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Mentre ti masturbavi ti ho registrato
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tutto il tempo. Ho trovato Facebook e
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Instagram della tua famiglia, amici,
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parenti. Inizierò a diffonderlo a tutti
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distruggendo la tua carriera e la tua
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reputazione. Ora mandami €400 per
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eliminare lo scandalo di questi
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video. Questi messaggi li ha ricevuti un
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nostro follower che per privacy
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chiameremo Matteo, che è rimasto vittima
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di sextion, cioè una truffa veramente
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infame, il caso di dirlo, perché basata
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su un ricatto reale, minacciare di
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pubblicare video e foto compromettenti
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della vittima, così da distruggergli la
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reputazione. Matteo ci ha espressamente
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chiesto di raccontare questa truffa che
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colpisce non solo le nostre finanze, ma
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anche la sfera personale emotiva. E
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quindi eccoci qui a una nuova puntata
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della nostra serie I meccanismi delle
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truffe, dove cerchiamo di fare
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divulgazione e sensibilizzazione sulle
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truffe più insidiose che possono
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accaderci nella vita di tutti i
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giorni. Piccola parentesi, quanti video
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di Jop avete visto? Quante volte magari
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avete pensato, "Caspita, non lo sapevo".
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Se volete supportarci concretamente e
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supportare dei nostri lavori
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straordinari come un documentario o come
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il nostro programma in prima serata, una
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serie che produrremo a breve, appena
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arriviamo a 10.000 membri, un festival,
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un tour per le scuole, un canale
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dedicato interamente ai bambini, beh,
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potete supportarci diventando membri,
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prendendo parte alla membership Jop e
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supportando quella che abbiamo chiamato
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missione cultura. Vi lascio il link in
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descrizione, ci mettete veramente un
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minuto e torniamo a noi.
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Quello che ci ha mostrato Andre è il
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momento in cui la vittima, Matteo, è
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stata ricattata. O ci paghi oppure
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pubblicheremo il tuo video
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compromettente con contenuti espliciti.
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Si chiama sexortion proprio per questo.
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È un'estorsione sessuale. Attenzione,
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questa truffa non è tecnologica, non ci
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sono dietro sistemi informatici, virus o
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chissà che. È una truffa che colpisce la
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nostra privacy, la nostra emotività e
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vergogna. È importante raccontarla non
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solo per evitare che le vittime perdano
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soldi, ma soprattutto per proteggere la
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cosa più preziosa che abbiamo, la nostra
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psiche.
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Va anche detto che, secondo il report
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2023 della polizia postale, negli ultimi
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anni sono aumentati i casi di sextorsion
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verso minori. In questo caso si tratta
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di casi di estorsione ai fini di
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ottenere materiale pedopornografico,
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quindi è importante sensibilizzare sulla
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questione, soprattutto per salvaguardare
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i nostri figli. E ora torniamo a
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noi. La prima domanda che ci può venire
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è: "Ma come hanno fatto i criminali a
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ottenere un video esplicito della
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vittima? Eh, sembra assurdo, ma l'hanno
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avuto direttamente dalla vittima".
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Vediamolo attraverso l'esperienza di
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Matteo, che è un classico caso di
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sexortion.
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Mi contatta questa ragazza su Instagram,
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25 anni, tratti somatici asiatici e con
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un profilo veritiero, 450 persone
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seguite, 800 follower e alcune foto di
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cui la più recente di un anno
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prima. Iniziamo a chattare. Mi racconta
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di essere della Florida e che era in
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vacanza in Italia. Mi propone di fare
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delle videochiamate e la vedo dal vivo.
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Esiste in carne d'ossa.
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Cioè la vittima viene adescata sui
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social da una persona reale con un
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profilo reale e che si fa vedere.
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Insomma, siamo sicuri che esista. Dopo
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una fitta corrispondenza, la ragazza che
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ha contattato Matteo inizia a mostrare
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un interesse intimo verso la vittima e
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le videochiamate si fanno appunto più
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intime. Si parla di sexting. In una di
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queste chiamate Matteo ci racconta che,
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preso dal momento non si accorge di
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riprendersi anche il volto. A questo
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punto Matteo capisce di essere stato
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registrato. La ragazza gli mostra in
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diretta una registrazione della loro
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videochiamata, dove si vede Matteo che
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pratica autoerotismo e gli manda il
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messaggio che ha mostrato Andrea
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all'inizio. Ti ho registrato tutto il
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tempo durante la
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masturbazione. Ho trovato Facebook e
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Instagram della tua famiglia, Amici e
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Parenti. Inizierò a diffonderlo a tutti
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distruggendo la tua carriera e
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reputazione. Mandami €400 per eliminare
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lo scandalo dei tuoi
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video. I truffatori a questo punto
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chiedono alla vittima di scaricare
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un'app per i pagamenti internazionale
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per effettuare il pagamento di denaro
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alle Filippine, stato in cui stanno
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operando. Spesso il ricatto viene
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chiesto in criptovalute. Questo perché i
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truffatori sfruttano alcune
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caratteristiche del mondo delle crypto
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per far perdere le proprie tracce con
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più facilità. sulle criptovalute abbiamo
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fatto un video ad ho dooc, andatevelo a
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recuperare. Comunque quella che abbiamo
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visto, l'esperienza di Matteo, è una
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delle possibili tecniche di sexortion ed
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è la più efficace perché ci troviamo
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davanti a una persona reale e capire che
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si tratta di una truffa diventa più
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complesso. Ci sono poi casi in cui
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questa truffa avviene direttamente
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tramite email. Ci arriva un messaggio in
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cui i criminali dichiarano di aver
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installato un virus nel nostro computer
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che gli ha permesso di prendere il
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controllo della videocamera del
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dispositivo. In questo modo dichiarano
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di aver registrato la vittima in momenti
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intimi, ma in questo caso non possiedono
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veramente dei video. Si tratta appunto
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di una truffa in cui i criminali ci
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ricattano sulla base della paura,
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fingendo di possedere materiale
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compromettente, ma senza avere nulla in
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mano. A volte fingono addirittura di
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essere la polizia che ci avvisa di
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essere accusati di pedopornografia.
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Follia. La minaccia poi è sempre la
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stessa, o paghi o pubblichiamo tutti i
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video che abbiamo. Può succedere che
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queste email ci arrivino dal nostro
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stesso indirizzo email, cioè che il
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mittente siamo proprio noi. Questo
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chiaramente aiuta a far credere ancora
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di più alla storia del virus installato
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nel nostro computer. In verità si tratta
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di una tecnica di attacco informatica
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chiamata spoofing che consente di
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mascherare il proprio indirizzo email
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sovrascrivendolo con caratteri a
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piacimento, in questo caso con l'email
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della vittima. E quindi che cosa
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possiamo fare se ci ritroviamo vittime
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di sexortion come Matteo?
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La prima cosa fondamentale da fare in
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questi casi è mai pagare il riscatto che
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ci viene chiesto, anche se i truffatori
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possiedono veramente i nostri
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videocompromettenti. Cedere al ricatto,
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infatti, non assicura assolutamente che
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i contenuti non verranno diffusi dai
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criminali e anzi ci espone a nuove e
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sempre più ingenti richieste di denaro.
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Quello che possiamo fare è denunciare
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subito alla polizia postale l'accaduto,
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non cancellare i messaggi scambiati con
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gli estorsori né chiudere i nostri
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profili social, ma al contrario
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conservare screenshot e minacce dei
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criminali. Nel caso in cui i ricattatori
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pubblichino effettivamente le nostre
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foto e video compromettenti, va
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segnalato subito l'accaduto alla
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piattaforma in questione, che sia
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YouTube, Facebook o altro, chiedendo
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l'immediata cancellazione. Ricordate che
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avete sempre il diritto di farlo quando
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una foto o un video vi ritraggono senza
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il vostro consenso. E per potersi
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accorgere subito della pubblicazione dei
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media che vi ritraggono, potete creare
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un avviso su Google Alert a vostro nome.
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Questo fa sì che ogni contenuto
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associato al vostro nome che viene
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caricato su internet vi verrà
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notificato. Per prevenire invece la
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possibilità di rimanere vittime di sex
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tortion è importante ricordare alcuni
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consigli che possono sembrare scontati
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ma non sono mai banali. Punto primo, mai
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fidarsi di chi non conosciamo nella vita
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reale. Anche se instauriamo una fitta
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corrispondenza, ricordiamo di non
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condividere mai materiale intimo o
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informazioni personali che potrebbero
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comprometterci. Un secondo consiglio è
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cercare di usare sempre dei dispositivi
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per coprire la videocamera del vostro
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computer quando non la state utilizzando
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o quando state facendo qualcosa di
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intimo. È vero che esistono virus che
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possono effettivamente consentire agli
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hacker di accedere alla nostra
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videocamera. è il
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cosiddetto comunque niente panico.
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Mantenendo il sistema operativo del
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vostro computer sempre aggiornato e
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utilizzando i giusti antivirus potete
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considerarvi protetti, ma coprire la
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webcam quando non è in uso è sempre
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consigliato. E il terzo e ultimo
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consiglio è rivolto ai genitori e agli
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educatori. È molto importante insegnare
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ai più giovani quali pericoli esistono
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in rete, soprattutto ora che i social
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sono sempre più diffusi tra i minori. In
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questi casi i truffatori si fingono
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coetanei delle vittime o persone
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autorevoli e affidabili. Ricordiamo che
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un ragazzino o una ragazzina di 10 anni
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non hanno la nostra stessa capacità di
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riconoscere queste situazioni
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pericolose, quindi fare educazione è
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fondamentale.
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Grazie mille Mary. Allora, ci tenevamo
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sicuramente a raccontare, sensibilizzare
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su questo tipo di truffa, visto quello
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che è successo a Matteo e visto che
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questa cosa succede a tante persone,
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probabilmente sarà successa anche a
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qualcuno di voi. Una specifica
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importante che volevo fare è che la
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sexion può avvenire su qualsiasi
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piattaforma, qualsiasi piattaforma, dai
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social più noti ai videogiochi online
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fino alle app per imparare le lingue.
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Per esempio, come ha detto Mary, è
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importantissimo averne coscienza,
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soprattutto per i più piccoli. Io, come
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al solito, vi ringrazio per essere stati
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con noi fino alla fine e vi do
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appuntamento alla prossima sempre qui su
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JPop, le scienze nella vita di tutti i
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giorni. Co?
