00:00:00
nel nostro secondo incontro di etica
00:00:04
della comunicazione
00:00:06
noi ci interrogheremo su che cosa vuol
00:00:11
dire comunicare bene che cosa vuol dire
00:00:15
buona comunicazione questa parola buono
00:00:19
e il suo corrispettivo cattivo è
00:00:25
chiaramente una parola che appartiene
00:00:27
all'ambito dell'etica e nella lezione
00:00:30
precedente nell'incontro precedente
00:00:33
abbiamo detto che cos'è l'etica l'etica
00:00:36
ricordo e quella disciplina che riflette
00:00:40
su quelli che sono i criteri e principi
00:00:43
del nostro agire distinguendo quindi un
00:00:46
agire buono da un agire cattivo
00:00:49
comunicazione è una di queste forme di
00:00:51
agire e anzi è quel modo che
00:00:54
caratterizza particolarmente l'essere
00:00:57
umano l'abbiamo detto la storia
00:00:59
assumendo e caratterizza anche
00:01:01
determinate attività professionali
00:01:04
questa attività professionale viene
00:01:08
regolamentata da una serie di codici che
00:01:12
si chiamano codici deontologici che
00:01:15
dicono ciò che è doveroso
00:01:17
ciò che deve essere fatto da una
00:01:19
determinata categoria professionale
00:01:21
nel nostro caso da una delle diverse
00:01:24
forme di attività di professione
00:01:28
comunicativa bene ma abbiamo detto la
00:01:33
deontologia per regolamentare l'attività
00:01:37
comunicativa aiuta è fondamentale un
00:01:40
punto di riferimento essenziale ma non è
00:01:43
sufficiente perché perché quando io devo
00:01:49
comportarmi in un certo modo piuttosto
00:01:52
che in un altro modo
00:01:54
bene piuttosto che male giustamente
00:01:57
piuttosto che ingiustamente solo perché
00:02:01
altrimenti ci sono delle sanzioni che
00:02:04
sono delle punizioni
00:02:07
c'è un diritto che stabilisce
00:02:12
ciò che è lecito e ciò che non lo è
00:02:15
beh lo sappiamo se in qualche modo
00:02:20
abbiamo la possibilità di fare anche
00:02:23
qualcosa di male senza essere scoperti
00:02:26
la tentazione è forte non si sfugge
00:02:29
invece ad una esigenza etica la istanza
00:02:35
etica e alla base è più profonda di
00:02:38
quella che semplicemente determinata dai
00:02:43
doveri stabiliti in un codice
00:02:45
deontologico l'etica è alla base di ogni
00:02:51
tipo di regolamentazione perché l'etica
00:02:54
motiva l'etica induce e l'etica orienta
00:02:59
al rispetto anche di quelle regole che
00:03:02
sono stabilite da un codice lo possiamo
00:03:06
vedere ad esempio se riflettiamo su un
00:03:09
concetto fondamentale della del
00:03:13
vocabolario dell'etica il concetto di
00:03:17
responsabilità
00:03:19
il concetto di responsabilità non viene
00:03:23
semplicemente spiegato con riferimento
00:03:27
al fatto che
00:03:29
io posso essere scoperto oppure no
00:03:34
perché ho fatto bene o male determinate
00:03:38
cose
00:03:39
io mi sento responsabile io non
00:03:43
solamente rispondo delle conseguenze di
00:03:47
determinate mie azioni che possono
00:03:49
essere in qualche modo sanzionate o
00:03:53
punite se sono conseguenze cattive ma io
00:03:58
anche insieme
00:04:00
rispondo mi sento di dover rispondere
00:04:02
alla mia coscienza o a diversi principi
00:04:06
criteri che rendono le mie azioni azioni
00:04:11
valide o buone
00:04:14
ognuno di noi a questi punti di
00:04:16
riferimento che fanno sì che possa
00:04:20
ciascuno di noi definirsi come un essere
00:04:23
morale
00:04:25
appunto ma tutto ciò è qualche cosa che
00:04:28
prima che presidente che antecedente
00:04:31
rispetto a qualsiasi deontologia
00:04:36
qualsiasi regolamentazione esteriore
00:04:39
questa è una regolamentazione che ha la
00:04:42
sua radice in noi in noi stessi e quel
00:04:47
qualcosa di cui noi ci sentiamo
00:04:49
responsabili ed è per questo che appunto
00:04:52
siamo indotti ad agire bene allora
00:04:55
applichiamo tutto questo semplicemente
00:04:57
all'ambito dell'attività comunicativa
00:05:00
abbiamo detto tutti quanti noi
00:05:01
comunichiamo ci sono delle persone che
00:05:04
lo fanno per mestiere e noi in ogni caso
00:05:08
anche se non lo facciamo per mestiere
00:05:10
però siamo i referenti siamo gli
00:05:12
interlocutori siamo i target addirittura
00:05:15
i bersagli di questa attività
00:05:17
comunicativa e allora appunto se questo
00:05:21
è vero noi dobbiamo a maggior ragione
00:05:25
capire che cosa vuol dire
00:05:28
comunicare bene questo è l'ambito di cui
00:05:32
si occupa che vuole approfondire l'etica
00:05:36
della comunicazione propriamente detta
00:05:39
un ambito ulteriore più profondo più
00:05:41
radicale che sta alla base rispetto al
00:05:45
livello semplicemente deontologico di
00:05:48
cui ho parlato nella lezione precedente
00:05:51
ci sono nel dibattito contemporaneo ma
00:05:57
anche nella storia della riflessione su
00:06:01
che cosa vuol dire comunicare bene ci
00:06:04
sono alcuni modi alcuni significati che
00:06:10
vengono dati a questa parola a questa
00:06:14
parola bene a questa parola buono quando
00:06:19
si dice che si tratta di una buona
00:06:20
comunicazione possiamo anzitutto
00:06:25
definire quattro modelli di
00:06:27
comunicazione poi ce ne sarà un quinto
00:06:30
che è leggermente diverso lo vedremo
00:06:33
ne parliamo appunto è l'argomento della
00:06:35
lezione di questa seconda lezione
00:06:38
quattro modelli di comunicazione
00:06:40
anzitutto di comunicazione buona quattro
00:06:44
modi in cui noi intendiamo che cosa vuol
00:06:47
dire bene buono giusto virtuoso quando
00:06:52
comunichiamo il primo il primo modello è
00:06:55
quello che riconduce questa bontà questo
00:06:59
bene a quella che è la specifica natura
00:07:03
umana comunicare bene significa comunità
00:07:06
comunicare in conformità quella che è la
00:07:10
specifica natura dell'uomo
00:07:12
adesso li elenco questi modelli poi le
00:07:14
approfondiscono uno per uno
00:07:16
il secondo modello invece fa riferimento
00:07:19
ad una particolare modalità di
00:07:21
comunicazione ad una particolare
00:07:23
esperienza comunicativa e considera
00:07:27
questa esperienza come quella
00:07:28
determinante
00:07:30
l'unica il modello di ogni altro tipo di
00:07:33
comunicazione perché questa
00:07:34
comunicazione della comunicazione buona
00:07:37
il modello del dialogo il dialogo
00:07:40
comunicare bene il terzo modello è
00:07:45
quello che si pone il problema di una
00:07:49
buona comunicazione di fronte a un
00:07:52
pubblico di fronte ad un audience e qui
00:07:55
venire incontro al pubblico venire al
00:07:58
contro all'audience essere chiari
00:08:00
convincenti coinvolgenti questo è il
00:08:03
contrassegno del comunicare bene questo
00:08:05
significa bene buono quando io comunico
00:08:08
secondo questo terzo modello il quarto
00:08:12
semplicemente intende bene buono come
00:08:16
nel senso nei termini di una utilità
00:08:20
comunicare bene significa comunicare in
00:08:22
maniera utile
00:08:24
cosa vuol dire utile lo approfondiremo
00:08:26
fra poco poi ripeto c'è una quinta
00:08:30
modalità di intendere la comunicazione
00:08:33
buona ma siamo momentaneamente da parte
00:08:36
ne parliamo tra poco cominciamo un
00:08:40
pochino di più a spiegare analizzare
00:08:43
questi quattro modelli il primo modello
00:08:47
abbiamo detto e quello che caratterizza
00:08:49
la cosiddetta natura dell'uomo che fa
00:08:53
riferimento ad una natura umana e che
00:08:55
dice comunicare bene significa
00:08:57
comunicare in conformità a quella che è
00:09:01
la natura dell'uomo
00:09:04
abbiamo detto l'essere umano è un essere
00:09:09
definito come capace di comunicare come
00:09:14
quell essere che ha in sé questa questo
00:09:17
dono questa caratteristica
00:09:18
a differenza degli animali gli animali
00:09:21
beh noi non sappiamo adesso fino a che
00:09:24
punto si può parlare di una
00:09:26
comunicazione vera e propria nel caso
00:09:28
degli animali non sappiamo chiaramente
00:09:32
in che modo e in che termini sia una
00:09:34
comunicazione articolata certo se c'è
00:09:38
c'è in una maniera molto più embrionale
00:09:41
gli studiosi non sono d'accordo su
00:09:43
questo punto ma sono d'accordo che nel
00:09:45
caso ci fosse c'è in un'accezione molto
00:09:48
più embrionale di quella degli esseri
00:09:51
umani
00:09:51
ma allora se l'essere umano è
00:09:54
caratterizzato da questa capacità
00:09:56
comunicativa bisogna rispettare questa
00:09:58
capacità bisogna rendere possibile a
00:10:02
ogni essere umano appunto la possibilità
00:10:06
che si esprima ogni essere umano ha
00:10:09
diritto di parola
00:10:12
ogni essere umano deve avere
00:10:14
salvaguardata la libertà di espressione
00:10:18
non è un caso che appunto la carta
00:10:22
fondamentale dei diritti dell'uomo ponga
00:10:25
la libertà di espressione ponga il
00:10:28
diritto ad essere informati e ad
00:10:31
informare ponga il diritto di parola
00:10:34
al centro del rispetto e della
00:10:37
salvaguardia di ogni essere umano in
00:10:41
quanto tale è dunque allora ecco buona
00:10:45
comunicazione e quella comunicazione che
00:10:47
rispetta questa situazione che rispetta
00:10:51
e che anzi rende possibile l'esercizio
00:10:54
della capacità comunicativa degli esseri
00:10:58
umani
00:11:00
e allora di nuovo non è buona
00:11:01
comunicazione quella attraverso la quale
00:11:03
io conduco il discorso al fine di
00:11:09
fuorviare i miei interlocutori perché
00:11:12
non rispetterei la loro capacità di
00:11:14
essere interlocutori non rispetterei la
00:11:18
loro possibilità di comunicare e via
00:11:21
dicendo a partire da qui io posso
00:11:23
giustificare alcuni
00:11:26
comportamenti comunicativi come validi
00:11:29
buon illeciti e posso condannarne altri
00:11:34
questo è il primo modello che giustifica
00:11:37
un certo modo di comunicare bene a
00:11:40
partire da una certa idea di
00:11:43
comunicazione come qualche cosa di
00:11:45
collegato alla possibilità alla natura
00:11:49
al modo in cui un essere umano è quello
00:11:52
che è ma poi c'è un secondo modello che
00:11:56
non considera l'essere umano come tale
00:11:58
ma considera invece le forme diverse
00:12:02
della comunicazione le forme in cui
00:12:04
l'essere umano può esprimersi
00:12:06
comunicativamente tra le diverse forme
00:12:09
tra i diversi modi in cui un essere
00:12:12
umano si esprime nella comunicazione beh
00:12:16
forse quella che eticamente risulta più
00:12:21
premiante è la forma del dialogo dialogo
00:12:27
nella lezione precedente vi ricorderete
00:12:30
abbiamo brevemente illustrato il
00:12:33
cosiddetto modello standard della
00:12:35
comunicazione quel modello per cui
00:12:38
comunicare significa trasmettere un
00:12:41
messaggio un'informazione da
00:12:44
un'emittente destinatario il quale poi
00:12:46
certamente secondo la modalità del
00:12:49
feedback dimostra di avere inteso e
00:12:53
magari rilancia un altro messaggio un
00:12:56
altra informazione all'emittente che
00:12:58
diventa destinatario questa volta del
00:13:01
suo messaggio
00:13:03
ma nel dialogo nel dialogo vero non
00:13:05
accade questo
00:13:08
nel dialogo vero sia una intesa sia la
00:13:12
ricerca di una intesa non sia un
00:13:15
emittente un destinatario che è sempre
00:13:18
unilateralmente si relazionano uno
00:13:20
all'altro sia la presenza di due o più
00:13:25
interlocutori di interlocutori sono
00:13:29
coloro che in maniera reciproca si danno
00:13:33
spazio riconoscono ciascuno
00:13:37
o all'altro il diritto di parola in un
00:13:41
dialogo un dialogo vero
00:13:43
le buone ragioni dell'altro il fatto
00:13:46
cioè che l'altro possa avere le sue
00:13:47
buone ragioni e beh tutto questo è fin
00:13:51
dall'inizio ammesso perché se io non do
00:13:55
credito all'altro non si ha la
00:13:57
possibilità di un dialogo vero non si ha
00:13:59
la possibilità di una intesa siano forme
00:14:02
semmai di dialogo falso di dialogo
00:14:06
fasullo siano forme narcisistiche in cui
00:14:10
io monologo dico quello che ritengo
00:14:15
essere la verità e i miei interlocutori
00:14:17
non fanno altro che dire si si hai
00:14:19
ragione è vero quello che dici ma non
00:14:22
sono veri interlocutori non mettono il
00:14:26
loro cuore a loro anima la loro
00:14:28
intelligenza nel discorso cercando in
00:14:34
qualche modo di condurre insieme a me il
00:14:40
discorso comune verso una intesa
00:14:44
possibile nel dialogo vero io sempre da
00:14:47
imparare
00:14:48
nel dialogo finto io non faccio altro
00:14:51
che trovare negli altri la mia conferma
00:14:54
vedete così inteso come attività di
00:14:58
reciproca interazione il dialogo
00:15:03
presenta un modello comunicativo che è
00:15:06
di per sé il modello di una buona
00:15:08
comunicazione
00:15:09
il modello all'interno del quale ad
00:15:11
esempio si può
00:15:14
trovare tra diversi interlocutori una
00:15:18
comunanza si può fare comunità
00:15:20
da questo punto di vista allora questo
00:15:24
modello biologico e quello che noi
00:15:28
vediamo ad esempio all'opera in alcune
00:15:32
emergenze comunicative dei nostri giorni
00:15:35
all'interno della mediazione
00:15:37
comunicazione interculturale all'interno
00:15:41
della mediazione del dialogo
00:15:42
interreligioso all'interno cioè di tutte
00:15:46
quelle urgenze in cui è necessario
00:15:50
trovare alla fine un punto di arrivo
00:15:54
comune partendo da prospettive diverse e
00:15:59
riconoscendo che ciascun interlocutore
00:16:01
ha dignità e diritto di partecipare a
00:16:06
questo discorso condiviso se buona
00:16:11
comunicazione in questo senso e allora
00:16:14
l'esperienza di questo discorso
00:16:16
condiviso in una forma dialogica beh
00:16:20
il terzo modello rimanda ad una
00:16:25
dimensione in cui non ci sono vari
00:16:27
interlocutori tutti sullo stesso piano
00:16:30
ma c'è una modalità comunicativa
00:16:32
potremmo dire one to many uno parla ad
00:16:37
un pubblico ad una audience ampia e
00:16:42
articolata potrebbe essere l'esempio di
00:16:45
quello che sto facendo io adesso di
00:16:48
fronte a voi io sto appunto rivolgendomi
00:16:51
ad una potenziale audience e di tutti
00:16:54
coloro che possono assistere a questa
00:16:56
lezione
00:16:57
bene allora a questo punto che cosa vuol
00:16:59
dire comunicare bene in questo contesto
00:17:02
in questa situazione particolare e
00:17:04
specifica significa che io cerco per
00:17:09
come posso di essere comprensibile di
00:17:12
venire incontro alle vostre esigenze di
00:17:16
comprensione
00:17:17
cerco di farmi capire cerco di
00:17:20
raggiungere con voi un punto di intesa
00:17:25
in cui le cose che mi preme comunicare
00:17:28
vengono effettivamente da voi accolte e
00:17:31
comprese tutto questo però anche un
00:17:36
rischio un pericolo che non possiamo
00:17:38
trascurare perché il pericolo insito ad
00:17:43
esempio che vediamo all'opera in tante
00:17:47
trasmissioni televisive è in pericolo
00:17:51
appunto qual è il pericolo è appunto di
00:17:54
abbassare sempre di più il livello del
00:17:58
discorso di solleticare di sollecitare
00:18:02
quelli che sono gli istinti più
00:18:04
elementari addirittura primordiali e
00:18:07
allora davvero si abbassa anche
00:18:12
radicalmente il livello dei contenuti il
00:18:15
livello dell'informazione quello che una
00:18:18
trasmissione televisiva mi può
00:18:20
comunicare e ci ritroviamo pieni di
00:18:25
tanta spazzatura che effettivamente a un
00:18:28
certo punto ci fa spegnere l'apparecchio
00:18:31
televisivo
00:18:33
ecco allora venire incontro all'uditorio
00:18:37
venire incontro alle persone che mi
00:18:41
stanno ascoltando anche qui deve essere
00:18:44
fatto con intelligenza tenendo conto che
00:18:48
buona comunicazione e insieme anche
00:18:52
sempre una comunicazione che eleva che
00:18:57
porta l'interlocutore anche se un
00:18:59
pubblico ampio sulla stessa linea d'onda
00:19:03
di quello che io sto cercando di fare
00:19:06
questo è il modo in cui noi riusciamo a
00:19:09
realizzare una comunicazione utile utile
00:19:13
è il quarto significato di buono quando
00:19:17
io parlo di buona comunicazione utile
00:19:20
utile me non è un termine che va
00:19:23
demonizzato vi è un etica dell'utile vi
00:19:26
è tutta una riflessione
00:19:27
sull'utilitarismo che mette in primo
00:19:30
piano della mia azione il fatto per una
00:19:34
considerazione una valutazione della mia
00:19:36
azione
00:19:37
il fatto che la mia azione sia utile per
00:19:39
me o addirittura per tutta la
00:19:41
collettività
00:19:43
nell'ambito di un etica della
00:19:44
comunicazione e questa utilità
00:19:46
comunitaria quella che soprattutto mi
00:19:49
permette di qualificare un certo tipo di
00:19:53
attività comunicativa come buona ad
00:19:56
esempio un comunicare bene in maniera
00:19:58
efficiente in maniera adeguata in
00:20:01
maniera chiara in maniera diretta
00:20:06
beh è qualche cosa che è al servizio di
00:20:10
un contenuto e se il contenuto è valido
00:20:13
la comunicazione così diretta così
00:20:16
chiara così efficiente esalta questo
00:20:19
contenuto è
00:20:21
permette che esso venga effettivamente
00:20:24
condiviso che ve che raggiunga il suo
00:20:27
scopo e che coinvolga l'interlocutore
00:20:29
l'ultimo significato il quarto di buono
00:20:33
dunque utile buona comunicazione una
00:20:36
comunicazione utile una comunicazione di
00:20:38
utilità di utilità collettiva capace di
00:20:41
far crescere adeguatamente lo standard
00:20:45
il tasso di democrazia di dibattito di
00:20:51
partecipazione che è proprio dei diversi
00:20:54
soggetti appartenenti ad un medesimo
00:20:58
ambito comunitario e politico ti ho
00:21:03
detto che però c'è un quinto modello che
00:21:05
un poco diverso perché io lo chiamerei
00:21:10
etica non della comunicazione non quella
00:21:14
riflessione che identifica che cosa
00:21:17
significa buono e lo giustifica e lo
00:21:20
approfondisce e abbiamo visto buono è
00:21:23
corrispondente alla natura dell'uomo
00:21:25
corrispondente al modello dialogico
00:21:27
corrispondente al venire incontro all
00:21:29
audience corrispondente al modello
00:21:32
dell'utilità dell'utilitarismo no
00:21:34
in questo quinto modello l'etica e nella
00:21:38
comunicazione
00:21:41
vi sono autori autori del novecento mi
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riferisco anzitutto a un autore
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importante una filosofo tedesco che si
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chiama karl otto apel ma poi anche ha
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ripreso queste teorie di a per un
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filosofo noto al giorno d'oggi habermas
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vi sono pensatori che dicono che già nel
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momento in cui io faccio comunicazione
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già nell'atto del comunicare bene io
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metto in opera in qualche modo sono
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legittimato è costretto a operare in
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maniera etica perché
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se io comunico non posso non comunicare
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secondo alcuni criteri che non possono
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che essere detti etici quali sono questi
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criteri appel parla di tre criteri etici
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fondamentali che sono impliciti in ogni
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attività comunicativa messi in opera
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performativamente dice appel in ogni
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attività comunicativa e questi principi
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sono il principio della giustizia
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il principio della solidarietà il
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principio della responsabilità giustizia
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appunto quando io comunico quando io mi
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rivolgo a voi beh vi considerano
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interlocutori quindi voi avete diritto
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di parola
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riconosco che è giusto che anche voi
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possiate ad esempio rivolgervi a me dire
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che non è corretto quello che dico
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oppure ampliare il mio discorso
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solidarietà
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siamo tutti solidali all'interno di
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questa impresa comunicativa all'interno
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di questa comunità della comunicazione
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come la chiama upper solidali perché
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perché insieme con partecipiamo di
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questa attività di questo evento è solo
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se siamo in più di uno può avvenire la
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comunicazione non sia comunicazione se
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io parlo da solo davanti ad una
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telecamera o peggio ancora davanti allo
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specchio e giustamente potete chiamare
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l'ambulanza e farmi internare in
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manicomio ma poi tutti quanti come
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comunità come comunità comunicativa
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siamo anche corresponsabili di quelle
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che sono le conseguenze della mia
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attività di comunicazione e io lo devo
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anticipare questo io lo devo mettere in
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opera perché comunicando creo comunità
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creo comunità solidale do diritto di
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parola agli altri e creò tutta una serie
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di conseguenze del mio discorso
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comunicativo di cui io sono responsabile
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ma in cui io chiamo alla risposta
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stabilita anche tutti i miei potenziali
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interlocutori
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quindi ecco il modello dell'etica nella
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comunicazione quando io comunico già
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metto in opera criteri principi
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giustizia solidarietà corresponsabilità
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che sono criteri principi di carattere
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etico e allora concludo il discorso che
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abbiamo fatto oggi è semplice abbiamo
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detto che cos'è l'etica della
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comunicazione quella disciplina che mi
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dà la indicazione la individuazione di
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quei principi di quei criteri che mi
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fanno comunicare bene piuttosto che male
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però dobbiamo sapere che cosa vuol dire
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bene dovremmo sapere che cosa vuol dire
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buono quando parlo di buona
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comunicazione
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ecco quello che abbiamo fatto oggi
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abbiamo illustrato quelle dottrine che
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individuano la categoria di buono che
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definiscono buono come corrispondente
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nella natura dell'uomo piuttosto come
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corre che corrispondente ad un modello
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dialogico come un venire incontro abile
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anche retoricamente impegnato verso
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l'audience con tutti i limiti ai
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problemi che ciò comporta
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oppure come legato ad un utile per lo
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più inteso in the in termini collettivi
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e poi abbiamo addirittura visto il modo
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in cui si motiva questo comunicare bene
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vedendo analizzando nell'attività
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comunicativa stessa la presenza
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trovandone l'attività comunicativa
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stessa la presenza di criteri etici come
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quelli che ha per identifica nella
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giustizia nella solidarietà nella
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corresponsabilità sappiamo adesso cosa
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vuol dire buona comunicazione
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tutto sta però a metterla in pratica
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e per metterla in pratica dobbiamo fare
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un altro passaggio che coinvolge anche
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le pratiche comunicative dei
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professionisti della comunicazione ma
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questo lo facciamo
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nell'ultima lezione