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sono due i volumi i libri che ho
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pubblicato per interlinea e che
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riguardano i miei studi su Primo Levi il
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primo titolo è Primo Levi ancora
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qualcosa da dire il secondo titolo è
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Primo Levi il laboratorio della
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coscienza In verità il primo titolo
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Primo Levi ancora qualcosa da dire è un
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titolo diminutivo e mi è anche stato
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fatto
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notare però è un titolo un po'
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provocatorio se vogliamo e ad un tempo è
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il riconoscimento del fatto che con
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scrittori come Primo Levi cose da dire
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ce ne sono evidentemente sempre quindi
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ha ancora qualcosa da dire vuol dire che
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così come accade nei classici c'è sempre
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qualcosa da dire i classici del resto
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come diceva Calvino non sono coloro Gli
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scrittori che si leggono Ma che si
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rileggono ed è ben vero che ogni volta
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che si affronta una pagina di primolevi
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Ecco mi viene un poco da dire ciò che
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Cristina Campo diceva per altre
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avventure poetiche ogni rigo è profitto
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Cioè che cosa significa significa che
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ogni rigo che viene scritto Ti conduce
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ti induce a delle riflessioni che
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naturalmente Sono riflessioni di
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profondità che vanno oltre la superficie
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e tutto questo accade perché è
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unavventura della lettura e chiunque ama
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leggere sa benissimo che su un autore
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amato si può tornare in tanti modi e
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tante volte scoprendo ogni volta
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qualcosa di nuovo qualcosa che entra
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dentro di te insomma che fa profitto
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questo è ciò che posso dire in via in
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via
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preliminare Dopodiché indubbiamente in
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questo primo libro Primo Levi ancora
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qualcosa da dire avevo un poco
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affrontato i miei incontri con Primo
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Levi e ciò che ne era nato in tutta una
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serie di interviste anche del periodo
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terminale della sua vita che ho un po'
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raggruppato insomma
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e poi ho aggiunto a queste interviste
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sia pure
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sinteticamente riportate ho aggiunto
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Alcuni studi che avevo fatto su di lui
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quindi sono libri che raccolgono il la
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lunga direi fedeltà che ho avuto nei
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confronti di primolevi come persona
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diciamolo pure e come autore che è la
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cosa evidentemente più importante e
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questi studi sono studi che sono andati
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a ad approfondire o a cercare di
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approfondire per quello che ho detto
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evidentemente prima alcuni aspetti per
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esempio l'aspetto del della tregua n
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passaggio dal quaderno Anzi dai due
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quaderni a al al libro che è una bella
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avventura nel senso che guardando e
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facendo e collazioni due quaderni
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manoscritti con la l'opera finale eh Ci
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sono molte scoperte che si possono
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evidentemente fare e che in questo
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piccolo saggio ho cercato almeno in
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parte di di di dire e poi c'è
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una una parte che riguarda la chiave a
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Stella e che è appunto quella che io
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chiamo una scrittura da bocca a orecchio
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Cioè quanto conta l'oralità nella la
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scrittura di primolevi che non è un un
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aspetto sicuramente
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secondario i suoi libri nascono
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attraverso prima non dirò tanto se
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questo è un uomo ma tutto sommato anche
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quello ma soprattutto poi dalla tregua
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in poi dal Dai racconti che lui faceva
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anche agli amici e magari era indotto
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dagli amici a scriverne era un passaggio
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veramente di parola orale a parola
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evidentemente scritta che è
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indubbiamente un'altra cosa Ma poi un
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altro aspetto che cercato di affrontare
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che è un aspetto che poco finora si è
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ancora affrontato è quello del Primo
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Levi partigiano ma soprattutto poi del
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mondo femminile in Se non ora quando
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proprio perché il mondo femminile in
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Primo Levi non è ancora stato
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sufficientemente Secondo me scandagliato
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e invece meriterebbe di essere molto di
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più approfondito anche in relazione alle
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dichiarazioni che lui ha sempre fatto di
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timidezza nei confronti delle delle
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donne e delle dichiarazioni che lui ha
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poi fatto anche a proposito di una delle
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donne in particolare di cui si era
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innamorato che è Vanda maestro Ma questi
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sono aspetti che naturalmente Cerco con
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delicatezza di affrontare in questi in
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questi saggi credo che più sistematico
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sia il libro Primo Levi il laboratorio
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della coscienza in cui torno ad
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affrontare certi temi e certi nodi della
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letteratura di primolevi ma soprattutto
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cerco di dire alcune cose che cercherò
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in questo caso e in questo momento di
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sintetizzare al massimo e cioè esistono
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Primo Levi è uno scrittore plurale e ed
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esistono indubbiamente aspetti che
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convivono ovviamente in lui c'è il Primo
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Levi testimone che indubbiamente agisce
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ed agisce in tutta la sua vita dopo il
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ritorno dal lager c'è il Primo Levi che
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è Naturalmente il Primo Levi scrittore e
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che è profondamente congiunto con il
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Primo Levi testimone Ma poi se ne almeno
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parzialmente distacca e diventa altra
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cosa ancora e poi c'è un Primo Levi che
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è poeta e
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che in fondo attraverso la poesia riesce
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a riprendere in maniera decisamente
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persuasiva alcuni temi che non sempre
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nelle pagine in prosa riescono ad essere
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così scavati e così approfonditi e poi
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naturalmente alla fine ancora c'è il
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tema il problema del rapporto con la
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tecnica e con la scienza che ha
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caratterizzato evidentemente tutta la la
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sua vita e la sua professione Ecco
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questo è un libro che cerca soprattutto
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di affrontare questi temi cominciando
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dal primo è quello del testimone Primo
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Levi è il testimone il testimone della
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scha per eccellenza Anche perché è stato
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tra i primi a parlarne e e ha sempre
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confessato di aver avuto questa spinta
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fin dall'esperienza del lager sia
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Beninteso
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primolevi viene deportato da Fossoli Ad
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Auschwitz ma Auschwitz non era Birkenau
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cioè meglio Auschwitz comprendeva
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Birkenau ma lui viene recluso
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a Buna monovit e quindi
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quello era un lagher sia pure
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appartenente Ad
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Auschwitz che consentiva quantomeno una
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possibilità sia pure molto precaria di
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di di vita mentre Birkenau era un un un
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lager in cui si moriva in cui non si
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viveva più che come dice Levi stesso più
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di una al massimo una una settimana e
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quindi la possibilità che poi lui ebbe
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di entrare nel nel nel laboratorio
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perché bunam monovit in bunam monovit la
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industria farben aveva avviato un
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processo di di fabbricazione di gomma
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che poi non ebbe nessunissimo successo
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ma consentì a Primo Levi di entrare in
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laboratorio e quindi di avere la fortuna
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lui ha sempre parlato di fortuna la
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fortuna di poter
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uscire in qualche modo dal dal lager
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anche se poi in lui il rapporto tra I
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sommersi e i salvati è sempre è stato
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molto conflittuale lui ha sempre
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sostenuto che i veri testimoni della
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shoa sono I sommersi non i salvati
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Indubbiamente il tema anche della
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vergogna il tema del della domanda
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profonda perché io e non e non altri ha
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caratterizzato poi la riflessione di
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tutto il suo percorso di vita fino ai
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sommersi e i salvati quindi il Primo
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Levi testimone Non può essere negato il
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primo le de testimoni è è fondamentale
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Tanto più che se questo è un uomo come
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dicevo è nato in un periodo in cui i
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testimoni del lager pativano una sorta
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di resistenza o di renitenza ad
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esprimere ciò che avevano
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vissuto le testimonianze si sono poi
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succedute ma soltanto in seguito Nel
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nell'immediato dopoguerra Quando viene
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pubblicato Oltretutto da da da da
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Antonicelli e dalla casa editrice De
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Silva se questo un uomo Ecco se questo
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uomo rappresenta non dirò un apax cioè
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una eccezione assoluta Ma certamente
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rappresenta una delle poche
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testimonianze che allora comparvero e
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qui scatta il meccanismo anche del
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rapporto con la letteratura la ricchezza
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la forza formidabile che viene da se
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Quest un uomo è data uno dal fatto che
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Primo Levi racconta esclusivamente ciò
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che ha visto e che ha vissuto quindi non
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c'è ancora L'apporto
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direi storico e degli storici che poi
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caratterizzano il processo che arriva
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fino ai sommersi e i salvati che sono
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saggistica cosa ben diversa quindi primo
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il fatto che lui parla esclusivamente
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della propria esperienza e quindi D
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delle cose viste e vissute e due il
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rapporto che questo testo ha con la
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letteratura potrei potrei documentare
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tutto questo con un con una sua diretta
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testimonianza che prendo proprio da
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Primo Levi ancora
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qualcosa da
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dire perché lui stesso primolevi stesso
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in una intervista in una intervista
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che che Marco belpoliti ha raccolto
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inella sua nodev raccolta di interviste
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e non soltanto quelle alla domanda lei
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come è riuscito a domare la materia di
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se questo Un uomo traendo da
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quell'orrore un opera di tale chiarezza
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sensibilità ed eleganza formale Ecco io
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insisterei sulla chiarezza indubbiamente
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ma anche sull'eleganza formale e lei Vi
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sostiene e Dice esattamente questo non
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so come rispondere Innanzitutto perché
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ho scritto quel libro 40 anni orsono e
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durante Questi 40 anni ho costruito una
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sorta di leggenda attorno a quest'opera
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affermando che l' scritta senza alcuna
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pianificazione di getto senza meditar
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sopra le altre persone con le quali ho
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parlato di questo libro Hanno accettato
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la leggenda in realtà la scrittura non è
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mai spontanea ora che ci penso Capisco
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che questo libro è colmo di letteratura
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letteratura che ho assorbito attraverso
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la pelle quando la rifiutavo e la
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disdegnava cioè sembrerebbe In altre
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parole che se questo un uomo nasca da
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una sorta di verginità letteraria mentre
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in realtà è pregno è pregno di
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consapevolezza letteraria del resto il
00:12:04
rapporto tra testimonianza e scrittura è
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molto stretto e un una testimonianza
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come quella di primo Levin e questo è un
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uomo è tanto più efficace quanto più è
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letterariamente ricca senò non avrebbe
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indubbiamente avuto la fortuna Eh che
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che ebbe ma anche l'efficacia che che
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questo libro ebbe all'inizio non venne
00:12:29
immediatamente capito Ma certo un uomo
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sensibile un intellettuale sensibile
00:12:34
come Franco Antonicelli lo capì
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immediatamente lo pubblicò poi
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naturalmente il libro ebbe le sue
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recensioni Calvino lo recens ad esempio
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sulle pagine dell'Unità Insomma ci fu
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indubbiamente un interesse ma fu un
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interesse un
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poco Diciamo legato a certi ambienti
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culturali particolarmente sensibili a
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questo aspetto ma certo accadde o cadde
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questo libro in un momento in cui tutti
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avevano un poco una altre cose da fare
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insomma tutti erano nella condizione di
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Buttarsi nella ricostruzione di un paese
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che era stato profondamente ferito e che
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aveva bisogno di pensare indubbiamente
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ad altro mentre lui si sentiva come il
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vecchio marinaio di di di di coleris
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come racconta nel sistema periodico e e
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e quasi aveva il
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desiderio di di di di fermare le le
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persone per raccontare qualcosa che era
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stato il suo diciamolo pure il suo
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abisso il suo inferno Ecco questo è il
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punto io poi ho ho questo fatto l'ho poi
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ripreso in due antologie sulla shoa
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sempre pubblicate da interlinea una è
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l'antologia n nell'abisso del lager che
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è un'antologia che riguarda il rapporto
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tra scrittura poetica e shoa nel buco
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nero di Auschwitz è un'antologia che
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riguarda invece il rapporto tra
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scrittura prosastica nella sua
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evidentemente varietà e choa quindi dico
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questo con piena direi consapevolezza
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anche senza piaggeria di autop piaggeria
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di diciamo di studioso detto questo
00:14:25
quindi detto lo stretto rapporto che
00:14:26
passa tra testimonianza e scrittura che
00:14:29
poi arriva fino ai sommersi salvati che
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è un libro indubbiamente di valore
00:14:34
assoluto uno di quelli che io porterei
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semmai dovesse esserci la famosa isola
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il famoso isolamento tra i i pochissimi
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e tra sicuramente quelli che stanno
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nelle dita di di di una mano ecco che
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posso ancora insistere un poco su un
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altro degli aspetti che riguardano
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primolevi che è la poesia La poesia in
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primolevi non è sì si pu si può anche
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dire che sia secondaria dal punto di
00:15:01
vista della quantità Ma certamente non è
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secondaria nel nel suo mondo la poesia
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nasce in lui e scaturisce in lui quasi a
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sorpresa ed è lui stesso indubbiamente a
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a a raccontarlo a
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dirlo ma testimonia anche di una
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capacità di lettura e di una influenza
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che alcuni poeti hanno avuto
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indubbiamente su di lui eh il primo dei
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poeti che ovviamente
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come dimostra anche se questo è un uomo
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nel famoso capitolo Il canto di Ulisse
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naturalmente Dante c'è una presenza
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dantesca evidente notevole però poi c'è
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presenza anche di altri poeti che nel
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canone diciamo esistono ma sono anche
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scolasticamente meno frequentati Ad
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esempio la figura di Parini che lui
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raccoglie nella ricerca delle radici
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quindi c'era in lui anche quando era
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ancora studente una un gusto ad esempio
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del dello scrivere delle
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filastrocche di naturalmente di fare un
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largo uso della della della rima il che
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non testimonia Evidentemente la la forza
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di un poeta ma testimonia quantomeno che
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nella sua nel suo percorso la poesia non
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è stata
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aridamente raccolta e accolta anche se
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poi lui fu ato nel tema di italiano alla
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maturità e dovete recuperare In sostanza
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Però questo non è non è poi così
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significativo certo arrivo all'ultimo
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degli argomenti che vorrei sia pure
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brevemente trattare arrivo al rapporto
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tecnica scienza
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che lo contraddistingue lungo tutto
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l'arco della sua vita Fin dall'infanzia
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lavorava con il Meccano aveva un padre
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ingegnere che indubbiamente lo induceva
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sia alle letture Sia ad accudire questo
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particolare aspetto della sua
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intelligenza ed è un aspetto che ha
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riguardato primolevi sia nella sua
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infanzia scolare della scuola dicevo
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elementare sia nella sua poi prosieguo
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dei suoi studi nella scuola media
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ginnasiale E naturalmente poi liceale ed
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è una delle ragioni per
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cui la sua critica andava molto spesso
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al cotè soprattutto umanistico che
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questa scuola dopo la riforma
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soprattutto gentile rappresentava anche
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se poi aveva un rapporto molto molto
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cordiale con la grande professoressa
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azedia Arici che con la quale aveva
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delle discussioni anche abbastanza
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animate Perché azedia aricci sosteneva
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la forza della cultura cosiddetta
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umanistica o letteraria mentre Primo
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Levi pur non essendone assolutamente
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alieno era un poco meno affezionato e
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per esempio i temi su Ariosto i temi su
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Tasso come si faceva una volta si davano
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una volta al liceo non erano sicuramente
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da la sua parte lui ha sempre preferito
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discipline diciamo tecnic scientifiche e
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si è sempre dichiarato un tecnico non
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uno scienziato anche se è sempre stato
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così fortemente consapevole del rapporto
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tra scienza e tecnica che ha sempre
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risolto secondo un principio di medietas
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cioè di di di di di di di conciliazione
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oggi ad esempio si parla tanto tanto di
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intelligenza artificiale e ed è un tema
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sicuramente che ci riguarda che tanto
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più Ci riguarderà Ma come accade e come
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sento dire e come sento e vedo scrivere
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primolevi avrebbe avvisato che non
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avrebbe sicuramente rifiutato
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l'intelligenza artificiale ma avrebbe
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immediatamente avvisato che nel
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beneficio che se ne può trarre bisogna
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indubbiamente avere un atteggiamento di
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attenzione e di
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discrezione perché qualsiasi progresso
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scientifico se è mal gestito può portare
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a dei danni irrevocabili questo è in
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definitiva Il punto fondamentale che lo
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riguarda Certo Per noi primolevi è un
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classico non soltanto perché ci ha dato
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dei libri molto forti e dei libri anche
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vari diversi Se penso alla chiave a
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Stella indubbiamente eh mi trovo di
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fronte ad un libro che è stato difficile
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nel tempo in cui è nato addirittura
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collocare ha avuto anche delle polemiche
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perché
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questo Libertino
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faussone è un un diciamo un
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operaio sindacalmente opaco come diceva
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lo stesso Primo Levi quindi poco adatto
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a rappresentare un tempo in cui i
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sindacati avevano una
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importanza notevolissima e quindi ha un
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po' rappresentato l'avventura solitaria
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del saper far bene indubbiamente il
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proprio lavoro ma qui vorrei concludere
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anche su questo Cioè Primo Levi non è un
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scrittore di certezze È uno scrittore di
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interrogazioni e di domande alle quali
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non sempre ha la risposta naturalmente
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pronta anche se indubbiamente in certi
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passaggi Quella risposta là pensando
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invece appunto al lavoro voglio ancora
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dire questo e poi chiudo Spero di non
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essere stato troppo lungo troppo noioso
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sul tema del Lavoro indubbiamente le
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domande si
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accumulano perché lui dice certo fare
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bene proprio lavoro come Libertino
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faussone sostiene e gli fa sostenere
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però poi nei sommersi salvati nota come
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anche stangl il carnefice di treblinka
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pensava di fare bene il proprio lavoro
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anche Rudolf h No il il l'inventore In
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definitiva di Auschwitz no testimonia di
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aver voluto fare bene il proprio lavoro
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quindi la la virtù diventa fortemente
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ambigua e che quindi anche qui dipende
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poi da come non solo da come il lavoro
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viene svolto ma dalle finalità a cui il
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lavoro attiene Questo è il punto
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fondamentale Quindi per chiudere questi
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due libri Primo Levi ancora qualcosa da
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dire Primo Levi il laboratorio della
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coscienza fin dal titolo non tanto il
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primo quanto piuttosto il secondo ad
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esempio il laboratorio della coscienza
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alla fin fine vogliono proprio dire sì
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il laboratorio perché il laboratorio è
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fondamentale No per il progresso
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scientifico
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umano va accudito ma della coscienza
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anche cioè la coscienza deve in qualche
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modo guidare ad un uso efficace Sì ma ad
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un tempo anche accorto e moralmente
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fondato di ciò che viene scoperto di ciò
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che viene scientificamente e
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tecnicamente poi esercitato questo è
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tutto quello che posso dire di primo
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Levis E chiudendo questi due libri in
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fondo hanno l'ambizione mite sia ben
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chiaro di continuare a dire che ci
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troviamo di fronte ad un autore oramai
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di canone e quindi è assunto tra tra gli
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autori che possono darci e dirci ancora
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tantissime cose e che primolevi è un
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classico e come tutti i classici vanno
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letti e vanno soprattutto riletti
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grazie