Per COSA e COME si vota ai REFERENDUM dell'8 e 9 giugno?

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https://www.youtube.com/watch?v=ObI6WFos9hg

Summary

TLDRIl video presenta i cinque referendum che si svolgeranno l'8 e 9 giugno, focalizzandosi su questioni di cittadinanza e lavoro. Si sottolinea l'importanza della partecipazione al voto per raggiungere il quorum necessario affinché i referendum siano validi. Vengono analizzati i quesiti, che includono l'abrogazione di norme sul Jobs Act e la modifica dei requisiti per la cittadinanza italiana. Si forniscono anche dettagli pratici su come e quando votare, inclusa la possibilità di voto fuorisede.

Takeaways

  • 🗳️ Si vota l'8 e 9 giugno per cinque referendum.
  • 📜 I referendum riguardano cittadinanza e lavoro.
  • ⚖️ Votare sì significa abrogare leggi esistenti.
  • 📅 Scadenza per iscriversi al voto fuorisede è il 4 maggio.
  • 🔍 Importante partecipare per raggiungere il quorum.
  • 💼 I lavoratori possono ottenere più tutele.
  • 🏛️ La cittadinanza può essere richiesta dopo 5 anni di residenza.
  • 📋 Serve un documento d'identità e la tessera elettorale per votare.
  • 🌍 Voto fuorisede per chi è lontano per studio o lavoro.
  • 📈 Votare è un modo per influenzare la politica.

Timeline

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    Il 8 e 9 giugno si svolgeranno cinque referendum, tra cui uno sulla cittadinanza italiana e quattro sul lavoro e il Jobs Act. È fondamentale che ci sia una partecipazione alta per raggiungere il quorum del 50% più uno. Per facilitare il voto, è stata introdotta una sperimentazione per il voto fuorisede, che coinvolgerà chi è lontano per motivi di studio, lavoro o cura. La scadenza per iscriversi è il 4 maggio. I referendum riguardano questioni importanti come i diritti dei lavoratori e le modalità di ottenimento della cittadinanza italiana.

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    I referendum si concentrano su quattro quesiti legati al lavoro: l'abrogazione di sanzioni per licenziamenti illegittimi, l'eliminazione del tetto massimo di risarcimento per i lavoratori delle piccole imprese, la regolamentazione dei contratti a termine e la responsabilità per infortuni sul lavoro in caso di appalto. Il quinto quesito riguarda la riduzione del tempo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. È importante votare per garantire diritti e tutele ai lavoratori e per partecipare attivamente alla vita democratica del paese.

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Video Q&A

  • Quando si vota per i referendum?

    Si vota l'8 e 9 giugno.

  • Quali sono i temi dei referendum?

    I referendum riguardano la cittadinanza italiana e il Jobs Act.

  • Cosa significa votare sì o no?

    Votare sì significa abrogare la legge, votare no significa mantenere la legge attuale.

  • Cosa serve per votare?

    Serve un documento d'identità e la tessera elettorale.

  • Come funziona il voto fuorisede?

    Si può votare nel comune in cui si vive, ma bisogna fare richiesta entro il 4 maggio.

  • Qual è il quorum per i referendum?

    Il quorum è del 50% più uno degli aventi diritto al voto.

  • Cosa succede se non si raggiunge il quorum?

    Il referendum non è valido se non si raggiunge il quorum.

  • Qual è la scadenza per iscriversi al voto fuorisede?

    La scadenza è il 4 maggio.

  • Cosa cambia con il referendum sulla cittadinanza?

    Riduce il tempo di residenza necessario per richiedere la cittadinanza da 10 a 5 anni.

  • Qual è l'importanza di votare?

    Votare è un modo per partecipare attivamente alla vita politica e sociale.

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    L'8 il 9 giugno si vota per cinque
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    referendum. Uno per modificare le regole
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    per l'ottenimento della cittadinanza
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    italiana e poi quattro quesiti su lavoro
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    e Jobs Act. Lo so, sono solo dei
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    referendum, ma vi assicuro che sono
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    questioni che hanno un impatto molto
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    concreto nella nostra vita come
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    cittadini e come lavoratrici e
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    [Musica]
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    [Applauso]
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    lavoratori. C'è una grande novità in
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    casa WHL, si chiama Willmakers, ne
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    parliamo dopo, ma intanto
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    makers.wiwillmedia.it.
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    Il rischio più grande per questi
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    referendum, come sempre accade in questi
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    casi, è che vada a votare poca gente e
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    che quindi i quesiti non raggiungano il
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    quorum di partecipazione richiesto dalla
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    nostra Costituzione del 50% più uno
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    degli eventi diritto al voto. Una cosa
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    però per favorire la partecipazione è
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    stata fatta. Ci sarà di nuovo una
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    sperimentazione sul voto fuorisede che
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    coinvolgerà chi è fuorisede per motivi
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    di studio, lavoro o cura. Tra poco vi
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    diamo tutte le istruzioni, ma vi avviso
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    già che la scadenza per iscriversi è il
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    4 maggio. Ora vediamo le tre cose
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    principali da sapere su questi
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    referendum. Per cosa si vota, come e
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    quando si vota e come funziona il voto
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    fuoriede. Primo punto, per cosa si vota?
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    Il primo quesito riguarda l'abrogazione
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    di un passaggio del Jobs Act sul
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    cosiddetto contratto a tutte le
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    crescenti. In particolare la dicitura
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    che troveremo sulla scheda è: "Volete
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    voi l'abrogazione del decreto?" Con la
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    citazione del titolo, "Nella sua
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    interezza". Ma cosa vuol dire? Il
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    decreto di cui si sta parlando qui
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    riguarda le sanzioni che si danno al
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    datore di lavoro in caso di
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    licenziamento illegittimo. E so che la
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    dicitura tutele crescenti sembra
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    riguardare tutt'altro, ma con queste
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    parole ci si riferisce alle modalità con
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    cui il datore di lavoro deve risarcire
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    un dipendente che ha licenziato
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    ingiustamente. Veniamo al concreto. Ad
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    oggi i lavoratori che sono stati assunti
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    dopo il 7 marzo del 2015, se vengono
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    licenziati e si dimostra che il
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    licenziamento è appunto illegittimo,
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    hanno diritto a un risarcimento
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    economico da parte del datore di lavoro,
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    ma non hanno diritto ad essere riassunti
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    nell'azienda. Votandosi a referendum,
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    quindi, si stabilisce che è diritto del
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    lavoratore a essere anche reintegrato
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    nel suo vecchio posto di lavoro e non
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    solo risarcito. Secondo quesito, questo
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    riguarda le tutele per i lavoratori
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    delle piccole imprese. Sulla scheda
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    troverete questa dicitura qui con cui si
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    richiede l'abrogazione di alcune parole
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    dell'articolo 8 della legge del 15
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    luglio del 66. In questo caso stiamo
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    ancora parlando di licenziamenti
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    illegittimi e di risarcimento economico
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    dal datore di lavoro al dipendente. Ma
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    facciamo un passo in più. Ad oggi per i
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    lavoratori di piccole imprese, quelle
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    con al massimo 15 dipendenti, in caso di
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    licenziamento illegittimo, esiste un
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    tetto massimo a risarcimento economico.
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    Questo tetto è di un massimo di sei
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    mensilità. Per capirci, se sei
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    dipendente di una piccola azienda, ti
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    licenziano e dimostri che questo
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    licenziamento è ingiustificato, oggi al
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    massimo ti danno l'equivalente di 6 mesi
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    di lavoro. Ecco, votandosi a questo
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    quesito, viene eliminato il tetto
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    massimo a risarcimento per i lavoratori
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    ingiustamente licenziati e si dà quindi
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    ai giudici la possibilità e la
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    responsabilità di determinare di quanto
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    debba essere il rifarcimento economico a
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    seconda dei casi. Ovviamente arriviamo
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    al terzo quesito che riguarda la
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    regolamentazione dei contratti a
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    termine. Questo è il quesito che
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    troverete, lo so, è lungo e sembra
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    complicatissimo perché agisce su tanti
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    articoli di una stessa legge. Il punto
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    però è che ha l'obiettivo di eliminare
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    alcune delle norme che permettono di
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    usare i contratti a termine senza
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    specifiche motivazioni. Per capirci, ad
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    oggi un datore di lavoro può assumere
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    dei dipendenti con contratti a termine
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    fino a un anno senza indicare uno
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    specifico motivo. Mentre votandosi a
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    questo quesito, si sceglie di obbligare
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    i datori di lavoro a indicare sempre il
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    motivo per cui si fa un contratto a
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    tempo determinato in base alle causali
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    che sono previste dai contratti
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    collettivi firmati dai sindacati. Quarto
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    e ultimo quesito a tema lavoro. Questa
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    volta il focus è sulla responsabilità
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    per gli infortuni sul lavoro in caso di
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    appalto. Come sempre andiamo a guardare
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    il testo che ci verrà sottoposto nella
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    scheda elettorale. Come vedete si parla
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    di salute e sicurezza nei luoghi di
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    lavoro e anche di imprese appaltatrici e
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    subaaltatrici. Come funziona oggi? In
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    caso di infortunio sul lavoro, l'azienda
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    committente, ovvero quella che ha
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    appaltato il lavoro a un'altra azienda,
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    ovvero l'azienda appaltatrice, non è
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    responsabile per i rischi specifici
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    dell'appaltatore. Votandosi a referendum
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    si eliminerebbe la norma che esclude la
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    responsabilità solidale del committente
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    in caso di incidente o infortudio sul
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    lavoro. Sembra complicato, ma facciamo
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    un esempio per capirci. Se un
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    lavoratore, una lavoratrice di una
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    piccola azienda che lavora per
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    un'azienda più grande si fa male sul
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    lavoro, la responsabilità non sarebbe
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    solo della piccola azienda, ma se
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    passasse questo quesito referendario
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    sarebbe condivisa anche da quella più
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    grande. Nelle intenzioni di chi ha
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    promosso il referendum, questo che
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    effetto dovrebbe avere? che la grande
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    azienda che prende un appalto, se sa che
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    anche lei ci va di mezzo in caso di
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    incidente sul lavoro, magari sta un po'
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    più attenta a fare una gara al ribasso
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    per scaricare il lavoro su aziende
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    subappaltatrici che magari per vincere a
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    loro volta il subappalto lavorano in
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    condizioni ai limiti della legalità,
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    quelle condizioni in cui poi accadono
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    gli incidenti. Morale della favola, in
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    tutti questi primi quattro quesiti sul
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    lavoro, un voto per il sì vuol dire
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    votare a favore di più tutele per i
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    lavoratori, almeno ancora una volta
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    nelle intenzioni di chi li ha promossi
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    questi referendum. Quinto quesito,
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    cambiamo completamente il tema. Questa
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    volta si parla di cittadinanza italiana
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    e dei criteri per richiederla. Il testo,
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    in questo caso, elimina dei passaggi
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    dell'attuale legge sulla cittadinanza
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    italiana e in questo modo riduce i tempi
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    di residenza legale in Italia. necessari
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    per concedere la cittadinanza ai
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    cittadini maggiorenni extracomunitari.
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    Come funziona oggi? I cittadini
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    extracomunitari devono risiedere in
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    Italia per almeno 10 anni per poter
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    richiedere la cittadinanza italiana. E
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    avere la cittadinanza vuol dire poter
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    votare, poter partecipare a concorsi
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    pubblici per alcuni profili
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    professionali oppure poter ottenere
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    incarichi pubblici, ma anche potersi
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    muovere liberamente nei paesi
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    dell'Unione Europea, per esempio. Ecco,
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    se passa il sì a referendum invece, gli
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    anni di residenza necessari
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    diventerebbero da 10 a 5, la metà di
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    quelli previsti oggi, anche se per
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    specificare in realtà il tempo passa da
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    13 a 8 anni perché poi bisogna
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    aggiungere il tempo burocratico di
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    attesa che la domanda venga valutata e
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    eventualmente approvata. Secondo punto
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    importante, andiamo sul pratico. Quando
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    e come si vota? Partiamo dal quando si
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    vota su due giorni. I seggi saranno
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    aperti domenica 8 giugno dalle ore 7:00
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    alle ore 23 e lunedì 9 giugno dalle ore
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    7:00 alle ore 15:00. Ora vediamo come si
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    vota. Qui sulla carta è semplice, ma
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    quando si tratta di referendum
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    abrogativi è sempre facile confondersi.
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    Riceveremo infatti cinque schede, una
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    peresito e su ogni scheda ci saranno due
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    caselle tra cui scegliere sì o no.
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    Bisogna votare sì se si vuole abrogare
  • 00:07:41
    la legge e quindi cambiarla. Si vota
  • 00:07:43
    invece no se si vuole lasciare tutto
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    così com'è. Facciamo un esempio concreto
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    sul referendum per la cittadinanza
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    italiana. Se volete abbassare da 10 a 5
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    anni il tempo di residenza in Italia per
  • 00:07:54
    chiedere la cittadinanza, dovete votare
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    sì per abrogare l'attuale legge. E cosa
  • 00:07:58
    succede se alcuni referendum voto sì o
  • 00:08:01
    no, mentre su altri referendum scelgo di
  • 00:08:03
    non votare? Bene, qui è semplice. I
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    quorum valgono singolarmente per ogni
  • 00:08:07
    quesito, quindi per fare un esempio,
  • 00:08:09
    puoi decidere di votare solo per il
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    referendum sulla cittadinanza italiana e
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    non prendere le schede per i quesiti sul
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    referendum del lavoro. E vediamo infine
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    cosa serve per votare. Non cambia nulla
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    rispetto a una normale elezione. Servono
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    questi documenti, un documento
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    diidentità, anche se scaduto, va bene lo
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    stesso, purché ci sia una foto
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    riconoscibile. sanno benissimo la carta
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    d'identità, il passaporto o la patente.
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    Poi serve la tessera elettorale. Qui
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    troverete il luogo dove andare a votare.
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    Se l'avete persa o è piena di timbri
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    dovete andare a richiederne il duplicato
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    all'ufficio elettorale comunale. Bastano
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    veramente, ve lo giuro, pochissimi
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    minuti. Se invece è la prima volta che
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    votate, dovrebbe esservi stata spedita
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    direttamente a casa dove avete la
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    residenza, ovviamente. Per alcuni
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    cittadini invece servirà un altro
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    documento e qui arriviamo al terzo e
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    ultimo punto, il voto fuorisede. Prima
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    cosa da sapere, votare fuoriede vuol
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    dire votare nel comune in cui si vive e
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    non in quello in cui si ha la residenza.
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    E a questo referendum possono chiedere
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    di votare fuorisede tutte le persone che
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    si trovano in una provincia diversa da
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    quella di residenza per un periodo di
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    tempo di almeno 3 mesi che comprendono
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    la data del referendum per motivi di
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    studio, lavoro o cure. Per poter votare
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    fuori sede bisogna fare domanda al
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    Comune in cui si vive dove siamo fuori
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    sede, ma c'è una data limite entro il 4
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    maggio 2025 compreso, quindi manca
  • 00:09:34
    pochissimo tempo e ci sono tre modi per
  • 00:09:37
    fare la richiesta. Si può fare online,
  • 00:09:38
    se il tuo comune lo permette, di persona
  • 00:09:41
    andando in comune o delegando un'altra
  • 00:09:44
    persona. In ogni caso, alla domanda per
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    votare fuoriede bisogna allegare questi
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    documenti. una copia di un documento di
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    identità valido, una copia della propria
  • 00:09:54
    tessera elettorale, una copia
  • 00:09:58
    dell'autocertificazione o certificazione
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    che dimostri il motivo del domicilio per
  • 00:10:03
    studio, lavoro o cura e poi questo
  • 00:10:06
    modulo qui che va compilato, ci metti
  • 00:10:08
    tutti i tuoi dati, il motivo per cui
  • 00:10:10
    vivi in una provincia diversa da quella
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    di residenza e la firma. Dove trovi il
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    modulo? Vai Sereno, abbiamo fatto
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    insieme a The Good Lobby e al comitato e
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    alla rete per il voto fuorisede un sito
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    apposito
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    will.it/votofuorisede in cui
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    ricapitoliamo tutte queste informazioni
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    e anche per cosa si vota i referendum.
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    Ma torniamo a noi. Una volta fatta tutta
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    questa procedura, che succede? Bene,
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    entro 5 giorni prima della data del
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    referendum, il Comune a cui hai fatto
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    richiesta di votare fuori sede ti manda
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    un'attestazione per poter votare con
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    l'indicazione dell'indirizzo della
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    sezione dove poterlo fare. Ovviamente
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    dovete portarla con voi insieme a
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    tessera elettorale e documento identità.
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    È fondamentale che quante più persone
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    fuori sede si iscrivano per esercitare
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    il proprio diritto di voto con queste
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    modalità. Quindi se avete amici, amiche,
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    parenti, colleghi che non conoscono
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    questa possibilità e sono fuori sede,
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    fateli arrivare questo video. Anche se i
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    diritti non sono una questione di
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    numeri, come sappiamo, ma andrebbero
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    tutelati a prescindere da questi numeri,
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    abbiamo l'occasione finalmente per dare
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    un segnale forte alla politica per
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    innovare il sistema di voto e far
  • 00:11:21
    diventare il voto fuorisede finalmente
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    strutturale per legge. Per chiudere, vi
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    ricordo ancora una cosa molto
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    importante. I referendum abrogativi sono
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    uno strumento che prevede il quorum,
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    quindi per essere validi deve andare a
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    votare più del 50% degli aventi diritto
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    al voto. Per questa ragione, se alla
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    luce di quello che abbiamo detto in
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    questo video sei favorevole ad abrogare
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    queste leggi e vuoi votare per il sì,
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    allora andare a votare è in un certo
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    senso ancora più importante che alle
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    elezioni dove il quorum non c'è. Se
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    invece, al contrario, inutile negarlo,
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    se per il no, per i contrari al
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    referendum, storicamente la strategia
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    più usata è sempre stata quella di non
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    andare a votare per fare in modo che non
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    si raggiunga il quorum. Però, se posso,
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    le possibilità che abbiamo di
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    partecipare attivamente alla vita del
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    paese non sono proprio tante e magari ci
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    piacerebbe fossero anche di più, ma
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    intanto quelle che ci sono usiamole.
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    Significa dare un valore a uno strumento
  • 00:12:20
    come il voto che è utile a tutte e tutti
  • 00:12:22
    noi. Willmakers è il modo con cui puoi
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    sostenere il nostro lavoro quotidiano e
  • 00:12:26
    i nostri progetti futuri, ma è anche un
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    modo per avere accesso a veramente tanti
  • 00:12:32
    contenuti dedicati ed eventi online e
  • 00:12:34
    dal vivo. €7 al mese o €70 all'anno. Su
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    makers.wiwilmedia.it
  • 00:12:39
    trovate tutte le informazioni, se avete
  • 00:12:41
    domande siamo qui e grazie se decidete
  • 00:12:43
    di unirvi a noi. Anche per questa volta
  • 00:12:45
    noi terminiamo qui. Speriamo ovviamente
  • 00:12:48
    di essere stati utili e siamo come
  • 00:12:49
    sempre a disposizione per rispondere a
  • 00:12:51
    tutte le vostre domande. Noi ci vediamo
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    nel prossimo video e mi raccomando, buon
  • 00:12:55
    voto.
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