Why was India split into two countries? - Haimanti Roy

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Resumo

TLDRNel 1947, l'India ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna, provocando la Partizione che portò a una delle più grandi migrazioni della storia con un milione di morti. Prima del dominio britannico, l'India era composta da stati principeschi multietnici. Durante la colonizzazione, la Gran Bretagna semplificò le differenze religiose, creando divisioni che culminarono nella richiesta musulmana di un proprio Stato, il Pakistan. La Partizione, terminata in fretta, lasciò le nuove nazioni con confini contestati e problemi duraturi, specialmente nel Kashmir, influenzando immensamente la vita e la tradizione delle famiglie locali.

Conclusões

  • 📜 La Partizione del 1947 fu un evento storico cruciale.
  • 🕌 Diverse comunità religiose coesistevano prima della colonizzazione.
  • 🌏 La Gran Bretagna semplificò e divise le comunità religiose.
  • ✒️ Gandhi e Nehru volevano un'India unita, Jinnah un Pakistan indipendente.
  • 🗺️ I confini furono tracciati con poca precisione.
  • 🔪 La violenza esplose durante la migrazione di massa.
  • 🚺 Le donne furono particolarmente vulnerabili e vittime di atrocità.
  • 🏞️ Kashmir rimane una contesa fra India e Pakistan.
  • 🇧🇩 Il Pakistan orientale divenne Bangladesh nel 1971.
  • 🧩 Le divisioni della Partizione persistono politicamente e culturalmente.
  • 📅 Il retaggio della Partizione è ancora visibile dopo 70 anni.
  • 🚨 Il potere britannico lasciò un vuoto colmato con violenza.

Linha do tempo

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    Nel 1947 l'India ottenne l'indipendenza dalla dominazione britannica, portando a una migrazione di massa e sanguinose conseguenze con circa un milione di morti. Il subcontinente indiano, prima un mosaico di regni regionali con diverse religioni, fu cambiato dalla colonizzazione britannica. Gli inglesi iniziarono a classificare gli indiani per religione, amplificando le differenze. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la Gran Bretagna cedette, esistevano diverse visioni per l'India indipendente. Gandhi e Nehru volevano un'India unita, mentre Jinnah sostenne una separazione in due stati, India e Pakistan. L'indipendenza fu pianificata frettolosamente e il paese suddiviso senza una chiara definizione, portando a un massiccio movimento transfrontaliero religioso e alla tragedia delle violenze, specialmente in Punjab. Le divisioni e i confini creati allora continuano a influenzare la politica e le comunità del subcontinente fino ad oggi.

Mapa mental

Vídeo de perguntas e respostas

  • Quali furono le conseguenze immediate della Partizione dell'India?

    Una delle conseguenze immediate fu uno dei più grandi e sanguinosi spostamenti di popolazione, con circa un milione di morti.

  • Come era organizzata l'India prima della colonizzazione britannica?

    Era un mosaico di regni regionali noti come stati principeschi, abitati da diverse comunità religiose.

  • Qual era la posizione di Gandhi e Nehru riguardo all'India indipendente?

    Volevano un'India unita, rappresentando la maggioranza indù.

  • Cosa voleva Muhammad Ali Jinnah per la popolazione musulmana?

    Jinnah sosteneva la creazione di una nazione separata per i musulmani, denominata Pakistan.

  • Come fu decisa la demarcazione del confine tra India e Pakistan?

    La Commissione di confine tracciò la demarcazione basandosi su mappe vecchie, numeri di censimenti inesatti e poca conoscenza del territorio.

  • Cosa accadde il 17 agosto 1947?

    Fu rivelata la nuova mappa dei confini, due giorni dopo l'indipendenza.

  • Qual è stato uno degli esiti a lungo termine della Partizione dell'India?

    Persistenti contese sui confini, in particolare nel Kashmir, e divisioni politiche e culturali.

  • Quando è avvenuta l'indipendenza del Pakistan dell'Est?

    Il Pakistan dell'Est si separò nel 1971, diventando Bangladesh.

  • Quali furono alcune conseguenze per le donne durante la Partizione?

    Molte donne furono vittime di stupri e mutilazioni, circa 100.000 furono rapite e costrette a matrimoni forzati.

  • Come influenzò la politica britannica in India durante le elezioni?

    Introdusse separazione religiosa nei voti, aggravando differenze e diffidenza tra le comunità.

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Legendas
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    Traduttore: Revisore: Samridh Aggarwal
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    Nell’agosto del 1947,
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    l’India ottenne l’indipendenza, dopo 200 anni di dominazione britannica.
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    Ne conseguì una delle maggiori e più sanguinose migrazioni della storia.
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    Si stima che persero la vita circa un milione di persone.
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    Prima della colonizzazione britannica,
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    il subcontinente indiano era un mosaico di regni regionali,
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    noti come stati principeschi popolati da indù, musulmani, sikh, giainisti,
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    buddisti, cristiani, parsi ed ebrei.
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    Ciascuno stato principesco aveva le proprie tradizioni,
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    sistema di caste e capi.
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    A partire dal 1500, l’India fu colonizzata da diversi potenze europee
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    attraverso insediamenti costieri per fini commerciali.
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    Intorno alla metà del XVIII secolo, la Compagnia inglese delle Indie Orientali
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    emerse come principale potere coloniale in India.
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    Gli inglesi dominavano direttamente alcune province
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    e indirettamente gli stati principeschi.
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    Sotto il dominio indiretto, gli stati principeschi mantennero la sovranità,
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    ma diedero concessioni politiche e finanziarie agli inglesi.
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    Nel XIX secolo, gli inglesi iniziarono a categorizzare gli indiani per religione,
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    una semplificazione a grandi linee delle comunità presenti in India.
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    Stabilirono che gli indù fossero la “maggioranza”
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    e tutte le altre comunità religiose, “minoranze” distinte,
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    con i musulmani come minoranza più numerosa.
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    I sikh furono considerati parte della comunità indù
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    da tutti tranne che da se stessi.
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    Durante le elezioni, le persone potevano votare solo per i candidati
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    appartenenti alla propria religione.
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    Tali pratiche esacerbarono le differenze,
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    seminando diffidenza in comunità che fino ad allora avevano coesistito.
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    Il XX secolo iniziò con decenni di movimenti anticoloniali,
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    durante i quali gli indiani lottarono per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
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    Dopo la seconda guerra mondiale,
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    sotto enormi pressioni finanziare portate dal conflitto,
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    la Gran Bretagna alla fine cedette.
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    I capi politici indiani avevano visioni differenti
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    su come sarebbe dovuta essere l’India indipendente.
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    Mohandas Gandhi e Jawaharlal Nehru rappresentavano la maggioranza indù
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    e volevano un’India unita.
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    Muhammad Ali Jinnah, che guidava la minoranza musulmana,
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    credeva che le fratture create dalla colonizzazione fossero insanabili.
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    Jinnah sosteneva una divisione in due nazioni
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    in cui i musulmani avrebbero avuto una patria chiamata Pakistan.
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    In seguito alle rivolte del 1946 e 1947, gli inglesi si affrettarono alla ritirata,
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    pianificando l’indipendenza dell’India a porte chiuse.
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    Nel giugno del 1947, il governatore inglese annunciò
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    che l’India avrebbe ottenuto l’indipendenza entro agosto,
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    e sarebbe stata suddivisa in India induista e Pakistan musulmano,
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    dando però poche spiegazioni su come ciò sarebbe avvenuto esattamente.
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    Usando vecchie mappe, numeri di censimenti inesatti
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    e scarsa conoscenza del territorio,
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    in sole cinque settimane, la Commissione di confine tracciò
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    una demarcazione, creando tre province sotto il diretto controllo britannico:
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    Bengala, Punjab e Assam.
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    Il confine tenne in conto i luoghi in cui indù e musulmani erano maggioranze,
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    ma anche altri fattori, come la posizione e le percentuali di popolazione.
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    Per cui se un’area a maggioranza indù confinava con un’altra a maggioranza indù
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    sarebbe stata inclusa nell’India,
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    ma se un’area a maggioranza indù confinava con aree a maggioranza musulmana
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    sarebbe potuta diventare parte del Pakistan.
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    Gli stati principeschi di confine dovevano scegliere a quale delle due nazioni unirsi
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    perdendo così la propria sovranità.
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    Mentre la Commissione di confine lavorava su questa nuova mappa,
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    gli indù e i musulmani iniziarono a spostarsi
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    verso aree a cui pensavano di appartenere per maggioranza religiosa,
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    ma non ne potevano essere certi.
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    Famiglie si divisero.
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    Temendo violenze sessuali, i genitori mandavano figlie e mogli
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    in regioni che credevano sicure.
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    La nuova mappa fu rivelata solo il 17 agosto 1947,
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    due giorni dopo l’indipendenza.
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    Le province del Punjab e del Bengala divennero
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    il geograficamente separato Pakistan dell’Est e dell’Ovest.
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    Il resto divenne India a maggioranza indù.
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    Nell’arco di due anni, milioni di indù e sikh che vivevano in Pakistan
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    partirono per l’India,
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    mentre musulmani che vivevano in India scapparono dai villaggi
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    che le loro famiglie avevano abitato per secoli.
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    Le città di Lahore, Delhi, Calcutta, Dhaka e Karachi
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    si svuotarono dei vecchi residenti e si riempirono di rifugiati.
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    Nel vuoto di potere che le forze inglesi si erano lasciate alle spalle,
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    milizie radicalizzate e gruppi locali massacrarono migranti.
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    Le violenze più atroci si ebbero in Punjab dove ad avere la peggio furono le donne,
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    stuprate e mutilate.
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    Circa 100.000 donne vennero rapite e costrette a sposare i loro carcerieri.
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    I problemi creati dalla Partizione
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    andarono oltre a queste immediate conseguenze mortali.
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    Molte famiglie che si misero momentaneamente in marcia
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    furono rimpiazzate permanentemente, e i confini continuano a essere contesi.
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    Nel 1971, il Pakistan dell’Est si separò e divenne il nuovo stato del Bangladesh.
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    Nel frattempo, il leader indù del Kashmir decise di unirsi all’India,
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    una decisione che doveva essere definita attraverso un referendum pubblico
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    dalla maggioranza della popolazione musulmana.
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    Ma, al 2020, quel referendum non si è ancora avuto
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    e India e Pakistan sono ancora in lotta dal 1947 per avere il dominio sul Kashmir.
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    Più di 70 anni dopo,
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    i retaggi della Partizione rimangono evidenti nel subcontinente:
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    nelle sue nuove formazioni politiche e nei ricordi delle famiglie separate.
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