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è il 20 maggio del
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1814 Vittorio Emanuele I attraversa il
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po e fa il suo ingresso in una Torino
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che sotto un cielo azzurro brilla di una
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luce intensa e si specchia nelle acque
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del fiume la stagione Napoleonica è
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conclusa entrano in città i torinesi
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festanti partecipano allo spettacolo
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cercando di riconoscere il re tra quelle
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figure buffe vestiti all'uso antico con
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la cipria e i
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codini testimone di quel momento è
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Angelo brufferio poeta dialettale
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commediografo Uomo politico e
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giornalista il suo è un affresco
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pungente dum la Francia stabilito
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equilibrio europeo repressi i liberali
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soffocate le idee partiti A poco a poco
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dal Piemonte gli austriaci dalla Liguria
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gli inglesi Vittorio Emanuele si trovò
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finalmente assoluto dominatore il suo
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governo non ebbe più altri nemici che la
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fame nelle strade le petecchie nelle
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case i lupi nei boschi i Cortigiani nei
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pubblici uffici e ladri
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dappertutto sulle porte di Torino tanta
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era la cazione del re tanta l'esultanza
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dei
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torinesi dopo le paterne manifestazioni
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chi avrebbe pensato che né persone né
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opinioni né diritti né proprietà
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sarebbero state rispettate e che il
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Piemonte si sarebbe sovvertito da capo a
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fondo si vedeva il buon re accerchiato
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da una turba di infingardi ipocriti
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parassiti stupidi e ribaldi i quali
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alludendo gli scorsi anni gridavano in
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coro tempi di lutto religione calpestata
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nobiltà Abilita bisogna richiamare gli
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antichi tempi distruggere ogni memoria
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di questi 16 anni
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16 anni durante i quali l'Europa
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l'Italia e il Piemonte sono cambiati
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anche Torino ha vissuto una metamorfosi
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la città che si mostra al re è una
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Torino nuova diversa non più la solida
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Fortezza cinta da Possenti mura e da
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colossali Bastioni ma una grande
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Esplanade ricca di verde di vasti spazi
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da edificare una città aperta e non più
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rinserrata contro possibili invasori
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sono i segni esteriori di un progetto di
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modernizzazione sociale e urbanistica la
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prefigurazione di un modello di città
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Borghese mai completamente
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realizzato al rientro del sovrano nel
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regno l'intera popolazione celebra la
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fine dell'occupazione straniera divenuta
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progressivamente più oppressiva sia per
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l'eccessiva pressione fiscale sia perché
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le innumerevoli campagne militari
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richiedevano continue coscrizioni di
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uomini
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la stagione Napoleonica aveva diffuso in
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tutto il continente modelli ideologici
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politici e istituzionali più coerenti
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con le esigenze della nuova società in
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via di
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affermazione a partire dal
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1814 con il congresso di Vienna i
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governi d'Europa provano però a
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restaurare L'Antico ordine sociale
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operando spesso con miopia E ottusità
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per dirla con le parole di Massimo
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d'azzeglio i principi come i ministri
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reduci dagli esili trovarono comodo di
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accettare l'eredità di Napoleone con
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benefizio di inventario tenersi la
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polizia la burocrazia più le imposte gli
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eserciti fuor di proporzione e via via
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ma il buon ordine giudiziario e
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amministrativo l'impulso alle scienze al
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merito l'uguaglianza delle classi il
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miglioramento e l'aumento delle
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comunicazioni la libertà di coscienza e
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tant'altre ottim parti del
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e del gran guerriero se le gettarono
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dietro le
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spalle l'Europa si avvia verso un
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quindicennio di forti tensioni
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rivendicazioni liberali e nazionali e
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dure repressioni l'ordine ristabilito a
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Vienna non si dimostra stabile come
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pareva in superficie i principi
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dell'equilibrio tra le potenze e della
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legittimità dinastica sono Infatti
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Minati alla base da processi maturati
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durante la stagione Napoleonica da un
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lato le borghesie in cerca di una
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definitiva affermazione chiedono
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ordinamenti politici costituzionali
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dall'altro vanno sempre più
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diffondendosi un sentimento nazionale e
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la spinta all'autodeterminazione delle
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singole
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popolazioni L'opposizione politica Non
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ha alcuna possibilità di organizzarsi
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alla luce del sole in modo legale il
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dissenso si manifesta quindi attraverso
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organizzazioni clandestine di cui la
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principale è la
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Carboneria le società segrete sono
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composte da aristocratici insoddisfatti
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dell'ordine costituito da funzionari
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pubblici da intellettuali studenti
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professionisti e quadri
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dell'esercito le tensioni che percorrono
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il continente esplodono nella penisola
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iberica nonostante l'impegno delle
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società segrete i moti insurrezionali
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sono destinati alla sconfitta diversi
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sono gli esiti della ribellione in
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Grecia
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un popolo da molti secoli schiavo ruppe
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d'un tratto le ree catene e con
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incredibile ardimento rialzò lo
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stendardo dell'insurrezione
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sopra le rovine di Corinto di Atene e di
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Sparta ricomparve al mondo la
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Grecia la repressione è dunque una
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costante degli anni della
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restaurazione in Piemonte Emerge anche
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un altro dato fondamentale di questo
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periodo la forte divisione tra i vari
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strati sociali tra l'aristocrazia la
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borghesia e i ceti
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popolari un ritratto puntuale a volte
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amaro a volte ironico spesso partecipato
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della società piemontese dell'epoca ci è
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fornito a posteriori negli scritti di
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Vittorio Bersezio avvocato deputato al
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parlamento collaboratore e fondatore di
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giornali romanziere drammaturgo saggista
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e storico una figura Eclettica che
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osserva il suo tempo da più punti di
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vista e che ci restituisce un'immagine
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viva e tridimensionale di Torino e dei
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torinesi tutta la popolazione era così
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divisa a classi bene spiccate e
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disgiunte che camminavano parallele si
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urt qualche volta ma non si confondevano
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mai