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[Musica]
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buonasera quello che vedrete è il primo
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di una serie di appuntamenti con cui il
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gruppo zefiro vuole contribuire alla
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diffusione di uno strumento fondamentale
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per l'analisi della politica
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internazionale contemporanea così come
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di quella del passato
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questo strumento è il realismo politico
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andiamo innanzitutto a definirlo il
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realismo politico è un insieme di teorie
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di assunti e di modelli che tentano di
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interpretare e prevede relazione degli
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stati nella politica internazionale è
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conosciuto e utilizzato da millenni come
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strumento decisionale da parte delle
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politiche da parte dei generali e degli
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strateghi che hanno condotto la politica
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lungo i secoli e solamente dagli anni 50
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invece entrato nella riflessione
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scientifica pulito logica a livello
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universitario nell'ambito di quella
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branca della scelta politica che si
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occupa di formulare modelli e previsioni
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sulle relazioni tra gli stati
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ovvero le relazioni internazionali così
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come tutta la disciplina delle relazioni
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internazionali anche la riflessione e le
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teorie per realismo politico ruotano
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attorno ad una domanda fondamentale qual
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è la causa delle guerre e non solo qual
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è la causa anche di tutti quegli altri
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comportamenti sia positivi che negativi
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che ruotano attorno al fenomeno della
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guerra pensiamo alle alleanze militari
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pensiamo alla formulazione dei trattati
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internazionali alle manovre militari
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alle scelte di spesa militare fino anche
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alle scelte di politica economica e di
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politica interna il primo autore ad aver
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sviluppato una riflessione scientifica
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sul tema della causa delle guerre
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e in qualche modo padre del realismo
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politico come lo conosciamo oggi è un
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americano si chiama kenneth walls e
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scrive la sua prima fondamentale opera
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dalla fine degli anni cinquanta il primo
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libro di walls si intitola l'uomo dello
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stato che la guerra è questo titolo non
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è casuale
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l'uomo allo stato della guerra sono
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infatti tre metafore con cui l'autore
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vuole comprendere e spiegare i tre
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livelli di analisi fondamentali con il
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quale è possibile dare una spiegazione
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al comportamento degli stati nella
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storia delle relazioni internazionali
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il primo livello è più
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se invece da comprendere l'uomo pulsa
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ripercorre tutta la riflessione
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teologica e filosofica che nel corso dei
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secoli ha identificato l'essere umano
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con alcune caratteristiche negative del
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suo carattere e del suo agire sociale
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l'invidia la gelosia la sete di potere
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la brama di ricchezza la voglia di
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sopraffazione sono tutte caratteristiche
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che accompagnano gli uomini nella loro
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interazione sociale come single
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ebbene la tesi degli autori che di
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solito si rifanno questo tipo di
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spiegazione è semplicemente che i
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politici che guidano le nazioni
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riportano a livello collettivo quelli
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che sono dei comportamenti individuali
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tipici dell'uomo nel suo agire sociale
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all'interno della famiglia all'interno
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delle comunità locali o dei gruppi
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amicali
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secondo livello di analisi e quello che
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walls identifica con la parola stato a
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questo livello di analisi fanno capo
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tutti quegli autori che spiegano i
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comportamenti internazionali degli stati
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a cominciare dalle guerre dalle alleanze
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e dalla tendenza alla competizione
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strategico militare con le
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caratteristiche e sistemi politici
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interni dei vari stati interagenti
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quindi ad esempio avremo la tendenza
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secondo costoro delle democrazie ad
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essere più pacifiche delle dittature
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avremo la tendenza dei regimi laici ad
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essere meno bellicosi di riti mia
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ispirazione religiosa che portano con sé
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anche la necessità la spinta ideologica
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l'espansione al proselitismo e così via
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entrambi questi due primi approcci anno
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secondo voi se una fondamentale
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debolezza sono incapaci di spiegare
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l'alternanza di pace e guerra
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internazionali che sembra aver agito
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nella storia a prescindere da questi
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elementi
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l'uomo è sempre stato malvagio eppure
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gli stati non sono sempre in guerra
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gli stati sono democratici solamente per
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una parte finale della storia dello
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sviluppo politico delle comunità cioè
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quella che più o meno parte dalla fine
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dell'ottocento e rive giorni nostri e
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solo in alcune aree del mondo
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eppure noi vediamo decenni di pace in
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svariate regioni del sistema
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internazionale a prescindere dalla
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presenza o meno di stati democratici o
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della promozione interna diritti umani
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per ovviare a questa fondamentale fare
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la certifica di queste due spiegazioni
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monza elabora un terzo livello di
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analisi ed a livello sistemico
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strutturale
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l'autore impiega altri 20 anni per
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giungere alla formulazione di una
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compiuta teoria della politica
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internazionale che identifichi quegli
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elementi strutturali che costringono gli
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stati a vivere in un sistema all'ombra
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della guerra e quando le condizioni lo
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rendono inevitabile a dovere
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necessariamente scivolare nel conflitto
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aperto secondo voi se la struttura è
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quell insieme di caratteristiche delle
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interazioni fra state a livello
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internazionale che costringe questi
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attori ad una serie di comportamenti
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senza i quali andrebbero incontro ad una
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sicura punizione una punizione che può
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essere la sopraffazione politica per la
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riduzione allo stato di colonia finanche
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la cancellazione dalla carta geografica
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come successo nei decenni passati a
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stati come la polonia con la seco
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slovaccia l'autore identifica in
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particolare tre elementi caratteristici
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di questa sorta di mano invisibile del
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sistema politico internazionale
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il primo elemento è fondamentale è il
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primo
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quindi organizzazione il sistema
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internazionale degli stati è un sistema
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a margine il termine anarchia non va
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inteso tuttavia come sinonimo di caos e
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violenza generalizzata ma solamente nel
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suo significato etimologico assenza di
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un governo assenza di un principio
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gerarchico di organizzazione della
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società degli stati dove sia chiaro chi
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comanda e dove gli stati che rischiano
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di venire sopraffatti possono chiamare
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in aiuto un agenzia incaricata di
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riportare l'ordine in analogia a quanto
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succede nei sistemi politici interni con
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la polizia o con l'esercito
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il secondo elemento fondamentale è lì
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differenziazione delle funzioni il
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sistema internazionale degli stati non è
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niente di simile ad un anarchico
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organizzata dove le funzioni dei suoi
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membri sono chiaramente rifinite
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pensiamo a l'utopia di un villaggio
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primordiale dove c'è il panettiere che
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va al pane c'è il fabbro che fa gli
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attrezzi e in cambio avrà il pane dal
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panettiere c'è il pescatore che pesca e
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c'è il contadino che coltiva e
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attraverso la cooperazione di questi
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elementi ciascuno con la propria
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funzione viene garantito un ordine in
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assenza di un agenzia centrale che
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distribuisca previ punizioni e compiti e
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bene si siano internazionale non è nulla
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di tutto questo
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il sistema internazionale è come un
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villaggio dove tutti fanno i panettieri
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e c'è poca farina è l'elemento
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fondamentale che gli stati devono
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produrre è la sicurezza
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tutti vogliono sentirsi più sicuri
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perché siamo in un ambiente anarchico un
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ambiente dove nessuno ti viene a salvare
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sé un prepotente vuole fare di te ciò
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che vuole la produzione di sicurezza in
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ultima istanza è nelle mani dei singoli
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attori che possono contare solamente su
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se stesse
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infine il terzo elemento della struttura
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wells jana e la distribuzione
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internazionale del potere questo
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elemento è importante sotto almeno due
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aspetti il primo è che se esistono delle
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differenze nel potere economico militare
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degli attori c'è sempre ci potrà essere
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sempre qualcuno che mi può fare del male
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e questo aumenta la generale sensazione
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di sicurezza generata dal fatto di
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vivere all'interno di una struttura
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anarchica la struttura di wallis e il
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secondo aspetto un po più sottile e che
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il numero e la concentrazione del potere
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negli attori del sistema internazionale
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modifica radicalmente il comportamento
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che gli stati hanno nel condurre la loro
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politica estera e la loro impostazione
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geo strategica così esisteranno sistemi
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bipolari dove due grandi potenze
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concentrano su di se la maggior parte
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del potere internazionale potere
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nucleare potere economico potere
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militare convenzionale
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sono gli anni dal 1945 al 1991 la sfida
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tra gli stati uniti e l'unione sovietica
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nella guerra fredda
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esisteranno sistemi multi polari dove il
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potere è molto diffuse su una pluralità
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di grandi potenze possono esistere
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infine anche sistemi come l'attuale
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unipolare ovvero dove un solo grande
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attore concentra su di sé e sono
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ovviamente gli stati uniti
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la maggior parte del potere economico
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militare e tecnologico
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entriamo adesso
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base di analisi concreta di un periodo
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storico delle relazioni politiche
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internazionali in particolare
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analizzeremo una delle cosiddette guerre
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dell'equilibrio del settecento europeo
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che è uno dei periodi storici preferiti
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dalla corrente realista nello studio
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della politica internazionale e tutta la
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politica estera degli stati
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settecenteschi e delle dinastie che le
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hanno condotte si svolge all'interno di
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una cornice istituzionale condivisa
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molto sviluppata e che accomuna tutte le
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grandi famiglie regnanti d'europa i vari
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stati europei si riconoscono
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reciprocamente come legittimi e quindi
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tutte le guerre combattute non hanno mai
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assunto la forma di crociate ideologiche
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né di battaglia estreme per la
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sopravvivenza e la collaborazione
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piuttosto che la competizione sarebbe
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l'esito più scontato ad un osservatore
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che non indossi le lenti realiste
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nell'analisi della politica
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internazionale di quel tempo
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la mappa che vedete rappresenta la
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situazione politica dell'europa
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all'inizio del settecento la
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storiografia di questo periodo tende a
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leggere le vicende politico strategiche
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dell'europa settecentesca come
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incardinate su tre grandi vicende
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la prima è il tentativo francese di
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stabilire un egemonia sul continente
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europeo
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la seconda è la rivalità marittima e
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coloniale tra la gran bretagna e la
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francia e infine una terza vicenda
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minore che l'emersione
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in quanto potenze di primaria importanza
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della russia e della cruz
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la parte finale del seicento era stato
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un momento di straordinario aumento del
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tetto sanchez
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la francia di fine seicento il migliore
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interprete della rivoluzione politica e
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militare che aveva caratterizzato gli
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anni precedenti aveva uno stato forte
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caratterizzato da un'elevata
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centralizzazione politica aveva creato
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un ministero della guerra aveva
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burocratizzato il potere militare
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creando una marina e un esercito
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permanente disponeva poi di fondamentali
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vantaggi economici e demografici sui
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troppi rivali praticava l'agricoltura
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intensiva su larga scala aveva una
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popolazione di 19 milioni di individui
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contro i 9 milioni di inglesi 8 milioni
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di austriaci e solo 17 milioni di russi
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aveva un esercito permanente all'inizio
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del secolo di 350 mila uomini contro una
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media di 200 mila uomini
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nella maggior parte deriva la marina da
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guerra contava nel 1689 120 unità
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contro le sole cento del regno unito e
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le 66 delle province
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eppure questo paese in costante
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espansione aveva ancora due fondamentali
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minacce al mantenimento del proprio
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status un'ora l'inghilterra principale
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nemico nei commerci marittimi e nella
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colonizzazione delle ampie l'altra
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l'impero austriaco fonte di
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vulnerabilità terrestre attraverso la
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frontiera delle alpi e la pianura padana
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e la frontiera del reno in questo
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contesto già di per sé caratterizzato da
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grande incertezza si apre sul finire del
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xvii secolo
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la questione della successione al trono
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spagnolo il re carlo ii morirà senza
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eredi nel 1700 la morte senza eredi
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naturalmente apre la questione della
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successione e con esso la possibilità
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agli appetiti delle maggiori potenze per
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il fatto di potersi impadronire delle
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colonie spagnole in america e dei
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diversi territori che ancora la spagna
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controlla nell'europa continentale
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parigi e vienna si preparano per tempo
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siglano una serie di accordi l'ultimo
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dei quali nel marzo del 1700 con il
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quale si spartiscono i territori del
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morente impero spagnolo di carlo ii
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l'arciduca carlo avrebbe dovuto ottenere
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secondo questi accordi
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la spagna ovvero la penisola iberica i
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paesi bassi e le colonie americane a
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filippo d'angiò invece nipote di luigi
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xiv re di francia dovrebbero andare il
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regno di napoli regni di sicilia e di
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sardegna e la lorena in più il nord
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italia tramite la nomina di sovrani
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locali fedeli legati alla dinastia
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francia l'accordo non fu mai realizzato
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per motivi che tra poco di remo ma ci
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dice molto sulle fonti della sicurezza
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francese
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i possedimenti italiani e la lorena
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infatti dovranno servire ad allontanare
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definitivamente la prospettiva di una
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penetrazione austriaca via terra con lo
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scopo di erodere le conquiste
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territoriali dei francesi che si erano
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notevolmente spazio negli anni del re
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sole
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in questo contesto non facile si
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inserisce un'altra potenza dell'epoca
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dal lato del prestigio morale che non
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delle reali capacità militari ovvero lo
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stato pontificio
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il deciso infatti sul quale destino
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riservare al suo regno
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il sovrano spagnolo carlo ii si consulta
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con il papa per capire come preservare
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l'autonomia e l'indipendenza dell'intero
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spagnolo di fronte agli appetiti delle
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maggiori potenze europee delle il papa è
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consapevole dei problemi che comporta
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questa successione anche per se stesso
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infatti lasciando in mano agli asburgo
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la corona di spagna si creerebbe un
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pericoloso accerchiamento per lo stato
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pontificio proprio nella penisola
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italiana e una concentrazione di potere
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troppo forte nelle mani di un'unica
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famiglia europea è dato invece ai
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borbone di francia il trono di spagna
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non farebbe che alimentare ulteriormente
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le paure di tutte le cancellerie europee
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verso la possibile germoni a francese
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dando vita probabilmente a una nuova
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serie di guerra
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ecco quindi l'idea partorita dal
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pontefice romano la successione sarà
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garantita con testamento pali nipote di
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luigi xiv
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filippo d'angiò
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ma con una clausola ben precisa il
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divieto permanente di unificare trono di
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francia con il trono di spagna
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questo risvolto inaspettato nella
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vicenda della successione spagnola
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rappresenta davvero il punto nodale
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delle analisi politologica di questa
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vicenda
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il sovrano francese si ritrova infatti
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intrappolato in quello che un altro
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grande studioso realista john wells
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all'inizio degli anni cinquanta aveva
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definito il dilemma della sicurezza il
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dilemma della sicurezza è una situazione
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strutturale in cui il tentativo autonomo
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da parte degli stati di provvedere alla
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propria sicurezza tende a prescindere
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dalle loro intenzioni a generare
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insicurezza negli altri poiché ciascuno
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interpreta le proprie misure come
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difensive delle misure degli altri come
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offensive accettando di porre il proprio
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nipote sul trono di spagna luigi poi
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fatti cogliere l'occasione di estendere
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il dominio francese sui territori
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europei e sulle colonie spagnole
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assestando un colpo decisivo alle rivali
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inghilterra e austria
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ma questo comporterebbe anche
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l'inevitabile reazione per così dire di
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lanciatrice di queste ultime è quindi
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una possibile guerra per scongiurare
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l'egemonia borbonica in europa
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tuttavia anche il caso contrario
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porterebbe a questo paradossale esito
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indesiderato in alternativa infatti
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luigi potrebbe rinunciare a porre di
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pote filippo del trono di spagna o pur
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mantenendolo offrire comunque delle
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compensazioni territoriali
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se lo facesse tuttavia sarebbe al tempo
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stesso irrazionale e incauto
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rinuncerebbe infatti un bene più grande
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senza avere sostanzialmente nulla in
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cambio
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e senza alcuna garanzia che questo
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temporaneo indebolimento non venga
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sfruttato in futuro dai rivali per
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riprendersi anche quel poco che non è
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stato loro concesso
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insomma se la guerra è possibile in
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entrambi gli scenari per quale motivo
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sprecare l'occasione di entrarci da una
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posizione di forza
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quello che abbiamo illustrato e il
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nucleo del dilemma della sicurezza in un
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ambiente anarchico qualunque mossa che
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aumenti la propria sicurezza il proprio
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benessere nel breve termine che sia
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conciliante o aggressiva
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inevitabilmente la diminuisce sul lungo
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periodo perché scatena alternativamente
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le paure o gli appetiti delle altre
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maggiori potenze bene coerentemente con
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quanto abbiamo appena detto
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i francesi si muovono velocemente per
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sfruttare il momentaneo vantaggio
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le truppe francesi subito dopo la morte
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di carlo ii scortano filippo d'angelo
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nel suo viaggio verso madrid e vengono
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prontamente indicati dal nuovo re a
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prendere possesso in suo nome si intende
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dei paesi bassi spagnoli dai quali il
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pappano le forze olandesi presenti nella
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zona
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infine la ciliegina sulla torta luigi
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concede a filippo suo nipote i diritti
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di successione al trono francese
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trovando l'escamotage per violare in
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modo indiretto la disposizione delle
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ultime volontà del defunto carlo ii papa
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fund in tutto questo aumenterà ancora di
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più lo spettro di una egemonia a
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borbonica francese fortificherà le paure
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delle altre maggiori potenze nel 1701 si
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forma la coalizione dell'aia di cui
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fanno parte il sacro romano impero
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ovvero l'austria il regno unito le
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province unite ma anche la prussia i
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savoia e alcuni micro stati tedeschi la
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coalizione dichiara guerra alla spagna
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con l'obiettivo di rovesciare il borbone
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dal trono e prontamente la francia si
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pone al suo fianco la guerra si
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protrarrà fino al 1700 13.700 14 e le
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forze della coalizione avranno due
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principali direttrici d'attacco entrambe
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terrestre la pianura padana e la
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frontiera del reno naturalmente negli
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anni 13 e 14 verranno firmate le facce
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di utrecht e di rasht la francia viene
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sconfitta e l'intero spagnola viene
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spartito tra le maggiori potenze gli
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austriaci ricevettero gran parte dei
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territori spagnoli mentre filippo dopo
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naturalmente la rinuncia ai propri
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diritti sulla corona francese poter
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continuare a regnare sulla spagna ma
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solamente sulla penisola iberica e sulle
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colonie
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con questo racconto si conclude la prima
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puntata di questa rassegna del gruppo
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ziffer dedicata al realismo politico
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nella relazione internazionale io vi
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ringrazio per l'attenzione
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vi saluto e vi aspetto per le prossime
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puntate
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[Musica]