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luigi pirandello nasce il 28 giugno del
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1867 a dirigenti che dopo 60 anni il
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regime fascista ribattezzerà agrigento
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suo padre dirige miniere di zolfo
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pirandello si laurea a bonn in filologia
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romanza nel 1891
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nello stesso anno in cui la seconda
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internazionale dichiara il primo maggio
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festa dei lavoratori nel mondo si stanno
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affermando i movimenti di massa nel 1892
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scrive il primo romanzo l'esclusa e nel
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1904 pubblica il suo primo romanzo di
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successo il fu mattia pascal
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nel 1915 suo figlio e fatto prigioniero
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di guerra e la malattia mentale della
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moglie si aggrava pirandello si
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dedicherà prevalentemente al teatro nel
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1921 va in scena sei personaggi in cerca
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d'autore che però non riscuote subito il
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successo successo che arriverà invece
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qualche anno dopo nel 1923 fonda la
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compagnia del teatro l'arte di roma con
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cui porta il tour nelle sue commedie
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anche fuori dall'italia nel 1934 viene
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insignito del nobel per la letteratura e
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morirà a 69 anni di polmonite due anni
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più tardi a roma
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definire e pirandello risulta difficile
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se non impossibile perché proprio lui ci
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ha insegnato che ognuno di noi può avere
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più identità e gli dà forma alla crisi
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dell'identità dell'uomo del ventesimo
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secolo per pirandello ogni individuo
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indossa decine di maschere e può
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interpretare altrettante decine di
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personaggi la sua stessa vita
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ne è un esempio la prima maschera di
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pirandello è quella di un autore
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borghese benestante proprio come la sua
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bella casa romana quella in cui abiterà
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fino alla fine della sua vita ma nel
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novecento la borghesia
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la tranquillità sono solo una maschera
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poiché in questo periodo storico
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la società la famiglia l'identità stessa
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dell'uomo vengono messe in discussione
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sono gli anni in cui freud getta le basi
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della psicoanalisi far scoprire al mondo
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intero che dietro ogni soggetto esistono
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pulsioni istinti che la società allo
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specifico compito di tenere a bada nel
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1905 einstein formula la teoria della
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relatività il tempo e lo spazio non sono
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più concetti assoluti ad un tratto la
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vita la politica la società cambiano
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radicalmente perdono le certezze
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l'ottocento viene frantumato in questo
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contesto fanno la loro comparsa le masse
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le città sono piene di gente gli
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alberghi pieni gli ospiti i treni pieni
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di viaggiatori caffè primi di
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consumatori le strade piene di passanti
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le città si riempiono e migliorano le
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nuove forme di comunicazione che fanno
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diminuire le differenze di moda e di
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pensieri di pensiero tra le persone la
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massa diventa la protagonista assoluta è
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l'individuo nella sua unicità e non
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ripetibilità non esiste più perde di
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valore deve omologarsi alla massa
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scomparire dentro la massa l'individuo a
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questo punto rischia di perdersi negli
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ingranaggi di questa immensa macchina
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che è appunto la società di massa
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questa crisi dell'individuo diventerà il
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tema dominante dell'opera di pirandello
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nel 1908 pubblica un saggio l'umorismo
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in cui egli sostiene che la
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caratteristica della vita e il suo
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scorrere continuo rendendo questo
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concetto dalla filosofia di harry verso
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l'uomo non è uno ma è fatto da dieci
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cento mille identità ma la società che
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ci vorrebbe tutti uguali non tollera
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questa verità non la tollerano gli altri
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che ci appiccicano un'etichetta una sola
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identità e non lo tolleriamo nemmeno noi
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che ci sforziamo di indossare una
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maschera magari quella più adatta
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all'ambiente in cui viviamo
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per chi esce da questa parte che la
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società gli ha affidato c'è una sola
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condizione la derisione l'umorismo
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infatti è lo strumento attraverso il
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quale si può intuire la realtà dietro la
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maschera l'umorismo ci permette di
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soffermarci riflettere e cogliere il
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vero che si nasconde dietro la maschera
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l'umorista è colui che vede le cose dal
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loro interno che non si ferma
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all'apparenza che capisce le motivazioni
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profonde
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ma ritorniamo al tema della maschera e
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dei tentativi della società di
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costringere l'individuo a rimanere
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imprigionato nella maschera che la
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società stessa gli attribuisce anche la
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famiglia imprigiona l'individuo nel fu
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mattia pascal pirandello ci mostra il
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tentativo del protagonista di sfuggire a
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questo macabro gioco e gli dopo aver
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vinto una fortuna al casinò di
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montecarlo
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approfittando dell'occasione che gli
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offre il caso cioè che la sua famiglia
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ha identificato il corpo di un uomo
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morto in un incidente come il suo si
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trasferisce a roma e si dà una nuova
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identità quella di adriano meis
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mattia ha possibilità di liberarsi di
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una vita che non gli dava felicità ma
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succede che la nuova vita è un inferno
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non avendo un identità riconosciuta
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dalla società poiché mancano i documenti
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non può sposare la donna di cui si
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innamora né denunciare un furto che
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subisce quindi disperato decide di
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riprendere la sua vera identità e di
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ritornare al paese ma li scopre che sua
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moglie ha ripreso marito e ha avuto una
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figlia
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quindi viene escluso anche dalla vita
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che aveva provato a cambiare non gli
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resta che riprendere il suo vecchio
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lavoro e andare di tanto in tanto a
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visitare la sua tomba
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quella di adriano meis condannandosi
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così all'isolamento dal
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la società intesa come ordine sociale ha
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vinto nella battaglia contro la società
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sarete sempre sconfitti queste sono
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parole di pirandello tra il 1915 e il
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1918 scriverà moltissime opere teatrali
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le sue opere sono dei pesanti atti di
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accusa nei confronti della società il
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protagonista vero delle sue commedie che
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è sempre l'umorista colui che è capace
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di comprendere le regole della società e
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riesce ad osservare i meccanismi della
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vita
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pirandello riprende il classico teatro
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borghese per stravolgerlo da al suo
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pubblico una cornice in cui esso si
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riconosce subito un ambiente familiare
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borghese madre padre figli magari con
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problemi economici problemi d'amore
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questioni d'onore e poi rende questo
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ambiente grottesco per farlo percepire
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come falso pirandello a differenza degli
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autori veristi non può regalare al
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pubblico l'illusione della vita i
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personaggi sono sempre maschere finzione
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teatrale anzi egli nel teatro vuole
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dimostrare come la vita stessa sia una
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finzione il mondo è un grande
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palcoscenico e il palcoscenico è lo
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specchio del mondo e sempre una
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situazione di pirandello un personaggio
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tipico del teatro pirandelliano e il
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professor toti di pensaci giacomino
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un anziano professore che sposa una
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giovane ragazza povera per lasciare la
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sua pensione e vendicarsi dello stato la
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giovane moglie si innamora
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di un ragazzo e lo stesso professore
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appoggerà questa relazione
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dalla relazione nascerà anche un figlio
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e ciò provocherà un grande scandalo
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nella società e anche nella chiesa tanto
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che padre landolina obbligherà giacomino
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a mettere fine alla relazione la
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vittoria sarà del professor toti che
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convincerà giacomino della bontà della
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sua morale contro quella borghese e
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caccerà via padre l'angolino la ndrina
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gridando vade retro satana
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sul palcoscenico va in scena l'uomo
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comune lo stesso che siede tra il
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pubblico e che è costretto a guardarsi
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nelle sue miserie nelle sue poi crisi e
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mettendo in crisi tutte le sue certezze
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l'ultima rivoluzione del teatro
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pirandelliano sia con sei personaggi in
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cerca d'autore nel 1921 ciascuno a suo
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modo del 1924 e questa sera si recita a
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soggetto nel 1929 in questa trilogia e
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il teatro stesso ad essere messo in
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scena
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l'autore il capocomico il direttore
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artistico il pubblico questi sono i
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personaggi
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il teatro che racconta se stesso non
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interessa più la trama ma il rapporto
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tra la vita e la finzione la
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rappresentazione della vita i personaggi
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di una commedia atipica borghese che
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l'autore si è rifiutato di continuare a
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scrivere irrompono sul palcoscenico
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mentre altri attori stanno provando una
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commedia la finzione che irrompe nella
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vita è la vita che irrompe nel teatro
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tutto si mescola ai confini tra la
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realtà e la funzione scompaiono nel 1934
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arriva poi il nobel per la letteratura
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la motivazione recita per il suo artito
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ingegnoso rinnovamento dell'arte
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drammatica e teatrale
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nell'ultima fase della sua vita
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pirandello si rifugiò nel mito si
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estranea il mondo diverso fatto di
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simboli niente borghesi questa volta ma
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a giganti ma di fare in questa ultima
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fase del teatro pirandelliano si afferma
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che l'arte può vivere solo nella
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fantasia nei sogni dell'inconscio e
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quindi non può e non deve cercare il
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contatto con il pubblico e la società
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l'opera più rappresentativa di questo
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periodo è i giganti della montagna