femminile a delinquere di meno.
  • 00:29:45
    concorrere al fenomeno, quindi
  • 00:29:46
    potrebbero esserci tantissimi altri
  • 00:29:48
    fattori, per esempio un'eventuale
  • 00:29:50
    maggiore reticenza a denunciare le donne
  • 00:29:52
    percepite magari come soggetti meno
  • 00:29:55
    pericolosi degli uomini oppure potrebbe
  • 00:29:57
    avere un ruolo la gravità dei reati che
  • 00:30:00
    queste commettono, fattori che non sono
  • 00:30:02
    misurabili in maniera oggettiva e ha
  • 00:30:04
    quindi più senso osservare l'unica cosa
  • 00:30:07
    che questo dato mostra con chiarezza,
  • 00:30:09
    una fotografia del sistema penale e del
  • 00:30:12
    suo funzionamento nel quale è oggettivo
  • 00:30:15
    che le donne sono in netta minoranza e
  • 00:30:17
    poi vedere quali conseguenze questo può
  • 00:30:19
    avere. Anche nella stessa legislazione
  • 00:30:21
    penitenziaria i riferimenti specifici
  • 00:30:23
    alle donne detenute sono molto pochi. La
  • 00:30:26
    parola donna e donne compare in tutto
  • 00:30:29
    solo sei volte nella legge del 1975, la
  • 00:30:32
    storica riforma che ancora oggi regola
  • 00:30:35
    le norme sull'ordinamento penitenziario
  • 00:30:38
    e una di queste menzioni è quella che
  • 00:30:39
    sancisce la separazione di uomini e
  • 00:30:41
    donne in spazi carcerari diversi.
  • 00:30:44
    separazione articolata attraverso due
  • 00:30:46
    modalità principali. Quella della
  • 00:30:48
    detenzione presso istituti
  • 00:30:49
    esclusivamente femminili di cui solo tre
  • 00:30:52
    sono attualmente in funzione che sono
  • 00:30:54
    quelli di Giudecca a Venezia, di Trani
  • 00:30:56
    in Puglia e di Rebibbia a Roma e l'altra
  • 00:30:59
    presso sezioni femminili previste nel
  • 00:31:01
    contesto di carceri miste che sono
  • 00:31:03
    intorno alla cinquantina. La
  • 00:31:05
    distribuzione delle detenute riflette
  • 00:31:07
    quella delle strutture dell'una e
  • 00:31:09
    dell'altra tipologia. Su circa 2700
  • 00:31:12
    detenute, quelle presenti al 28 di
  • 00:31:14
    febbraio, secondo i dati del Ministero,
  • 00:31:16
    meno del 20% si trova in istituti
  • 00:31:19
    femminili, mentre tutte le altre sono
  • 00:31:21
    nelle sezioni femminili delle carceri
  • 00:31:23
    miste dove si trovano in netta
  • 00:31:24
    minoranza, rendendo evidente il loro
  • 00:31:27
    status di marginalità rispetto alla
  • 00:31:29
    realtà carceraria. Un mondo che sia
  • 00:31:31
    nelle strutture che nelle regole è
  • 00:31:33
    pensato per gli uomini e che non tiene
  • 00:31:35
    granché conto della specificità dei
  • 00:31:37
    bisogni femminili. L'umanità più triste
  • 00:31:40
    è quella femminile, sai? Questa è una
  • 00:31:42
    cosa
  • 00:31:44
    Eh, perché le donne in carcere stanno
  • 00:31:45
    peggio degli uomini. Sai che sono molto
  • 00:31:47
    poche, no? 4% della popolazione poché
  • 00:31:50
    stanno peggio? Stanno peggio perché
  • 00:31:53
    intanto il carcere è pensato per gli
  • 00:31:54
    uomini rispetto a qualunque cosa. Eh,
  • 00:31:57
    poi sono molto spesso madri. E per le
  • 00:32:00
    madri è devastante essere separati dai
  • 00:32:02
    figli, non vederli crescere e quindi
  • 00:32:05
    sono disperate. Eh, poi il motivo
  • 00:32:08
    principale, almeno questo, mi hanno
  • 00:32:10
    detto le detenute. Ero andata al carcere
  • 00:32:12
    di Tirana in Albania e sai che in
  • 00:32:15
    Albania parlano tutti italiano e mi
  • 00:32:17
    ricordo che molte detenute piangevano e
  • 00:32:20
    io gli ho chiesto "Ma ragazze, io vado
  • 00:32:22
    in carcere da una vita, gli uomini non
  • 00:32:24
    piangono mai, perché voi piangete
  • 00:32:25
    sempre?" E loro mi han detto, perché gli
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    uomini spesso a casa hanno una moglie,
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    una fidanzata, una sorella, una madre
  • 00:32:32
    che si occupa di loro, gli fa il pacco,
  • 00:32:35
    gli scrive, gli telefona. Noi non
  • 00:32:38
    abbiamo che si prende cura di noi. La
  • 00:32:40
    cura è ancora pannaggio femminile, come
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    sai. E quindi spesso si sentono
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    abbandonate. Sono abbandonate. Molto
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    spesso, sono ripudiate, sono
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    abbandonate, non hanno chi si prende
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    cura di loro.
  • 00:32:52
    Questa cosa che è devastante per il
  • 00:32:54
    solito motivo
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    del che in carcere è tutto mantenere una
  • 00:33:00
    relazione col fuori perché è la
  • 00:33:02
    solitudine la cosa più terribile, la
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    solitudine, l'abbandono, lo hai per noi
  • 00:33:07
    fuori, figurati dentro, no? E e quindi
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    le
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    donne soffrono molto di più, sono poche,
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    hanno meno trattamenti, essendo poche
  • 00:33:20
    eh, ad esempio, sì, lavorano, fanno
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    sempre lavori o di cucina o di sartoria.
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    A dire il vero esistono forme
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    alternative alla detenzione in carcere
  • 00:33:30
    specifiche per le detenute madri, come
  • 00:33:33
    sono per esempio i domiciliari speciali
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    per chi ha figli di età inferiore ai 10
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    anni, ma non tutte per svariati motivi
  • 00:33:40
    riescono ad accedervi. Ancora per quelle
  • 00:33:42
    madri che hanno figli a carico di età
  • 00:33:44
    inferiore ai 6 anni esiste un altro tipo
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    di istituti, i cosiddetti istituti a
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    custodia attenuata per madri, noti con
  • 00:33:51
    l'acronimo di ICAM, pensati per ricreare
  • 00:33:54
    un ambiente che non sia troppo distante
  • 00:33:56
    dalla vita quotidiana di una famiglia
  • 00:33:58
    non costretta in carcere e di
  • 00:34:00
    conseguenza evitare di condizionare
  • 00:34:02
    troppo in maniera negativa lo sviluppo
  • 00:34:04
    dei bambini, i quali si trovano in un
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    luogo che per ovvie ragioni non è
  • 00:34:09
    compatibile con le loro esigenze. Ora,
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    al di là delle peculiarità che
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    tratteggiano la tragicità specifica
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    della detenzione femminile, di cui
  • 00:34:17
    abbiamo appena scalfito la superficie,
  • 00:34:19
    per diversi altri aspetti le donne
  • 00:34:21
    detenute condividono gli stessi problemi
  • 00:34:23
    della loro controparte maschile. Il
  • 00:34:25
    tasso di sovraffollamento è pari al
  • 00:34:28
    115% ed è quindi paragonabile a quello
  • 00:34:30
    degli uomini. E anche la condizione di
  • 00:34:32
    grave disagio psichico lo è e sembra
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    essere addirittura leggermente superiore
  • 00:34:37
    nelle donne
  • 00:34:40
    [Musica]
  • 00:34:50
    detenute. Arrivati a questo punto,
  • 00:34:52
    quindi fermiamoci un attimo, osserviamo
  • 00:34:54
    la situazione nel suo complesso. Il
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    quadro che emerge è quello di
  • 00:34:57
    un'istituzione totalizzante,
  • 00:34:59
    burocratica, quindi un luogo
  • 00:35:00
    anacronistico, afflitto da carenze di
  • 00:35:03
    personale, spazio, usato in gran parte
  • 00:35:05
    come deposito per gli indesiderati e i
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    fragili, che quando non vengono
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    ulteriormente isolati o torturati sono
  • 00:35:11
    prima sedati e poi dimenticati in
  • 00:35:13
    condizioni di precarietà fuori da ogni
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    possibile diritto umano. Quello che vale
  • 00:35:20
    per magari un certo profilo criminale eh
  • 00:35:25
    esiguo non vale per il ragazzo nigeriano
  • 00:35:30
    che è scappato dalla Nigeria, è finito
  • 00:35:33
    nel carcere libico, dove è stato
  • 00:35:34
    torturato, picchiato, arriva in Italia,
  • 00:35:38
    commette un piccolo
  • 00:35:40
    crimine, viene portato in carcere, non
  • 00:35:43
    sa neanche dov'è, non sa neanche la
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    lingua. La sua famiglia non sa dove sia
  • 00:35:48
    e eh sai cosa succede? Che poi si
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    uccide.
  • 00:35:52
    Se uniamo tutti questi puntini emerge il
  • 00:35:55
    dato più terribile del 2024, ovvero il
  • 00:35:58
    numero di persone che si è tolto la vita
  • 00:36:00
    in carcere. I dati, come sempre in
  • 00:36:02
    questi casi, sono contestati. Le morti
  • 00:36:04
    acertate come suicidi, secondo quanto
  • 00:36:06
    sostiene l'amministrazione
  • 00:36:08
    penitenziaria, sono state 79, ma
  • 00:36:11
    Antigone e altre associazioni riportano
  • 00:36:13
    numeri più alti che in un caso per il
  • 00:36:16
    2024 sempre salgono fino a 91. Numero
  • 00:36:20
    che supera il già tragico e molto alto
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    bollettino del 2022, quando le morti
  • 00:36:25
    furono 84. va da sé, come abbiamo già
  • 00:36:27
    detto, che questo è spesso il tragico
  • 00:36:30
    epilogo di tutto ciò che ci siamo detti,
  • 00:36:31
    di come spesso le realtà carcerarie
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    siano intollerabili in questa condizione
  • 00:36:35
    per tutta una serie di persone. Abbiamo
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    parlato della tosicodipendenza o dei
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    disturbi psichiatrici, ma un'altra
  • 00:36:41
    condizione che porta le persone in
  • 00:36:43
    carcere è che si ricollega a quanto
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    dicevamo all'inizio sulle strutture
  • 00:36:46
    penitenziarie come specchio della
  • 00:36:48
    società è la semplice povertà. In Italia
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    ad oggi sono milioni le famiglie che si
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    trovano sotto la soglia della povertà
  • 00:36:54
    assoluta. Una condizione spesso
  • 00:36:57
    considerata tra i fattori che possono
  • 00:36:59
    contribuire alla criminalità, anche
  • 00:37:01
    perché di nuovo ad affollare le celle
  • 00:37:03
    non sono i colletti bianchi, persone
  • 00:37:05
    ricche, connesse, benestanti, ma per la
  • 00:37:07
    stragrande maggioranza sono individui
  • 00:37:09
    che non hanno soldi, non hanno lavoro,
  • 00:37:11
    magari non hanno neanche un domicilio.
  • 00:37:14
    È ovvio che l'umanità che c'è lì è la
  • 00:37:17
    più disgraziata. Quanti colletti bianchi
  • 00:37:20
    o quante persone istruite benestanti
  • 00:37:22
    pensi ci siano in carcere? Ma una
  • 00:37:24
    minoranza esigua. È per quello poi che
  • 00:37:27
    come facciamo a disinteressarci di
  • 00:37:31
    un'umanità di questo genere?
  • 00:37:33
    [Musica]
  • 00:37:35
    Il carcere, insomma, per come è
  • 00:37:36
    concepito e organizzato oggi,
  • 00:37:38
    rappresenta una gigantesca
  • 00:37:40
    contraddizione che si dipana su più
  • 00:37:42
    livelli. Quello più superficiale lo
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    abbiamo visto perché ancora una volta
  • 00:37:46
    c'è un'evidente discrepanza tra ciò che
  • 00:37:48
    imporrebbe la Costituzione e la gestione
  • 00:37:50
    poi effettiva delle strutture, ma
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    possiamo scavare più a fondo di così. La
  • 00:37:54
    dissonanza peggiore si avverte quando si
  • 00:37:56
    realizza che la versione ideale del
  • 00:37:59
    carcere, del suo archetipo, per così
  • 00:38:00
    dire, prevede alla base un forte
  • 00:38:02
    principio di deterrenza. Io, il
  • 00:38:04
    legislatore ti metto in una situazione
  • 00:38:06
    di disagio affinché tu che hai sbagliato
  • 00:38:08
    e devi fare ammenda sia dissuaso dal
  • 00:38:11
    delinquere di nuovo, riabilitandoti
  • 00:38:13
    anche nel frattempo, ma mostrandoti
  • 00:38:15
    quello che è ciò che ti aspetta se
  • 00:38:17
    commeti di nuovo un crimine. Punizione e
  • 00:38:20
    dissuasione. Qual è però il problema?
  • 00:38:22
    che si tratta di un processo che dati
  • 00:38:24
    alla mano non sembra funzionare. Nel
  • 00:38:27
    momento in cui stabilisco che tu debba
  • 00:38:29
    stare peggio nella società di dentro
  • 00:38:30
    piuttosto che nella società di fuori e a
  • 00:38:32
    quel peggio non c'è però fine, anzi
  • 00:38:35
    alimentando la narrazione che peggio
  • 00:38:37
    stai meglio è, sto creando
  • 00:38:38
    automaticamente una pentola pressione
  • 00:38:41
    che alimenterà ciò che di peggio l'animo
  • 00:38:43
    umano ha da offrire, generando persone
  • 00:38:45
    ferite, violate, cambiate, che
  • 00:38:47
    torneranno alla società di fuori, ma
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    senza farne più parte e che a un certo
  • 00:38:51
    punto alieni in un ambiente estraneo che
  • 00:38:54
    le rigetta torneranno a delinquere
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    vanificando tutto il processo di
  • 00:38:58
    deterrenza e chiudendo questo cerchio di
  • 00:39:00
    enorme contraddizione che spesso dura
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    per tutta la vita del detenuto. C'è un
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    ultimo dato con cui vi voglio lasciare
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    ed è quello importantissimo sulla
  • 00:39:10
    recidiva. È terribile. Il 60% dei
  • 00:39:13
    detenuti torna a delinquere e le
  • 00:39:15
    percentuali di persone con
  • 00:39:16
    incarcerazioni multiple sono altissime,
  • 00:39:19
    in crescita rispetto agli anni scorsi.
  • 00:39:21
    Ma ciò che sconvolge è che le stime
  • 00:39:24
    sulle percentuali di recidiva per i
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    detenuti che hanno avuto l'opportunità
  • 00:39:27
    di reinserirsi nel mondo del lavoro
  • 00:39:29
    crollano al 2%, quasi si annullano e
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    mostrano come ancora una volta essere
  • 00:39:35
    fallimentare non è la natura di chi
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    delinque, ma la sovrastruttura che
  • 00:39:40
    accoglie questi detenuti. Ecco, in un
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    ecosistema politico che non ha alcuna
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    intenzione di cambiare approccio, in
  • 00:39:48
    particolare perché di nuovo molto del
  • 00:39:50
    mondo di fuori, compresi politici,
  • 00:39:52
    opinion leader, sa nulla di come
  • 00:39:54
    funziona il mondo di dentro, è consci
  • 00:39:56
    del fatto che anche l'opinione pubblica
  • 00:39:58
    è disinformata in merito, si può
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    facilmente far leva su temi
  • 00:40:03
    comprensibili, no? umani di giustizia,
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    punizione, vendetta che però
  • 00:40:07
    contribuiscono a costruire la situazione
  • 00:40:10
    per come la conosciamo. Ma arrivati a
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    questo punto, almeno tu ne sai qualcosa
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    di più della stragrande maggioranza di
  • 00:40:16
    italiani. È quello che deciderai di
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    trarre da queste
  • 00:40:19
    informazioni quello sta un po' a
  • 00:40:26
    te. M.
  • 00:40:29
    [Musica]
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    [Musica]
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    [Musica]
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