LEONARDO DA VINCI - Il Genio del Rinascimento

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https://www.youtube.com/watch?v=pTUsWD21gV8

Résumé

TLDRLeonardo da Vinci, nato nel 1452 a Vinci, è un artista e scienziato rinascimentale noto per la sua incessante ricerca del sapere. Si forma a Firenze e realizza opere come l'Annunciazione e l'Ultima Cena. È celebre per l'uso innovativo della prospettiva aerea e dello sfumato. Le sue opere più note includono la Gioconda e l'Uomo Vitruviano. Leonardo condusse ricerche approfondite in anatomia e ingegneria, introducendo nuove tecniche artistiche. La sua eredità continua a influenzare l'arte e la scienza nei secoli.

A retenir

  • 🎨 Leonardo è considerato un genio poliedrico del Rinascimento.
  • 🖌️ Ha innovato la pittura con tecniche come lo sfumato e la prospettiva aerea.
  • 📚 Il Codice Atlantico raccoglie le sue idee e progetti scientifici.
  • ⛪ L'Ultima Cena rappresenta il tradimento di Cristo.
  • 👩‍🎨 La Gioconda è il suo dipinto più famoso e carico di mistero.
  • 📏 L'Uomo Vitruviano esplora le proporzioni ideali del corpo umano.
  • 🔬 Leonardo ha effettuato studi anatomici pionieristici.
  • 🏰 Si trasferì a Milano e lavorò per Ludovico il Moro.
  • ⚖️ Le sue opere mostrano un equilibrio tra arte e scienza.
  • 🏺 La sua eredità continua a illuminare il mondo dell'arte.

Chronologie

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    Leonardo da Vinci, artista e scienziato del Rinascimento, nasce a Vinci nel 1452 e si forma a Firenze. La sua prima opera firmata mostra già la sua innovazione nel disegno, utilizzato come strumento di pensiero. Realizza opere significative come l'Annunciazione, in cui unisce pittura e natura, e il Codice Atlantico, una raccolta di idee e progetti. La sua registrazione della bellezza della natura e il suo studio della prospettiva aerea sono rivoluzionari per l'epoca.

  • 00:05:00 - 00:10:00

    Leonardo cambia l'approccio allo studio dell'anatomia, sezionando cadaveri e collaborando con esperti per approfondire la conoscenza del corpo umano. Durante il suo soggiorno a Milano, realizza l'Uomo Vitruviano, un'opera che unisce arte e scienza, seguite dalla Vergine delle Rocce. Le sue rappresentazioni dei personaggi esprimono emozioni umane e dettagli anatomici, invitando a una comprensione più profonda di ciò che significa essere umani.

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    Nel 1495, Leonardo inizia a lavorare all'Ultima Cena, un dipinto che ritrae il momento in cui Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli. A differenza delle rappresentazioni precedenti, Leonardo opta per una composizione innovativa che evidenzia le emozioni degli apostoli e la figura isolata di Cristo. La prospettiva e le aperture sul fondo creano un senso di profondità, rendendo l'opera unica nonostante le sfide tecniche che hanno portato al suo deterioramento.

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    Dopo il lungo soggiorno a Milano, Leonardo si dedica a progetti ambiziosi come la battaglia di Anghiari e ritratti come La Gioconda. Quest'ultima opera diviene iconica, con il suo misterioso sorriso e l'uso magistrale dello sfumato. Negli ultimi anni, Leonardo lavora per il re di Francia, lasciando un'eredità artistica e scientifica che continua a influenzare il mondo dell'arte e del pensiero umano.

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  • Quando è nato Leonardo da Vinci?

    Leonardo da Vinci è nato nel 1452 a Vinci.

  • Quali tecniche artistiche ha utilizzato Leonardo?

    Leonardo ha utilizzato tecniche come il chiaroscuro, lo sfumato e la prospettiva aerea.

  • Qual è l'opera più famosa di Leonardo?

    L'opera più famosa di Leonardo è La Gioconda.

  • Quali innovazioni ha portato nel campo della scienza?

    Ha effettuato studi anatomici dettagliati e ha scritto numerosi codici scientifici.

  • Dove si trova oggi La Gioconda?

    La Gioconda si trova attualmente al Louvre di Parigi.

  • Che relazione aveva con Milano?

    Leonardo si trasferì a Milano nel 1482, dove lavorò per Ludovico il Moro e creò opere significative.

  • Cosa rappresenta il disegno dell'Uomo Vitruviano?

    Il disegno rappresenta le proporzioni ideali del corpo umano iscritto in cerchio e quadrato.

  • Qual è l'importanza del Codice Atlantico?

    Il Codice Atlantico è una raccolta delle idee e progetti di Leonardo che rivela la sua mente innovativa.

  • Quali temi affronta l'Ultima Cena?

    L'Ultima Cena affronta il tema del tradimento di Cristo da parte di uno degli apostoli.

  • Quando è morta Leonardo?

    Leonardo è morto il 2 maggio 1519.

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    Leonardo, genio poliedrico del Rinascimento,  artista e scienziato costantemente alla
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    ricerca del sapere, nasce a Vinci nel 1452 e si  forma a Firenze nella bottega del Verrocchio,
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    apprendendo pittura, scultura e progettazione.
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    Già nel suo primo lavoro firmato,  un paesaggio del 1473, emerge la
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    sua innovativa capacità di suggerire  forma, materia e distanza con tratti
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    rapidi e vibranti, usando il disegno  come strumento di pensiero e invenzione.
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    Nel Codice Atlantico, una raccolta di oltre 1700  fogli, Leonardo riversa un universo di idee,
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    calcoli, esperimenti e progetti, rivelando la  mente di un autentico discepolo dell'esperienza.
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    Nel 1472 Leonardo si iscrive alla  Compagnia dei Pittori di Firenze e,
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    proprio in questi anni, realizza  la splendida Annunciazione,
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    un grande olio in cui la scena sacra si svolge  all’aperto, in un giardino rinascimentale,
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    permettendogli per la prima volta di unire le  sue due grandi passioni: la pittura e la natura.
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    Nel dipingere l’Annunciazione, Leonardo cura  ogni dettaglio: in primo piano un prato fiorito,
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    reso con precisione quasi scientifica  grazie ai suoi studi di botanica;
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    sullo sfondo, oltre il parapetto,  una fila di alberi in controluce;
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    in lontananza, invece, c’è una città  portuale incorniciata da montagne azzurrine.
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    Leonardo riesce a dare profondità al  paesaggio usando la prospettiva aerea:
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    ha capito che l’aria, tra l’occhio e gli oggetti,  altera i colori, li rende più chiari e freddi,
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    e così le montagne in lontananza sfumano  nel cielo con un realismo sorprendente.
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    Anche i personaggi hanno ormai lo stile  tipico di Leonardo: visi sfumati con dolcezza,
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    panneggi morbidi, gesti eleganti e naturali;  Maria si ritrae con grazia dal suo leggio,
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    mentre l’angelo si inginocchia davanti  a lei, con in mano dei gigli bianchi.
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    Ma se guardiamo bene, ci accorgiamo  che le ali dell’angelo sono quelle
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    di un rapace vero, e il braccio di  Maria è allungato in modo innaturale:
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    probabilmente lo ha fatto per  correggere l’effetto ottico,
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    visto che il dipinto doveva essere collocato  su un altare laterale e osservato di lato.
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    Nel 1481, Leonardo riceve l'importante  commissione di una pala d'altare per la
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    chiesa di San Donato a Scopeto, dedicata  all'Adorazione dei Magi, per la quale ha
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    trenta mesi di tempo; tuttavia, nel 1482 parte  per Milano, lasciando il dipinto incompiuto,
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    ma lo stato in cui ci è giunto è sufficiente  per comprenderne la rivoluzionarietà.
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    La scena, in parte solo abbozzata, si presenta  molto più complessa delle solite adorazioni,
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    con Maria e il Bambino al centro che ricevono  l'omaggio dei tre Magi, mentre attorno a loro si
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    muovono decine di figure, ognuna caratterizzata  dalla propria espressione e dal proprio gesto.
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    A sinistra si nota un edificio  in rovina o in costruzione,
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    mentre a destra un gruppo di cavalieri combatte,
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    rappresentando il caos del mondo agitato che  non ha ancora conosciuto la luce di Cristo.
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    La struttura della composizione è elaborata, con  una piramide centrale occupata dalla Madonna,
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    un semicerchio di figure che la circonda  e una serie di elementi verticali,
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    ovvero personaggi e alberi, che  conferiscono equilibrio alla scena.
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    Per realizzare tutto ciò, Leonardo esegue  studi prospettici di grande raffinatezza,
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    e in uno di questi l'edificio sullo sfondo  somiglia al presbiterio della chiesa di
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    San Miniato al Monte, forse simbolo di un  tempio pagano abbandonato o di una chiesa
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    in costruzione, ma in entrambi i casi  rappresentativo di un mondo che cambia.
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    Infine, l'aspetto forse più toccante risiede  nelle espressioni: i visi, i gesti, i movimenti
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    del corpo, poiché Leonardo non dipinge una scena  solenne e ordinata, bensì stupore, meraviglia,
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    emozione, e ogni figura reagisce all'apparizione  del Bambino con una verità nuova e più umana,
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    perché per Leonardo anche l'anima ha un  corpo, e la pittura deve saperlo raccontare.
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    Fino ad allora, gli artisti studiavano  il corpo umano tramite copie di statue
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    antiche o osservazione di modelli viventi,  ma Leonardo adotta un approccio diverso,
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    volendo comprendere a fondo l'anatomia interna.
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    Inizia così a sezionare  cadaveri, quasi una trentina,
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    analizzandoli con una precisione inedita per  un artista: muscoli, nervi, organi e vasi
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    sanguigni vengono dettagliatamente illustrati,  inventando di fatto l'illustrazione anatomica.
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    In questa impresa è affiancato da Marco Antonio  della Torre, professore di anatomia a Pavia,
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    che gli procura i corpi permettendogli di operare  liberamente in un ambito altrimenti proibito.
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    Grazie a questo sostegno, Leonardo  studia la bellezza perfetta del corpo
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    umano e anche ciò che la allontana da  essa, come la vecchiaia e le deformità.
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    Disegna quindi visi con molti dettagli,
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    cercando di capire cosa li rende espressivi e  unici, anche quando sono strani o inquietanti.
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    Leonardo chiama questi studi "caricature",  ma non li fa per prendere in giro,
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    bensì per capire meglio quanto  è complesso l'essere umano.
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    Nel 1482, Leonardo si trasferisce da Firenze alla
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    stimolante corte milanese di Ludovico il  Moro, dedicandosi a molteplici discipline.
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    È qui che incontra Francesco di Giorgio  Martini, architetto e studioso, e legge il
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    libro "De Architectura" di Vitruvio: due  eventi che segnano una svolta decisiva.
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    Vitruvio descriveva le proporzioni ideali del
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    corpo umano, inscrivibile in cerchio e  quadrato, figure care al Rinascimento.
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    Leonardo si immerge nello studio  del testo e nel 1490 realizza la
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    sua interpretazione: l'Uomo Vitruviano.
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    Questo disegno risolve una sfida  rappresentativa mai superata,
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    mostrando un corpo inscritto perfettamente  in entrambe le figure geometriche grazie a
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    due figure sovrapposte: una nel quadrato  con braccia orizzontali e gambe unite,
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    l'altra nel cerchio con braccia e gambe  divaricate e l'ombelico come centro.
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    Leonardo traccia linee per misurare  e stabilire proporzioni precise,
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    riprendendo le regole antiche ma aggiungendone  di proprie frutto dell'osservazione diretta,
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    come le divisioni dell'altezza e del viso.
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    In alto trascrive Vitruvio,  in basso le sue spiegazioni,
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    correggendo imprecisioni con la sua  caratteristica scrittura speculare,
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    forse per riservatezza o per  via della sua manualità mancina.
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    Nel 1483, Leonardo realizza a Milano  la Vergine delle Rocce, sua prima opera
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    milanese e pala d'altare commissionata dalla  Confraternita dell'Immacolata Concezione,
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    raffigurante l'incontro in un luogo roccioso tra  Giovanni Battista bambino, la Madonna e Gesù.
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    Questo episodio è narrato nei Vangeli apocrifi in  cui Giovanni, portato lì dalla madre Elisabetta,
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    cugina di Maria, per sfuggire  alla strage degli innocenti,
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    sarebbe rimasto solo tra la natura  selvaggia dopo la morte della madre,
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    ma viene rassicurato da Maria e posto sotto la  protezione di Cristo e dell'Arcangelo Gabriele.
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    I quattro personaggi si dispongono  in una composizione piramidale
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    animata da movimenti e sguardi incrociati, ma  l'innovazione principale è lo sfondo roccioso,
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    una grotta immaginaria aperta su un profondo  paesaggio montuoso reso con la prospettiva aerea.
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    Consegnato nel 1486, il dipinto viene  rivenduto al re di Francia Luigi XII
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    per controversie sui pagamenti, inducendo  Leonardo a iniziare una seconda versione
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    nel 1491, completata nel 1508, quasi  identica ma con personaggi più grandi,
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    variazioni nel paesaggio e una cromia più  fredda, con le aureole e il crocifisso sul
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    Battista che sarebbero invece delle aggiunte  posteriori, mantenendo l'atmosfera delicata
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    dello sfumato e la profondità spaziale  data dalla mano protesa di Maria.
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    Nel 1495, su incarico di Ludovico il Moro,  Leonardo inizia a dipingere l'Ultima Cena
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    nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a  Milano, riprendendo la tradizionale iconografia
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    quattrocentesca del cenacolo con un lungo tavolo  frontale, già utilizzata da artisti precedenti.
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    Tuttavia, a differenza di queste opere  che mostravano il momento dell'eucaristia,
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    qui Leonardo raffigura l'istante in cui Cristo  rivela il tradimento di uno degli apostoli,
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    rinnovando lo schema distributivo, ponendo  tutti i personaggi dallo stesso lato del
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    tavolo, senza isolare Giuda, e creando una  straordinaria animazione tra i commensali.
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    Gli apostoli manifestano il  loro stupore attraverso pose,
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    gesti e atteggiamenti del viso,  con la notevole eccezione di Giuda,
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    il quinto da sinistra, mostrato di spalle  verso Cristo; questa intensa espressività
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    deriva dalla poetica leonardesca che impone al  corpo di manifestare visivamente le emozioni.
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    Nell'esternare la loro incredulità, gli apostoli  si raggruppano in formazioni triangolari,
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    eco della posa triangolare assunta da Cristo,
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    isolato ma sereno al centro della scena,  avendo già accettato il suo destino.
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    L'isolamento di Cristo è enfatizzato dalla  prospettiva del soffitto e degli arazzi,
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    le cui linee convergenti hanno il punto di  fuga precisamente sulla sua testa, punto
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    in cui si individua il foro del chiodo usato da  Leonardo per tracciare la complessa prospettiva.
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    Sebbene appaia un prolungamento illusionistico  dello spazio, la collocazione alta del punto
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    di fuga non permette un vero inganno  ottico come nella Trinità di Masaccio.
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    Per accrescere la profondità, Leonardo  dipinge sulla parete di fondo un varco
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    con due finestre, inserendo un paesaggio  realizzato con la prospettiva aerea;
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    le tre aperture potrebbero alludere alla Trinità.
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    Per il Cenacolo, Leonardo non sceglie  l'affresco per la sua rapidità esecutiva,
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    ma preferisce una tecnica a secco con  tempera e olio sull'intonaco asciutto
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    per permettere velature e ripensamenti, scelta  che si rivela infelice con un precoce degrado.
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    Già nel 1556 Vasari descrive il  murale come una "macchia abbagliata";
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    nel 1652 l'apertura sconsiderata di una porta  ne comporta la perdita dei piedi di Cristo.
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    Il Cenacolo rischia la distruzione nel  1943 durante il bombardamento del convento,
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    ma la parete viene salvata da  protezioni approntate già dal 1940.
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    L'Ultima Cena visibile oggi è frutto  di un lungo restauro dal 1977 al 1999.
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    Nonostante il degrado, il  Cenacolo diviene un'icona
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    celebrata e reinterpretata nell'arte e nel cinema.
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    Nel 1498, Leonardo da Vinci dipinge sul soffitto  della Sala delle Asse del Castello Sforzesco a
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    Milano un pergolato di gelsi con rami intrecciati  che partono dal basso, omaggiando così la
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    ricchezza degli Sforza, legata alla seta prodotta  dai bachi che si nutrono di questa pianta, e il
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    duca Ludovico il Moro, il cui soprannome deriva  dal frutto del gelso; simbolicamente, compaiono i
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    nodi di Leonardo, disegni geometrici che ricordano  il matrimonio tra gli Sforza e gli Este nel 1491.
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    Contemporaneamente, Leonardo illustra il libro del  matematico Luca Pacioli sulla sezione aurea, una
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    proporzione armonica, realizzando sessanta disegni  di figure solide basate su questa proporzione,
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    colorate e tridimensionali, con i nomi scritti  in latino e greco su cartelli; tra queste
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    figure si trovano i cinque solidi platonici,  forme speciali descritte dal filosofo greco
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    Platone – il tetraedro, il cubo, l'ottaedro, il  dodecaedro e l'icosaedro – i quali erano associati
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    agli elementi (fuoco, terra, aria e acqua),  con il dodecaedro rappresentante l’universo.
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    Firenze, 1503.
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    Leonardo da Vinci riceve un incarico  grandioso: dipingere la battaglia di
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    Anghiari nel Palazzo Vecchio, un'opera  celebrativa della vittoria sui Milanesi.
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    Sulla parete opposta, Michelangelo avrebbe  dovuto raffigurare un'altra gloriosa
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    battaglia fiorentina, quella di Cascina:  un confronto artistico di grande attesa.
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    Leonardo si dedica con fervore  al progetto, realizzando disegni
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    preparatori di notevole intensità, popolati  da guerrieri in lotta e cavalli impetuosi.
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    L'artista sembra pronto a creare un  capolavoro, ma accade un imprevisto:
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    Leonardo opta per sperimentare  l'antica tecnica dell'encausto,
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    in uso presso i Romani, con l'intento di fissare  i colori tramite il calore applicato al muro.
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    L'esito è disastroso: il  calore scioglie i pigmenti,
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    compromettendo irrimediabilmente  l'opera, che viene abbandonata.
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    Nonostante la rovina, quel  tentativo affascina gli artisti:
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    molti giungono a Firenze per ammirare  i resti di quel dinamismo potente.
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    Rubens, un altro maestro, ne esegue persino  una copia, derivata da un'altra copia.
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    Sorprendentemente, alcuni studi  suggeriscono che Leonardo non abbia
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    mai dipinto direttamente sul muro,  limitandosi ai disegni preparatori.
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    Anche Michelangelo non completa la sua battaglia,
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    lasciando unicamente il cartone, apprezzato  per la forza espressiva dei corpi nudi.
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    Il confronto pittorico tra i due maestri non si  concretizza sulle pareti del Palazzo Vecchio;
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    tuttavia, quei disegni preparatori, densi di  energia e innovazione, diventano leggendari,
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    tanto che Benvenuto Cellini, celebre scultore,  li definisce «la scuola del mondo», poiché
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    illustrano l'essenza del movimento  e della rappresentazione bellica.
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    Nel 1499, Leonardo riceve l'incarico per una  pala d'altare fiorentina, opera incompiuta per
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    la sua partenza nel 1505, ma lascia un dettagliato  cartone, noto come Cartone di Burlington House.
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    Il disegno mostra la Madonna seduta su Sant'Anna  con Gesù benedicente Giovanni Battista.
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    Nonostante alcune parti abbozzate, il  cartone rivela lo stile di Leonardo:
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    il delicato sfumato che modella i corpi  e l'ambientazione nel paesaggio naturale.
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    Le pose complesse ma naturali derivano dalla sua  conoscenza anatomica, evidenziando come Leonardo
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    dipinga con occhio scientifico, mantenendo  l'approccio artistico anche nella scienza.
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    Tutto questo è più visibile nel  dipinto raffigurante Sant'Anna,
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    la Vergine e il Bambino,  realizzato tra il 1503 e il 1519.
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    Nella tavola, le quattro figure formano  un'unica composizione piramidale grazie a
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    una diversa disposizione dei  corpi rispetto al cartone.
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    Questa composizione comunica un significato  religioso: le tre generazioni sovrapposte
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    sottolineano l'incarnazione di Cristo, mentre  l'agnellino allude al suo sacrificio finale.
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    I corpi sembrano fondersi nell'atmosfera  grazie all'abolizione della linea di contorno.
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    Anche questa scelta, apparentemente artistica,  nasce dall'osservazione della realtà:
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    nessun oggetto ha un contorno netto; la forma si  distingue per colore, luminosità e chiaroscuro.
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    Il gruppo è posto davanti a un vasto paesaggio  montuoso la cui profondità è resa attraverso
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    la prospettiva aerea, con le montagne più  lontane chiare e indistinguibili dal cielo.
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    Durante il suo primo soggiorno milanese,  tra il 1482 e il 1500, Leonardo rinnova il
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    genere del ritratto con importanti novità,  come si nota nella Dama con l'ermellino.
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    Invece del tradizionale mezzo  busto, include il busto intero,
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    permettendo alle mani di animare la composizione.
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    La dama ritratta potrebbe essere Cecilia  Gallerani, amante di Ludovico il Moro;
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    l'ermellino, simile a un furetto,  potrebbe alludere al nome di famiglia,
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    o al titolo di Cavaliere dell'Ordine  dell'Ermellino conferito a Ludovico.
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    La posa dinamica, con busto ruotato a  sinistra e sguardo diretto alla luce,
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    contrasta con l'attenzione all'abito semplice  ma elegante e all'ovale delicato del viso,
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    posto su un fondo nero ottocentesco.
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    Nello stesso periodo, Leonardo  dipinge La Belle Ferronière,
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    ritratto di un'altra donna milanese,  forse Lucrezia Crivelli o Beatrice d'Este.
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    Il nome deriva da un'amante del re di Francia con
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    cui fu confusa per il gioiello  frontale detto "ferronière".
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    La donna, dietro un parapetto con mani  nascoste, cattura per l'intenso sguardo
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    a destra, mentre il realismo delle vesti  ricche enfatizza lo sfumato del viso.
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    Leonardo sa anche rimanere nella tradizione,  come nel Ritratto di Isabella d'Este,
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    dove la marchesa di Mantova è raffigurata  di profilo e a mezzo busto, ma con il
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    tipico effetto di tridimensionalità  ottenuto con lo sfumato del viso.
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    La Gioconda, o Monna Lisa, è il dipinto più  noto dell'intera produzione di Leonardo.
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    Forse, è il più celebre dipinto di ogni epoca,  con il suo titolo che deriva dalla presunta
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    identità della donna ritratta, Monna Lisa  Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo.
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    Leonardo realizza questo ritratto tra il 1503  e il 1506, durante il suo soggiorno fiorentino,
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    ma non lo consegna, continuando anzi a  modificarlo negli anni successivi, tanto che
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    le radiografie hanno rivelato tre precedenti  versioni celate sotto l'immagine attuale.
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    Quando, nel 1517, il re francese Francesco  I invita Leonardo a lavorare per lui,
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    l'artista si porta dietro il dipinto,
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    che viene acquistato dal sovrano per una  somma considerevole, quattromila scudi d'oro.
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    Questa circostanza spiega perché La Gioconda si  trovi oggi al Louvre, la cui straordinaria fama
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    è stata paradossalmente accresciuta dal clamoroso  furto subito nel 1911, quando Vincenzo Perugia,
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    un ex impiegato del museo, la sottrasse asserendo  la sua appartenenza all'Italia, con l'intento di
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    rivenderla clandestinamente; tuttavia, il  suo tentativo di autenticazione da parte di
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    un esperto ne causò la scoperta e l'arresto, e  dopo due anni il dipinto fece ritorno al Louvre.
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    Come in altri suoi ritratti, Leonardo presenta  la donna di tre quarti, con il busto rivolto a
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    sinistra e il viso ruotato in senso opposto;  in questo caso, Monna Lisa è seduta su una
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    poltroncina posta davanti a un parapetto, oltre  il quale si dispiega un profondo panorama,
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    elegantemente vestita e con il capo coperto  dal velo trasparente tipico delle puerpere.
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    L'ampio ricorso allo sfumato e l'assenza di  una linea di contorno definita conferiscono
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    una straordinaria morbidezza ad ogni passaggio,  tendendo a fondere la figura con lo sfondo;
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    le sopracciglia depilate, lo sguardo leggermente  spostato a destra rispetto all'osservatore e gli
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    angoli sfumati della bocca contribuiscono  a rendere incerta l'espressione del viso.
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    Il celebre mistero del sorriso della  Gioconda trova una sua spiegazione nel
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    sottile accenno di elevazione solo  dell'angolo destro delle labbra,
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    lasciando la bocca sorridere solo a metà,  poiché un sollevamento di entrambi gli
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    angoli avrebbe prodotto un sorriso più  esplicito, ma forse meno enigmatico.
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    Indeterminato rimane anche il paesaggio sullo  sfondo, che pur evocando le terre intorno ad
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    Arezzo, ipotesi suggerita dalla presenza  di un ponte simile a quello di Buriano,
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    dietro la spalla destra della donna, è con  ogni probabilità un luogo frutto della fantasia
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    dell'artista, reso con la prospettiva aerea  che lo fa apparire infinitamente profondo.
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    Negli ultimi anni della intensa vita,  trascorsi in Francia al servizio del re,
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    Leonardo continua la sua fervida attività  come ingegnere e artista di corte,
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    ideando scenografie e progetti architettonici,  monumenti e studi scientifici, fino alla sua
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    morte avvenuta il 2 maggio 1519.
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    Egli lascia i suoi preziosi disegni  al fedele allievo Francesco Melzi,
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    ma la sua eredità artistica, intrisa di  mistero e di una visione che trascende il
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    tempo, continua a illuminare il cammino  dell'ingegno umano attraverso i secoli.
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