00:00:00
Questa è la Fabbrica dei Mostri, un balocco
malefico degli anni ‘90 che sfornava orde
00:00:04
di incubi tossici manco fossero le pizze
di Domino’s. Che però inspiegabilmente a
00:00:08
Simone piacciono tanto. Vero Simo? Oh che vi
devo dì, ognuno c’ha i su difetti. Comunque,
00:00:13
quando per la prima volta ho sentito parlare
di Troll Farm, le fabbriche, o allevamenti,
00:00:17
di troll, la mia mente si è immaginata subito
qualcosa di simile. Purtroppo, però. questa
00:00:23
storia, con le favole, non ha nulla a che fare.
Chi bazzica da un po’ di anni forum, social e lo
00:00:29
stesso YouTube avrà certo preso da diverso tempo
confidenza con una nuova accezione del termine
00:00:34
troll. E io da amante delle saghe islandesi
devo essere un po' contrariato. No, niente
00:00:40
Harry Potter o Signore degli Anelli, mi dispiace.
Nella comunicazione via internet, un troll è un
00:00:45
utente che volontariamente agisce con l’intento
di provocare dispute e offendere gli altri utenti,
00:00:49
sia sostenendo argomenti controversi tramite
considerazioni assurde e condotte parossistiche,
00:00:55
oppure inviando messaggi senza senso.
Praticamente, senza scomodare Tolkien, un troll
00:01:01
è un disturbatore che però può anche agire in
maniera coordinata con altri troll, in squadra. E
00:01:07
nel caso dei troll organizzati, c’è un problemino.
Insieme, questi possono diffondere fake news,
00:01:12
propaganda estremista o hate speech, allo scopo
di manipolare le opinioni degli altri utenti. I
00:01:17
social premiano i contenuti più popolari, a
prescindere dalla loro natura o correttezza.
00:01:21
Stando ad un rapporto interno stilato da Facebook
nel 2019 e divulgato dal MIT di Cambridge,
00:01:27
l’azienda di Zuckerberg dopo le elezioni
statunitensi del 2019 non sarebbe riuscita
00:01:32
a modificare i meccanismi con cui la piattaforma
distribuisce i contenuti e le informazioni.
00:01:36
Si legge nel report: “al posto della scelta
dell’utente di recuperare contenuti da questi
00:01:41
autori, è la nostra piattaforma che sta scegliendo
di fornire a questi soggetti - i troll - una
00:01:46
diffusione enorme”. Considerata questa debolezza,
un gruppo di troll può essere sponsorizzato
00:01:51
persino da un ente governativo. È in questo caso
che si parla di troll farms, allevamenti di troll.
00:02:39
Un po’ come in 1984 di Orwell, le Troll Farms
agirebbero da agenzie incaricate di diffondere
00:02:45
una certa propaganda e determinate narrazioni,
spargere disinformazione per esacerbare il
00:02:49
malcontento sociale, intimidire gli oppositori
e influenzare infine l’esito di elezioni intere.
00:03:15
Un lavoro a tempo pieno, insomma. Ed è tutto
abbastanza semplice. Non serve essere degli
00:03:20
hacker, basta creare diversi profili social
fake, ma non aspettatevi nickname a caratteri
00:03:24
numerici e foto profilo assenti oppure di
donne in abiti succinti. È importante che
00:03:28
questi account fake simulino un’impressione di
normalità e autenticità, e perciò gli impiegati
00:03:33
delle farm aggiungono foto, informazioni personali
e bio fittizie, per poi agire in maniera unitaria,
00:03:39
commentando, prendendo parte a discussioni,
e creare loro stessi contenuti divulgativi.
00:03:43
Tipo Nova Lectio. Tuttavia, se la zia Antonietta
vede su Facebook che questo distinto quarantenne
00:03:49
padre di famiglia con una bella moglie e una
linda casetta di campagna ha condiviso un
00:03:53
video propagandistico di un dittatore africano
con tanto di emoticon con i pollicioni in su,
00:03:57
potrebbe essere tentata a ricredersi sulle sue
opinioni geopolitiche. Si fa per ridere, ma il
00:04:02
meccanismo è proprio questo: far credere che il
punto di vista propagandato dai troll appartenga
00:04:07
ad un più vasto insieme di persone normali, come
noi. Un po’ come comprare iscritti su YouTube,
00:04:12
o ascolti su Spotify: alla fine su internet
e anche nella vita reale sono i grandi numeri
00:04:17
che creano il consenso e l’affidabilità, e la
zia Antonietta si convince così che il Supremo
00:04:22
Generale del Cavolistan ha fatto anche cose buone,
e che il mondo ingiustamente lo odia. Comunque,
00:04:27
la differenza tra dei normali troll e una
fabbrica di troll sta proprio nell’organizzazione,
00:04:32
nella disponibilità economica che hanno alle
spalle. Nel 2017, stando al report Freedom on
00:04:38
the Net stilato da Freedom House sulla libertà
in internet, su 65 paesi studiati 30 avrebbero
00:04:44
fatto ricorso a livello governativo di troll e
fake news. Nel rapporto Freedom on the Net 2023,
00:04:50
Freedom House evidenzia che sempre più governi si
stanno avvalendo dell’intelligenza artificiale per
00:04:55
produrre troll che agiscano come mezzi
propagandistici anche senza intervento umano.
00:05:00
Tra i paesi che più si avvalgono
di troll farms abbiamo Myanmar,
00:05:03
Cina, Filippine e Costa Rica, ma
anche Siria, Etiopia, Turchia,
00:05:16
Russia, Cambogia e Stati Uniti.
00:05:20
Quello delle fabbriche di troll è un fenomeno
relativamente nuovo. Tipo dieci anni. Siamo in
00:05:45
quel biennio che va dalla crisi in Crimea del
2014 fino alle elezioni statunitensi del 2016,
00:05:50
e comincia a circolare il nome di una certa
Internet Research Agency. Dietro di essa si
00:05:55
cela l’intensa attività di almeno 300 persone,
amministrata da un certo Yevgeny Prigozhin,
00:06:00
quando ancora era amico di Putin e… in vita. Nel
2014, durante l’annessione russa della Crimea,
00:06:06
i troll dello “chef del Cremlino” soffiarono
sulla debolezza istituzionale del governo ucraino,
00:06:11
al fine di creare sfiducia verso di esso e
legittimare l’intervento russo e dei ribelli
00:06:15
del Donbass. I troll vengono pagati 40mila rubli
al mese per 12 ore al giorno per garantire una
00:06:20
certa quantità di commenti. Un anno dopo, l’IRA
si sposta negli Stati Uniti, impiegando soltanto
00:06:26
quei dipendenti che conoscevano l’inglese alla
perfezione. Mi risparmio la battutina sul fatto
00:06:30
che gli americani non sanno in realtà parlare
inglese. Il punto è che questi troll dovevano
00:06:35
dare l’impressione di essere dei veri patrioti
statunitensi. I troll americani istituiscono un
00:06:39
vero e proprio Facebook Department, vengono pagati
il doppio dei loro colleghi russi, e sono chiamati
00:06:44
a impersonare perlopiù degli studenti hipster
che si intendono di politica nazionale, quindi in
00:06:49
grado di parlare di argomenti di tendenza, proprio
come la sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump
00:06:54
per il seggio presidenziale. Nel giro di qualche
mese, i troll russi creano pagine, eventi e gruppi
00:06:59
ad hoc: Blacktivist, contro il razzismo, Secured
Borders, contro l’immigrazione, United Muslims
00:07:05
of America, a favore dell’Islam, e Army of Jesus,
a favore… di Gesù. Lo scopo: spingere quante più
00:07:12
persone possibili a riunirsi in un determinato
luogo, affinché nascano manifestazioni e,
00:07:18
preferibilmente, scontri e odio. Per far sì
che ciò accada, l’IRA finanzia ignari gruppi di
00:07:22
attivisti locali per un totale di 80mila dollari,
e genera discussioni anche tra gruppi e pagine da
00:07:27
lei stessa create. Ad esempio, una certa pagina
Instagram Woke Black addita “Killary” Clinton come
00:07:33
il male minore, ma invita all’astensionismo
di massa, mentre Blacktivist indica invece
00:07:38
di votare per la candidata indipendente Jill
Stein. Ancora, United Muslims of America incita
00:07:43
a non votare per Clinton poiché intenzionata a
mantenere la presenza americana in Medioriente,
00:07:48
e Army of Jesus pubblica immagini… incredibili
tipo questa in cui si invita la gente a mettere
00:07:53
like per far vincere gesù contro Hillary
clinton. Ora, pensateci. Quanti post del
00:07:58
genere avete visto sui social, negli ultimi
anni? Tralasciando i i commenti sui miei video.
00:08:19
A ogni modo, facciamo attenzione, perché dal loro
ufficio bellissimo a Petropavlovsk Kamtchatski,
00:08:23
i troll non vogliono sostenere la candidatura
di Trump, bensì denigrare chi rappresenta
00:08:29
appieno l’establishment statunitense in toto.
A confermarlo sarebbe anche un’analisi sugli
00:08:34
spazi pubblicitari acquistati dagli account
sospetti su Facebook. L’azienda di Zuckerberg
00:08:39
conta all’incirca 3mila annunci pubblicitari,
per un totale di 100mila dollari, acquistati
00:08:43
da giugno 2015 a maggio 2017 e riconducibili
ad almeno 470 account sospetti. La maggior
00:08:50
parte di questi non avrebbe mostrato
sostegno a nessun candidato. Piuttosto,
00:08:54
gli annunci sembravano mirati a amplificare temi
divisivi e controversi come immigrazione, diritto
00:08:59
alle armi, tematiche LGBTQ e razziali. È difficile
quantificare il peso che hanno avuto i troll russi
00:09:05
nelle elezioni americane del 2016, ma Facebook
stimò che furono almeno 126 milioni gli americani
00:09:11
raggiunti da questi contenuti, più di un terzo
della popolazione. Twitter invece contò più di
00:09:15
3mila800 account autori di 176 mila tweet nelle 10
settimane precedenti le elezioni, per un milione
00:09:22
di americani raggiunti. Ancora oggi è difficile
limitare le attività delle fabbriche di troll,
00:09:26
questo per diversi motivi. Primo: i social non
penalizzano le pagine che pubblicano contenuti
00:09:31
non originali. Questo fa sì che i troll possano
ottenere molto engagement condividendo tramite
00:09:36
bot contenuti già virali. Secondo: spingono
la visibilità di alcune pagine agli utenti
00:09:41
che pure non le seguono. Più una pagina è seguita
o commentata, più risulta visibile nei feed e
00:09:46
nelle bacheche degli utenti. Terzo: la visibilità
predilige l’engagement a prescindere dal fatto che
00:09:51
i contenuti siano fake news o messaggi controversi
e divisivi. In altre parole, le troll farms,
00:09:56
che ricondividono contenuti ad alto engagement,
godono della possibilità smisurata di raggiungere
00:10:02
nuove fette di pubblico. E lo possono fare
“copiando” i nostri account ufficiali.
00:10:19
Mantenere la propria privacy online è
fondamentale, e non solo per evitare che
00:10:22
qualche troll vi freghi la foto profilo e si
finga voi. Così come le Troll Farms potrebbero
00:10:26
facilmente attingere ai dati che lasciate in
giro per l’internet, magari sovrappensiero,
00:10:31
accettando cookie e iscrivendovi ai siti
più disparati, allo stesso modo gli hacker
00:10:34
potrebbero accedere al vostro conto bancario,
qualche data broker potrebbe venderli ad aziende
00:10:39
pubblicitarie che vi profileranno e vi faranno
arrivare centinaia di mail spam. Un modo per
00:10:44
prevenire parte di questi problemi si chiama
NordVPN, la migliore rete virtuale privata,
00:10:48
che è anche partner di questo video. NordVPN
protegge il vostro computer, tablet o telefono,
00:10:53
il tutto su un massimo di 10 dispositivi diversi,
e lo anche e soprattutto quando siete in viaggio,
00:10:59
nei momenti in cui vi agganciate a wifi
di dubbia sicurezza, come esempio quelli
00:11:02
di aeroporti e hotel, grazie ai suoi oltre 6300
server in 111 paesi diversi. E se la vostra mail
00:11:09
dovesse finire per qualche motivo sul dark web,
NordVPN vi avvertirà subito, cosicché possiate
00:11:13
cambiare password il prima possibile. Inoltre,
potrete godervi questi ultimi momenti estivi
00:11:17
risparmiando su prenotazioni di voli, hotel,
e autonoleggi. Infatti, geolocalizzandovi in
00:11:22
un’altra parte del mondo potrete evitare
la discriminazione dei prezzi dall’Italia,
00:11:25
e così pagare di meno i vostri servizi. Per godere
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00:11:41
ore dall’acquisto. Così, le fabbriche di troll se
ne staranno alla larga dai vostri profili social.
00:12:00
Ad oggi, comunque, tranquilli: l’Internet
Research Agency risulta chiusa, anche se
00:12:05
è presto per dichiararne la fine effettiva.
In effetti, possiamo dire che la troll farm
00:12:09
russa abbia letteralmente fatto scuola.
Un buon allievo è stato sicuramente l’ex
00:12:14
presidente filippino Rodrigo Duterte,
vincitore delle elezioni nazionali del
00:12:18
2016. Lo stesso che paragonava la sua lotta
alla droga all’Olocausto, compiacendosene.
00:12:36
Durante la sua campagna elettorale nel 2015,
Duterte ha affidato la sua strategia social a
00:12:40
un consulente di marketing, Nic Gabunada. Con
un capitale ristretto, soli 200mila dollari,
00:12:46
Gabunada sarebbe comunque riuscito ad allestire
un “keyboard army” in grado di monopolizzare
00:12:50
il dibattito social preelettorale. Ormai tutti
sostengono la propria campagna elettorale tramite
00:12:55
social. In linea di massima non c’è nulla di
male, ma sono i modi a fare la differenza. A chi
00:13:00
domandava a Gabunada come fosse stato possibile
allestire una così vasta presenza social con un
00:13:05
budget risicato, la risposta era sempre la stessa:
merito del lavoro su base volontaria di centinaia
00:13:11
di sostenitori di Duterte. Gabunada ha veramente
potuto contare su uno zoccolo duro di 400-500
00:13:17
volontari, ognuno a sua volta responsabile di
un network di centinaia o migliaia di contatti.
00:13:22
Alcuni però hanno dato risposte un po’ meno
romantiche: bot. … Non le botte. Intendo proprio
00:13:28
i bot, quelli su internet. Ma che si trattasse
di bot o fanatici volontari, questo “keyboard
00:13:34
army” ha provveduto sì a divulgare gli slogan
di Duterte, ma anche ad attaccare, insultare e
00:13:39
minacciare di morte attivisti e oppositori. E in
un paese come le Filippine dove la controversa
00:13:44
guerra alla droga lanciata dal presidente Duterte
ha causato almeno 6600 morti ufficiali, tra cui
00:13:50
diversi attivisti, una minaccia di morte seppur
ricevuta da un account fake non è da prendersi
00:13:55
alla leggera. Una volta vinte le elezioni, la
keyboard army, l’esercito armato di tastiere, di
00:14:01
Duterte non ha cessato le sue attività. Bot, troll
e account fake avrebbero inviato in massa decine
00:14:07
di messaggi intimidatori al giorno a vari critici
del presidente: dalla storica rivale Maria Ressa,
00:14:11
la giornalista filippina nonché premio Nobel per
la pace e fondatrice della testata investigativa
00:14:14
Rappler, che ha denunciato le atrocità della
guerra alla droga di Duterte, alla senatrice Leila
00:14:19
de Lima, colpevole di aver invitato il parlamento
nazionale a indagare sui crimini della polizia.
00:14:24
Duterte ha poi ammesso di aver pagato questi
troll, ma soltanto durante la campagna elettorale.
00:14:29
A GENIUS. Una volta presidente non ne aveva più
bisogno, giustamente. Però la campagna social
00:14:34
a difesa delle draconiane misure presidenziali
contro la criminalità ha spesso fatto ricorso alla
00:14:38
disinformazione e alla manipolazione delle fake
news per dare ragione delle scelte di Duterte:
00:14:43
notizie di attentatori arrestati in flagranza di
reato vecchie di anni ma riproposte modificando
00:14:48
la data di pubblicazione, oppure notizie di minori
uccisi dalla furia dei trafficanti, quando però le
00:14:53
foto presentate provenivano dal Brasile. Duterte
oggi non è più presidente, ma siccome viviamo
00:14:57
in un periodo in cui l’effetto nostalgia sembra
andare molto di moda, alla guida delle Filippine
00:15:02
abbiamo nuovamente un Marcos. Ferdinando Marcos
Jr., figlio di quel Ferdinando Marcos, dittatore
00:15:08
per vent’anni. Durante la sua campagna elettorale
del 2022 il suo team social ha ampliamente fatto
00:15:13
ricorso anche TikTok per instillare in milioni
di giovani filippini una falsa nostalgia verso
00:15:19
l’epopea gloriosa del padre e della madre, Imelda.
Anche in questo caso, i video sarebbero stati
00:15:24
condivisi più volte da account anonimi. Riscrivere
la storia, dunque, presentando gli anni della
00:15:29
dittatura di Marcos sr. come apogeo della gloria
e della felicità nazionale. Russia e Filippine,
00:15:35
comunque, sono solo due casi di una tendenza
alquanto diffusa. Ad esempio, sempre nel 2016,
00:15:39
anno d’oro del trolling online, una ex militante
del partito indiano Bharatiya Janata Party, il
00:15:45
Partito dell’attuale primo ministro Narendra Modi
aveva rivelato come lei e altri volontari fossero
00:15:50
stati istruiti nell’attaccare e minacciare diverse
figure pubbliche del paese, da politici ad attori
00:15:55
di Bollywood. Come poi non citare il leggendario
“50 cent army” cinese, che, no, non è un fanclub
00:16:04
di 50 Cent. Commentatori assoldati dal governo
cinese e pagati 50 centesimi di yuan a post,
00:16:10
anche se alcune ricerche sostengono che questi
non siano altro che membri del Partito Comunista
00:16:15
che si fingono comuni cittadini, e che questa
opera social rientri a tutti gli effetti nei
00:16:18
loro doveri istituzionali. Il motto
potrebbe essere “censura e trolla”.
00:16:53
Un caso simile alla situazione cinese,
con esponenti governativi e politici
00:17:02
intenti a trollare, si è verificato di recente
a Malta. La giornalista Dafne Caruana Galizia,
00:17:07
già prima di essere assassinata nell’ottobre 2017,
era stata più volte vittima di diversi attacchi
00:17:13
online sia sul suo blog, sia sui social dove
giravano, in gruppi privati Facebook, vignette e
00:17:18
meme offensivi che ventilavano minacce di stupro.
Gruppi spesso gestiti da dipendenti governativi e
00:17:24
i cui membri appartenevano al partito laburista.
Insomma, paese che vai, troll che trovi. Nel 2019,
00:17:30
ad esempio, una giornalista investigativa polacca
sotto copertura, Katarzyna Pruszkiewicz, era
00:17:35
riuscita a farsi assumere da una piccola agenzia
di marketing di Breslava: la Cat@Net. Un’agenzia
00:17:40
di digital marketing come altre, specializzata
nel fornire un’immagine positiva di aziende,
00:17:46
privati e istituzioni pubbliche sui social media.
Come primo compito però le fu chiesto di creare
00:17:50
un avatar sui social tramite cui condividere
contenuti sociali e politici e racimolare i
00:17:55
primi 500 follower. Una volta passato questo
primo step, la giornalista è stata ammessa
00:18:00
nei circoli comunicativi interni all’azienda.
I manager inoltravano ai dipendenti, ognuno
00:18:04
dei quali disponeva di decine di account social,
indicazioni precise sui contenuti da diffondere
00:18:09
e sugli obiettivi da denigrare o promuovere.
Gli account gestiti dalla giornalista dovevano
00:18:14
in particolare promuovere i contenuti della tv
di stato, TVP, ampiamente criticata in patria,
00:18:19
e denigrare le legittime critiche mosse sui
social. Un altro cliente era un candidato al
00:18:24
parlamento europeo, di sinistra, sotto i contenuti
social del quale Cat@Net avrebbe risposto tramite
00:18:29
almeno 90 account diversi. Questo esempio ci
è utile per capire come l’attività di trolling
00:18:34
spesso si nasconda in una zona oscura, a
cavallo tra legalità e illegalità. Nessuno
00:18:39
vieta a un russo di commentare i problemi
sociali americani, così come un filippino
00:18:42
è liberissimo di diffondere sui social gli
slogan del suo presidente preferito. È pertanto
00:18:49
difficile in alcuni casi trovare la linea di
confine tra libertà di pensiero e trolling,
00:18:55
tra semplice violazione dei regolamenti delle
community e reati penali. A inguaiare i troll
00:19:00
russi, ad esempio, fu la creazione di false
identità statunitensi, o il furto di esse,
00:19:05
con lo scopo di aggirare tutti i controlli statali
volti a prevenire e sventare possibili ingerenze
00:19:09
esterne sulla politica nazionale. Infatti, la
legge statunitense vieta che nazioni straniere
00:19:14
spendano o sostengano finanziariamente qualsiasi
attività elettorale, così come vieta a soggetti
00:19:19
o agenti stranieri di svolgere attività
politica senza prima registrarsi e dichiararsi
00:19:23
all’amministrazione nazionale. Un altro
problema è che internet, più che la sicurezza,
00:19:28
garantisce un certo grado di anonimato. Tuttavia,
negli ultimi anni diverse inchieste giornalistiche
00:19:33
hanno scoperto casi di trolling governativi in
giro per il mondo, spesso in seguito alle denunce
00:19:38
pubbliche degli stessi giornalisti vittime degli
attacchi social. Uno degli studi più rilevanti in
00:19:43
merito è il report State-Sponsored Trolling.
Ci possiamo trovare dentro un po’ di tutto.
00:19:47
Casi di classici attacchi a blogger, attivisti e
giornalisti come scoperto ad esempio in Bahrein,
00:19:52
dove già durante le agitazioni del 2011 girava un
account di Twitter col sinistro nickname 7areghum,
00:19:58
con il termine Haregum che è traducibile come
“colui che li brucia”. Gli eretici, suppongo.
00:20:03
L’account svelava pubblicamente le identità dei
manifestanti, diffondendone dati e indirizzi,
00:20:09
e incitando altri utenti a fare altrettanto.
Non mancano poi casi come il Venezuela,
00:20:14
dove l’istituzione di una autentica Digital
Militia è apertamente sponsorizzata dal
00:20:18
governo di Nicolas Maduro. Ti insegnano le
basi dei social, ti inviano il materiale
00:20:22
da condividere ed è fatta. Tutto in cambio di
buoni alimentari, che in venezuela si sa, sono
00:20:27
preziosi. Com’è umano Mango Maduro. Oppure, come
non citare paesi dove ormai è abituale l’attività
00:20:36
quotidiana e automatizzata di migliaia di bots
a sostegno dei presidenti. Accadeva nel Messico
00:20:41
di Enrique Pena Nieto, sostenuto da migliaia
di “Penabots”, e accade tutt’oggi in Turchia,
00:20:46
dove sarebbero 6mila i volontari del New Turkey
Digital Office, noti anche come AK Trolls.
00:21:48
Tutto ciò ci dimostra che, al
giorno d’oggi, complice l’ascesa
00:21:51
delle intelligenze artificiali, dobbiamo stare
ancora più attenti su internet e sui social,
00:21:55
centellinando le informazioni che riceviamo,
e possibilmente proteggendo i nostri dati,
00:22:00
cosa che per esempio possiamo fare grazie
all’aiuto di NordVPN, che ringrazio ancora
00:22:05
per aver supportato questo video. In pratica,
la democrazia viene messa alla prova ancora
00:22:10
una volta, in mille modi diversi. Soltanto
che in questo caso la cosa peggiore che può
00:22:14
accadere non è l’apparizione un goliardico
Rickroll - per intenderci… questo: (musica).
00:22:24
Ma la cosa peggiore è che rischiamo di
rincoglionirci al punto tale da dare ragione
00:22:29
a dei mentecatti che hanno l’unico scopo di farci
cambiare idea. Per aspera ad quello che volete.