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nel 1460 mantegna cede all'insistenza
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del signore di mantova ludovico ii
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gonzaga e si reca appunto a mantova come
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pittore di corte mantova non è una città
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ricca e cosmopolita come ferrara ma è
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comunque una corte dove le arti e sono
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finita in grandissima considerazione
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tanto che è ludovico avrà un rapporto e
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sta all era un rapporto quel suo pittore
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di corte da sembrare quasi un rapporto
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paritario cioè andrea mantegna diventa
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praticamente uno di famiglia
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cercherà di lavorare sempre e solo per i
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gonzaga avrà difficoltà a spostarsi da
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mantova perché a mantova trova il suo
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terreno ideale tanto che lo stesso
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proprio vicolo chiamerà il mio carissimo
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mantegna solenne maestro per parlare
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appunto della sua grandezza e avrà
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proprio un rapporto di fiducia
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instaurerà un rapporto di fiducia
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reciproca a quel suo vittoria in questo
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contesto mantenne a trova la possibilità
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di realizzare opere di grande importanza
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è anche di grandi dimensioni e di
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lasciare un segno importante in tutta
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l'arte settentrionale rinascimentale a
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partire dalle sue invenzioni
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assolutamente innovative soprattutto
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soluzioni formali ma tutte con l'iter a
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questo potentissimo impianto prospettico
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e da questo gusto per la citazione
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antiquaria quindi la città di mantova
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diventa determinante per completare la
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poetica dell'artista città di mantova è
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lui in qualche modo cita anche nelle sue
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opere se noi guardiamo questa morte
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della vergine che una porzione di una
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tavola mostra più grande e
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successivamente smembrata questa
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porzione si trova al prado a madrid
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vediamo che in un impianto assolutamente
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albertiano con questa fuga prospettica
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questa sorta di cannocchiale
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sottolineato dai quadroni del pavimento
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bianchi e rosa da questi da questo
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scandito diciamo fine a questi pilastri
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classici si apre questo loggiato il
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loggiato ci mostra una veduta di mantova
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della luna mantovana quel punto e san
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giorgio esattamente
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dalla cosiddetta camera picta cioè uno
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degli ambienti più più noti e più ricchi
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del palazzo ducale ha realizzato di cui
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appunto la decorazione fu realizzata
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proprio la montina se andiamo a vedere
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la camera picta poi ribattezzata camera
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degli sposi ci troviamo di fronte a un
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ambiente relativamente piccolo un
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ambiente destinato a raccogliere diciamo
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funzioni ufficiali per cui un ambiente
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di rappresentanza dove però le figure
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vengono realizzate secondo uno schema di
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quotidianità morte le caratteristiche da
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affrontare in questo ciclo di affreschi
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intanto voi sapete che per definizione
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dell'affresco una tecnica molto rapida
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molto corsiva ma in questo caso questi
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affreschi richiedetelo una decina d'anni
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per essere eseguiti quindi un'opera
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molto ponderata molto pensata molto
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calibrata molto soppesata dall'artista
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che interviene nella stanza così come
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era intervenuto nella pala di san zeno a
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verona abbiamo affrontato nella scorsa
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lezione cioè creando un ambiente
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unitario dove l'architettura dialoga con
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la pittura quindi voi vedete un ambiente
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dove gli unici elementi architettonici
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veri sono ferrucci fondamentalmente che
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sorreggono le arche già touré e
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ovviamente le cornici del camino e delle
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porte il resto architettura dipinta che
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vale ad amplificare lo spazio a creare
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di una scenografia scenografia ancora
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più sottolineata dal fatto che le arche
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già tour e vedono correre diciamo al
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colmo una sorta di cursori metallici sui
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quali sono appesi dei tendaggi e
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tendaggi che in due pareti appaiono
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chiusi tendaggi ovviamente dipinti
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appaiono chiuse come a preservare la
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quotidianità diciamo l'intimità della
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famiglia della famiglia del marchese
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gonzaga mentre invece nelle altre due
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specchiature si aprono e ci mostrano
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come in un teatro quello che sta
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accadendo a corte e con due episodi
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fondamentalmente questo è quello che è
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noto dove il marchese si trova con la
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sua famiglia quella
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voglio i figli all'esterno una sorta di
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loggiato di terrazzamento con questo
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curioso a questa curiosa spalliera
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questa curiosa transenna fatta di oculi
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che poi è la stessa
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se torniamo un attimo indietro che
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vedete sul basamento dipinta sul
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basamento dell'interno stanza che riceve
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un messaggio dal suo ciambellano viene
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un momento di vita comune vediamo
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appunto questi tendaggi e che si aprono
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e ci lasciano vedere cosa sta accadendo
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a corte
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vediamo un impianto compositivo con un
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punto di vista ribassato che serve a
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monumentalizzata effettivamente a dare
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monumentalità le figure monumentalità
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che però deve fare i conti con il forte
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realismo delle figure in questo caso
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mantenne realizza la marchesa ai figli
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dei due marchesi così come sono senza
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tentativi di idealizzazione noi sappiamo
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che dai di dei dieci figli maschi dei
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gonzaga almeno quattro e se non cinque
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avevano difetti fisici importanti per
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cui anche questo a rappresentare le cose
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così come stanno dimostra una certa
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familiarità del pittore un con la corte
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quindi grande realismo a questo punto di
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vista è la monumentalità rimane solo
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nelle dimensioni diciamo no perché in
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questo caso voi vedete che il marchese
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che tra l'altro è ritratto in vesti da
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camera quindi non gestito in maniera
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ufficiale riceve questo messaggio dal
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ciambellano che è molto più piccolo di
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lui
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questo forse un tentativo di dare
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importanza al ruolo del marchese
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qualcosa abbiamo trovato costantemente
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nell'arte medievale ma che abbiamo
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rivisto per esempio anche in piero della
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francesca dopo di che troviamo appunto
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questa strana spalliera che può essere
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in qualche modo che condotta elementi
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dell'architettura classe anche se
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elementi atipici quel mostro sulla
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destra alla tomba cosiddetta tomba del
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fornaio la tomba di marco virgilio e un
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risarcire una tomba del primo secolo
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avanti cristo non presenta questi strani
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oculi questa combinazione di oculi e poi
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per concludere una serie di elementi che
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abbiamo detto
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essere riferibili sicuramente a
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squarcione per esempio questi grandi
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inserimenti di elementi di verdura di
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fiore di frutta queste ghirlande di
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fiori e di frutta che saranno poi
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tipiche dell'intera arte rinascimentale
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settentrionale se noi guardiamo appunto
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nel dettaglio maria bellonci con la sua
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penna ci metteva appunto metteva in
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risalto la brutalità della
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rappresentazione il realismo nella
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rappresentazione così come piovene
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abbiamo visto prima parlava appunto di
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questo grande corteggiano di questi
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gonzaga che rappresentati come in un
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romanzo figurata per capitoli e stanno
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facendo delle cose nelle cose quotidiane
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in questo romanzo l'altra scena o
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purtroppo non ho potuto mettere l'intero
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perché non ho trovato un'immagine di
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qualità ma rappresenta appunto il
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corteggio la corte di ludovico ii che va
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ad incontrare il figlio francesco che ha
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appena ottenuto la porpora cardinalizia
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elemento molto importante perché
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ottenere la pole pole a cardinalizia
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significa che il papa dà un'importanza
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cioè riconoscere l'importanza ai gonzaga
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la famiglia in generale quindi legittima
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in qualche modo alla di zoro dominio
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sulla città di mantova in questo caso
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noi vediamo elementi compositivi la
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forte struttura parte l'impianto
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prospettino ma la forte struttura
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compositiva volumetrica dei corpi che ci
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riguarda sicuramente chiaro della
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francesca purtroppo non possiamo vedere
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il corteggio che nella ricchezza nella
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rappresentazione di cavalli cani li
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farei ancora qualche eco forse tardo
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gotico di gentile da fabriano di
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cisanello che avevano avuto un impronta
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fortissima come abbiamo visto nel
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settentrione d'italia
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nel particolare ovviamente un al solito
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le dice questo collegamento tra le città
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quindi fra la città medievale e invece
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gli elementi romanità secci compenetrate
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nella città tra l'altro a questa cosa è
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stata riconosciuta tivoli diciamo nei
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monumenti che vengono rappresentati e
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infine loculo prospettico che viene
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rappresentato al centro del suo affitto
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di un virtuosismo
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eccezionale perché appunto una spinta
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prospetti alla vertiginosa che costringe
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l'artista ha uno scorcio abbastanza
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impressionante di questi frutti scorcio
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che prelude anche se per esempio roberto
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longhi non è d'accordo su questa
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posizione ma sembra decisamente
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preludere insieme alla teatralità per
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esempio delle cortine si aprono come
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come su un palcoscenico alla teatralità
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che sarà tipica di un correggio e poi
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successivamente risulta l'arte marotta
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quindi diciamo mantenne in qualche modo
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creduti agli sviluppi successivi
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dell'arte dell'arte italiana con questa
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enorme fortissima spinta prospettica che
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appunta sa di virtuosismo e che troverà
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il suo compimento nell'opera forse più
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nota più famosa celeberrima e di
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mantegna che è il cristo morto però di
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studio potremmo dire perché continuare a
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lavorarci fino alla morte in un operaio
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verrà ritrovata nel suo studio e che
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probabilmente era destinata doveva
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essere destinata alla sua cappella
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funebre dove il cristo morto è
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rappresentato come uno scorcio talmente
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ardito da mostrare come mantiglia che
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possedeva ormai dominava completamente
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la prospettiva brunelleschiano
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albertiana cioè di scritta raccontata
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spiegata da alberti riuscisse in questo
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caso addirittura superarla perché noi
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notiamo che in questo senso la
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composizione a due punti di vista molto
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diversi fra loro perché le due dolenti
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che noi vediamo sono rappresentate come
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se vedessimo dalla stessa altezza quindi
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un orizzonte abbastanza basso la stessa
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altezza dell'osservatore del pittore
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mentre il cristo è visto più dall'alto
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cioè l'orizzonte di l'intervento più
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alto
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questo perché per correggere quella
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sarebbe stata una struttura nello
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scorcio della sicura sono sicura sarebbe
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stata se l'avesse rappresentata sullo
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stesso punto di vista delle due talenti
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quindi il punto di vista
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dell'osservatore lo scorcio sarebbe
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stato veramente troppo ardito i piedi
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sarebbero risultati molto più grandi
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della testa e questo avrebbe compromesso
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in parte l'equilibrio formale
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dell'immagine altri elementi che
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possiamo notare oltre a questo
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fortissimo virtuosismo intanto la
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eccezionale capacità di realizzazione
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dell'opera in quasi monocroma perché se
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guardate vi rendete conto in si tratta
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praticamente di un monocromo una scala
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di grigi con dei colpi di rosa e di
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biacca e la indagine fortissima e
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dettagli che possiamo definire in questo
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caso davvero dettagli lenticolari che
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non possono farci pensare all'arte
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fiamminga che come abbiamo visto lascia
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una traccia importante nelle corti
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settentrionali con artisti che passano
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da queste corti lascia nel loro lavoro e
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anche per opere d'arte che vengono
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importate dal nord europa quindi diciamo
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l'arte fiamminga ha un suo peso un peso
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che anche a mantegna evidentemente
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riconosce per esempio se noi guardiamo i
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dettagli dei piedi delle mani queste
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ferite aperte che lascia vedere la carne
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viva
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non possiamo non ricondurre diciamo
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questo estremo realismo questa ricerca
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di dettaglio che era tipica dell'arte
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fiamminga
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io vi propongo anche un confronto
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abbastanza scontato
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fra le dolenti fa la figura che troviamo
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nella deposizione del prado geroge van
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der weyden la figura invece di mantegna
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che aggiunge una forma di realismo di
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dolore e di sofferenza nella quasi
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caricaturizzati one della figura della
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madonna intesa come una persona anziana
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distrutta distrutta dal dolore che sa
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cosa le tantissime opere fra i
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tantissimi sviluppi diciamo xi dell'arte
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di mantenere sarà fondamentale per
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l'arte settentrionale per tutto
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rinascimento italiano ed europeo
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noi non possiamo ovviamente a fare tutto
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il corpus scegliamo una ultima opera da
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analizzare uno dei tanti san sebastiano
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la colonna ne realizza sud 1 noi ora
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proviamo ad affrontare rapidamente
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quello conservato al museo del louvre
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che viene realizzata nel 1481 quindi in
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piena maturità e che ci mostra tutti i
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caratteri che abbiamo trovato fino a
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questo momento una fortissima spinta
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disegnativa linea ristic a quella che
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per vasari era un limite questa tendenza
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ha sottolineato
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i contorni la struttura corporea che
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sembra dare un diciamo sull'intensità
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plastica più scultorea che non pittorica
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che noi però sappiamo derivare dalla
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ricerca costante di equilibrio formale
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che deriva appunto di correttezza anche
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formale derivare allo studio dei modelli
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e toscani questo dialogo costante del
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mondo antico col mondo col mondo
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cristiano quindi anche in questo caso
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vedete una serie infinita di citazioni
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classiche archeologiche poi il dialogo
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delle città sullo sfondo no quella più
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alta nella città medievale quella più
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bassa che invece una città una città che
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contiene elementi evidentemente classici
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l'inquadratura straordinaria dei due
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carnefici che è la stessa inquadratura
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diciamo sì abbiamo detto fotografica che
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si ritrovava nella predella della
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politica scusate del politico di di san
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zeno di verona con appunto anche di la
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crocifissione in questo caso tra l'altro
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vediamo un altra influenza dell'arte
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fiamminga nel fatto che queste due volti
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sono anche in questo caso risicare
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naturali no con l'idea che il bello è
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anche buono il brutto e anche a tv kalos
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kai agathos di di memoria classica e poi
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vi chiederete perché vi ho messo a de
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chirico semplicemente per farvi notare
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il piede cioè di sotto che è
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semplicemente la citazione di un
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pezzetto di un di un reperto classico
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che sta a significare l'inter alla
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società ma per trovare una citazione
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diciamo staccata in qualche modo dalla
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narrazione dal racconto una citazione
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non si cura dovremmo appunto aspettare
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il novecento la metafisica e de chirico
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questo solo per darvi un'idea della
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grandezza della complessità anche
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simbolica che si ritrova in un artista
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così completo come andrea mantegna